Noah:
Aprirmi con lei era stato strano, mi ero sentito esposto come poche volte nella mia vita, ma allo stesso tempo era parso anche facile. Aveva saputo gestire quella storia senza provare pena per me, ma solamente standomi vicina e ascoltandomi, che era tutto ciò che chiedevo.
Il calore della sua mano sembrava riuscire a riscaldarmi fino al cuore e mi sorpresi di quella sensazione; ora non sarei più stato in grado di fingere che lei non mi interessasse, non sarei più riuscito a starle lontano, almeno che non fosse stata lei a chiedermelo.Cercai di smorzare quel lungo silenzio prendendo col dito un po' di crema dal dolce e sporcandole il naso. - Ma come vedi, ho mantenuto la mia simpatia!
Lei fece una smorfia, ridendo e togliendosi la panna con il tovagliolo. - Per fortuna, saremmo tutti persi senza!
La osservai mentre si sporse nella mia direzione per rubarmi un po' di panna dal piatto e sporcarmi a sua volta. Le bloccai i polsi, scoppiando a ridere. - Cosa credi di fare?
- Mi vendico! - riuscì a liberarsi una mano e, prendendo una buona dose di crema, decise di spalmarmela sulla guancia.
- Ok signorina, ti conviene pulire subito se non vuoi farti un bel bagnetto.
- Non oseresti.
Alzai un sopracciglio. - Lo sai che non devi sfidarmi. - Sbuffò e prese il suo tovagliolo, avvicinandolo alla mia guancia. Scossi la testa. - Non con quello.
Lei sorrise, capendo subito a cosa alludevo. Posò le sue labbra sulla mia guancia, leccando via la panna, e poco prima che si staccasse mi voltai, facendo finire le sue labbra proprio sulle mie. La baciai, succhiandole leggermente il labbro inferiore.
- Così non vale – sussurrò lei, a pochi centimetri dal mio viso.
- Non mi sembra di aver parlato di nessuna regola.
Il desiderio di attirarla nuovamente a me e baciarla di nuovo era forte, ma decisi di non essere troppo irruento e lasciarle i suoi spazi.
- La prima volta che ti ho rivista per un attimo ho pensato che fossi diventata una di quelle che se la tirano da matti – ammisi.
Strabuzzò gli occhi. - Sul serio ti ho dato quest'impressione?
- Beh, sì. Stavi sempre sulle tue e avevi questo modo freddo di parlare, di muoverti. Solo dopo ho capito che era il tuo modo di proteggerti.
- Di proteggermi? - chiese, confusa.
- Ognuno di noi lo fa a suo modo, credo. L'ultima volta che ti ho vista cinque anni fa eri una ragazzina piena d'energie che desiderava spaccare il mondo, ti ho ritrovata chiusa in te stessa, come se il mondo pesasse troppo. E' questo che mi ha fatto avvicinare a te, ritrovavo qualcosa di me stesso in ciò che provavi.
Si morse il labbro, in quel modo talmente innocente da risultare ancora più attraente. Giocherellò nervosamente con il tovagliolo poi si decise a parlare. - Diciamo che stare qui mi sta aiutando, è stata mia madre ad obbligarmi. Dopo aver scoperto il tradimento di Jack sono entrata in un vortice in cui non riuscivo ad uscire. Volevo elaborare il tutto ma allo stesso tempo non ero abbastanza forte per farlo, così mi caricavo di lavoro, mi occupavo di mia madre anche dove non aveva bisogno di essere aiutata, mi caricavo di tutte queste responsabilità non mie.. solamente per non pensare. Dopo un anno ho realizzato che la mia vita era in stand by e che dovevo fare qualcosa per ricominciare, così ho deciso di ripartire da qui. Per la prima volta in ventidue anni non ho idea di cosa mi succederà. Ho sempre creduto che il mio futuro fosse li limpido davanti a me: un lavoro sicuro, una relazione stabile, un appartamento a Manhattan. Ora non c'è più nulla di tutto quello e anche se all'inizio mi spaventava da morire l'idea, ora invece mi sento più libera. Sono curiosa di ciò che mi riserva il futuro, e sono certa di poter ripartire da me, di poter scegliere il mio destino. -
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Un'estate per ricominciare. #wattys2019
ChickLitCONCLUSA || Allison e Noah hanno messo da parte i loro sogni da molto tempo ormai, per ragioni diverse. Da quando sono piccoli hanno passato ogni estate insieme con le loro famiglie, ma la vita li ha poi separati. Finché, a cinque anni di distanza...