CAPITOLO DODICI

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Noah:


Appena mi svegliai la prima cosa a cui pensai fu la pelle bagnata di Allison che mi sfiorava, le sue labbra a pochi centimetri dal mio viso che mi pregavano di baciarla, il suo sguardo così innocente e puro.

Ero stato così vicino dal baciarla, da annullare tutte le distanze tra di noi e farle capire che la volevo, ma qualcosa in me mi aveva suggerito che non era giusto.
Non era giusto per lei, l'avrei solamente fatta star male con il mio pessimo carattere, le mie pessime scelte, il mio pessimo essere.
E non era giusto per me, desiderare così tanto qualcuno che poteva andarsene con così estrema facilità.

Qualsiasi cosa ci fosse in lei, qualsiasi cosa la rendesse diversa dalle altre, me la dovevo dimenticare.

Mi vestii di fretta, deciso a saltare la colazione e correre subito in ufficio, non avevo voglia di vedere nessuno in quel momento, volevo gustarmi ancora per un po' i ricordi della sera prima, per poi dimenticarli per sempre.
Forse avrei dovuto darle una spiegazione, pensai mentre mi avviavo a lavoro in macchina, ma lei sapeva bene come ero fatto e magari lasciarla così senza risposte sarebbe stato un buon incentivo per fare in modo che stesse lontana da me.

Stare lontana da me, non era proprio quello che volevo, ma non volevo nemmeno avvicinarmi così tanto.

Mentre guidavo dall'ufficio proprio non riuscivo a togliermi dalla testa la sera prima, così feci una deviazione e andai nell'unico posto dove avrei trovato un po' di svago: casa di Paige.



❋❋❋

Mi fece entrare, presentandosi con solamente una vestaglia addosso.
- Mi sono appena svegliata – si scusò – che ci fai qui a quest'ora?

- Sapevo di trovarti a casa.. - appoggiai la mia valigetta per terra e mi avvicinai di più a lei.
Alzò un sopracciglio. - Mi sembrava di capire che non volessi più vedermi.
Le slegai il nodo della camicetta. - Mi sbagliavo. Ci divertiamo insieme, no? Niente di più.
Lei guardò le mie mani mentre la spogliavo. - Niente di più.

Socchiuse gli occhi mentre con una mano le accarezzavo la pancia e la schiena, privandola di quel leggerissimo strato di seta. Cominciai a baciarle il collo, facendola indietreggiare di qualche passo fino al muro.

- Fammi restare.. - le sussurrai sul collo, mentre la toccavo un po' ovunque.
Non sapeva resistere ai miei tocchi. Mugugnò qualcosa poi si decise a ricambiare i miei baci, attirando il mio corpo verso il suo.

Non era giusto, lo sentivo mentre mi sfiorava e non riuscivo a trovare lo stesso calore che avevo provato la sera prima, però era più facile, più veloce.
Io sarei stato con lei, avrei fatto l'amore con lei e poi l'avrei lasciata lì, nel suo letto, andando a lavorare. E lei non avrebbe chiamato, non mi avrebbe cercato, avrebbe aspettato la prossima occasione per sentirmi ancora dentro di lei, senza pretese.

Ci dirigemmo verso la sua camera, staccandoci l'uno dall'altra solamente per non andare a sbattere contro la porta.
E mentre la facevo mia, mentre la sentivo urlare il mio nome, mi convinsi che quella era la scelta migliore che potessi fare.


Dopo essermi rivestito e aver raccolto le mie cose mi dedicai un attimo per bere un caffè insieme a lei. Ero già in un grosso ritardo per il lavoro, ma in fin dei conti ero il capo e nessuno avrebbe mai potuto dirmi nulla.

- Cosa ti ha fatto cambiare idea? - mi chiese, porgendomi una tazza.
- Ero di pessimo umore – risposi – volevo stare un po' da solo.
Non sembrava convinta. - Noah.. non c'è nessun'altra, vero?
La guardai alzando un sopracciglio. - Paige..

Scosse la testa. - Voglio dire, non voglio essere l'altra, ok? Non mi interessa se ti scopi le altre, ma voglio essere sicura che tu non abbia una fidanzata, o cose così.
- Lo sai che non sono tipo da relazioni.
- Lo so, voglio solo essere sicura. Mi sta bene divertirci, e voglio che le cose rimangano così come stanno, ma non mi va di fare l'amante. Ci sono già passata, e non è stato carino.

Un'estate per ricominciare. #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora