CAPITOLO OTTO

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Noah:

Pensavo di incontrare Allison come ogni mattina sulla spiaggia, nel andare a lavoro, invece la ritrovai camminare a passi lunghi verso casa sua, con una gonna corta e il trucco leggermente sbavato.

- Notte di follia? - chiesi, ridendo.

Lei mi trucidò con lo sguardo. - Non ora, Noah!

Alzai un sopracciglio e decisi di avvicinarmi, sembrava aver appena pianto.

- Va tutto bene?

- A meraviglia, grazie!

La bloccai per un braccio, in quei giorni tutto sembrava ricondurmi a lei ma morivo dalla curiosità di sapere cosa avesse potuto colpirla a tal punto di farla tornare a casa in lacrime, soprattutto a quell'ora e con quelli che, sicuramente, erano i vestiti della sera prima . - Non sembra.

Si morse il labbro, in un modo talmente innocente da farla risultare ancora più sexy, anche in quel momento. - Non mi va di parlare, davvero. Lasciami per favore.

Mollai la presa, continuando a guardarla. - Ok, non insisto.

Sospirai e la lasciai lì così, chiedendomi cosa mai le fosse successo, con una leggera sensazione di preoccupazione addosso che mi lasciò perplesso.


❋❋❋




La mia giornata fu veramente incasinata e non ebbi nemmeno il tempo di pensare a quel breve incontro, io e Fred ripassammo per tutto il giorno le finanze degli ultimi mesi, cercando di capire dove fosse l'intoppo.

Ero talmente stravolto che cenai senza proferire parola, per poi andare a rifugiarmi sulla spiaggia a fumare una sigaretta.

Quello era il momento della giornata che più preferivo. Potevo smettere di essere Noah Parker per qualche minuto e godermi il mio silenzio, senza che nessuno si aspettasse qualcosa da me.

Tirava un gran vento, ma lasciai che la sabbia mi entrasse nei vestiti, deciso a non muovermi da lì.

Alzai lo sguardo solamente quando sentii dei passi e vidi Allison avvicinarsi a me, avvolta in una grande coperta.

- Ehi vicina – dissi tranquillamente, come se quella mattina non fosse successo nulla.

- Ciao Noah.. - mi sorrise, sembrava più rilassata ora. - Cosa ci fai qui tutto solo?

- Aspettavo te, dolcezza – ammiccai, ma questa volta senza doppi fini, ma solamente per farla ridere.

Infatti ci riuscii, un piccolo sorriso le comparve sul volto.

- Finalmente un sorriso!

- Sono stata un po' scortese oggi – ammise – scusami.

Feci spallucce. - Me lo merito.

- Ero solamente un po' sopraffatta, non ce l'avevo con te.

- Non ti devi giustificare, io rispondo male alla gente in continuazione.

Giocherellò con la sabbia, facendo dei cerchi coi piedi, sembrava voler continuare la conversazione in qualche modo, come se avesse bisogno di sfogarsi ma non sapesse con chi farlo.

- Ti va di sederti? - chiesi

Accennò un sorriso – magari per qualche minuto.

Si posizionò accanto a me, distante di qualche centimetro. Era strano vederla così docile e indifesa, questo mi suggerì che probabilmente aveva davvero bisogno di compagnia, quindi mi ripromisi di non fare il cretino.

- Sappi che sono veramente curioso, ma non ti chiederò nulla.

Rise. - Vuoi davvero saperlo? E' abbastanza squallido.

- Non potrai mai superare me, andiamo!

Sospirò. - Sono stata a letto con un uomo fidanzato e che ha una figlia piccola. Ovviamente io non lo sapevo al momento ma l'ho scoperto solamente il giorno dopo, ma questo mi ha fatta sentire malissimo. Soprattutto dopo aver scoperto il mio fidanzato tradire me e mio padre tradire mia madre!

Tenne lo sguardo basso, come se si fosse immediatamente pentita di aver confessato.
Allora erano vere quelle voci sulla sua storia.
Doveva davvero esserle pesato tanto ammettere tutte quelle cose, in una sola frase soprattutto, mi chiesi cosa l'avesse spinta a farlo con me, che non ero di certo una persona che ispirava fiducia.

- Non è la stessa cosa.. - dissi, alzandole il mento con un dito – tu non lo sapevi.

- Sì, ma se forse ci avessi pensato due volte prima di andarci a letto magari l'avrei scoperto prima e.. Sono diventata lo stesso tipo di persona che ho odiato per mesi.

- Als, non potevi saperlo, se quello è un coglione la colpa non è tua! Tu non hai tradito nessuno, tu sei libera di fare quello che vuoi, è lui a doversi vergognare.

Sembrò sorpresa delle mie parole. - Ok, mi hai sconvolta, pensavo te ne uscissi con una stupidata delle tue.

- So essere serio anche io, Allison. – mi schiarii la voce – e poi ho dovuto affrontare i drammi sentimentali di mia sorella per anni, ormai sono abituato.

Sorrise. - Mi sento una stupida, non avrei dovuto concedermi così. Io non sono fatta così.

- Ehi, ti sei divertita, non hai ucciso nessuno. Cerca di scioglierti un po'.

Mi guardò. - Non so se ne sono capace.

- Stanotte l'hai fatto. Lascia stare che sia andata male, però vuol dire che una parte di te si è lasciata andare, questo è un bene.

- Grazie, Noah.. e ti prego, non raccontare a nessuno ciò che ti ho raccontato. Ne di me, di mio padre..

Scossi la testa. - Tranquilla, so mantenere un segreto.

Un'estate per ricominciare. #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora