CAPITOLO TREDICI

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Allison:

Mio padre era lì, difronte a me, che mi guardava con un fastidiosissimo sorriso.
La mia prima reazione era stata furiosa, gli avevo gridato di andarsene subito, che non aveva nessun diritto di presentarsi così, e lo avevo costretto ad andarsene.
Ma la mattina seguente aveva fatto ritorno, intenzionato a parlare a tutti i costi.

Incrociai le braccia, accogliendolo in casa con uno sguardo gelido.

Si guardò intorno. - Hai ristrutturato.
Non risposi, continuando a guardarlo duramente. - Che ci fai qui?

Si mise le mani in tasca, leggermente a disagio. - Volevo vederti.

- Come sapevi che ero qui?

Sospirò. - Sono stato da tua madre, mi ha detto che eri fuori città quindi ho supposto fossi qui.

Non vedevo quell'uomo da più di un anno, e mentre lo osservavo cercavo di scorgere qualcosa che ricordavo. Ma sembrava una persona totalmente diversa quella difronte a me.

- Perché volevi vedermi?
- E' passato più di un anno, non hai mai risposto alle mie chiamate.
- Te ne sei andato. - Dissi, dura, senza far trasparire nessuna emozione in volto. - Hai tradito la mia fiducia e non ti sei fatto più vivo.

- Credevo ti servisse tempo..
- Mi servivano delle spiegazioni! - Ormai era impossibile per me non alzare la voce.
- Sono qui ora, per dartele.
- Non credi che sia un po' troppo tardi? E non ti azzardare mai più ad andare dalla mamma, lei ora è felice, non ha bisogno di te.

Sospirò, abbassando lo sguardo. - Lo so, e mi fa piacere che abbia trovato qualcuno che la faccia star bene.

- Anche tu la facevi stare bene, prima di tradirla così spudoratamente.

- Non è proprio così, Allison, c'erano delle cose che non andavano.

- Delle cose si parla – ero furiosa, avevo immaginato quel confronto per mesi ma mi accorsi di non essere per niente pronta. - Andare a letto con un'altra non risolve le cose.

- Ti prego, fammi almeno provare a spiegare.

- Hai cinque minuti, non di più.

- Da quanto te ne sei andata di casa io e tua madre abbiamo iniziato a litigare spesso, non eravamo più uniti come una volta, io ho iniziato a passare più tempo al lavoro, non ci parlavamo nemmeno. Per un periodo mi sono persino trasferito qui, avevo bisogno di un attimo di pausa. Qui ho conosciuto una persona e mi sono innamorato, mi sentivo nuovamente bene come non mi sentivo da tanto tempo. Ma quando ho scoperto che saresti tornata a casa per le vacanze di Natale io e tua madre abbiamo deciso di comune accordo di fare finta che andasse tutto bene tra noi, per non farti preoccupare. Così sono tornato a casa e lì, forse per l'atmosfera delle feste, mi sono riscoperto innamorato di tua madre. Ma ero legato anche a quest'altra persona, quindi mi sono ritrovato tra due fuochi. Non volevo rinunciare a nessuna delle due. -

Lo guardai letteralmente schifata. - Questa è la tua spiegazione? Che non sapevi decidere?
Scoppiai in una risata nervosa, scuotendo la testa incredula. - Dovrei provare pena per te? E comunque questo non toglie che hai abbandonato anche me! Te ne sei andato dal momento in cui IO ti ho scoperto e non ti sei fatto vivo per mesi.

- Mi dispiace, davvero.

Avrei voluto piangere, ma non avevo lacrime in corpo. La rabbia e lo schifo coprivano ogni cosa.
- Non me ne frega niente se ti dispiace! Ci hai fatto passare le pene dell'inferno e ora non puoi venire qui, supplicando il mio perdono. Sono dovuta venire qui per stare un po' meglio, sai? E ci sto riuscendo, sto riuscendo ad andare avanti ma tu non puoi venire qui e riportarmi indietro. Non è giusto. -

Un'estate per ricominciare. #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora