CAPITOLO SEI

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Noah


Nei giorni successivi mi capitò di vedere spesso e volentieri Allison bazzicare in casa mia, se non per passare a prendere mia sorella, per partecipare a quelle noiosissime riunioni di mia madre.
Dovevo ammettere che era stato un colpo basso da parte mia proporle di farla entrare nel circolo, ma averla in giro mi intrigava, i suoi occhi mi ricordavano quella parte di me che avevo nascosto nel mio passato, quella parte ancora piena di sogni e piena di vita.
E poi non capitava tutti i giorni che qualcuno mi rispondesse a tono come sapeva fare lei, farla innervosire mi elettrizzava più che flirtare con una semplice ragazza degli Hampton che ero abituato a frequentare.

Ero seduto alla scrivania del mio ufficio quando sentii Fred entrare, alzai lo sguardo per vederlo con delle carte in mano.
- Sono i reso conti dell'ultimo mese – mi disse – e anche questo mese i conti non tornano, non può essere una coincidenza, Noah.

Riflettei, guardando attentamente le carte. - Cosa stai cercando di dirmi? Che qualcuno dei miei impiegati mi ruba dei soldi proprio sotto al mio naso?

Con una matita andò a tracciare il saldo finale, mancava una notevole cifra. - E' tutto scritto qui, io non sto dicendo nulla.

Sospirai, il pensiero che qualcuno dei miei impiegati mi fregasse così mi imbestialiva, ma da dove avrei potuto iniziare? Solamente nella contabilità avevo una ventina di persone a lavorare, non potevo accusarle tutte.

- Cercherò di indagare più a fondo, c'è qualcosa che non mi torna – diedi un'altra occhiata alle carte, cercando qualcosa che mi saltasse all'occhio. - Grazie per avermelo fatto presente.

- Lo sai che è come se fregassero anche me.

Sorrisi. - Lo so, vedrai che ne verremo a capo, chiunque sia questo individuo non può farla franca per sempre.

Guardai l'orologio. - Devo essere da una cliente tra mezzora, non farne parola con nessuno ok? Non voglio creare un allarmismo generale.

Presi la mia giacca e uscii dall'ufficio, dirigendomi verso il parcheggio sotterraneo, una volta presa la mia macchina mi diressi verso quella che non era assolutamente una cliente, ma Paige.


❋❋❋



Entrai in casa sua, sedendomi sulla poltrona dove le piaceva essere montata, mentre lei mi raccontava di quello che aveva fatto negli ultimi giorni, mentre il suo odioso volpino mi leccava le scarpe.

- E poi questa ragazzetta, Allison mi pare, ha deciso di far parte del circolo di tua madre. Ma da dove è spuntata?

- Allison? - Chiesi – in realtà è un'amica di famiglia da anni.

- Sarà.. - si sedette sulle mie gambe, porgendomi un bicchiere di whiskey – ma è così mondana.

Aggrottai la fronte. - Che intendi dire?

- Non fraintendermi, non voglio passare per quella che giudica le persone dal proprio aspetto, ma presentarsi in jeans e maglietta ad una riunione.. -

Appoggiai il mio bicchiere, in quei momenti mi ricordavo perché avevo deciso di avere una relazione puramente fisica con lei: appena apriva bocca rovinava tutto.

- Non credo ci sia qualcosa di male – borbottai – non tutti si sentono a proprio agio a mostrare tette e culo ai quattro venti.

Mi guardò, spalancando gli occhi. - Prego?

Alzai le mani in segno di resa. - Ehi, io non mi lamento, e lo sai bene. Dico solo che ognuno è fatto a modo suo.

Incrociò le gambe. - Sarà per questo che il fidanzato l'ha lasciata.

Un'estate per ricominciare. #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora