CAPITOLO VENTI

444 24 6
                                    


Noah:

Kelly aveva deciso di tenere la bocca chiusa ma sapevo che mi avrebbe sicuramente chiesto spiegazioni, infatti prima di andare a dormire entrò nella mia camera, sedendosi sul balcone per fumare.

- Chiedimi quello che devi chiedermi – sbuffai – so perché sei qui.

Lei mi guardò, alzando un sopracciglio. Non riuscivo a capire se fosse arrabbiata o divertita.
Ero quasi sicuro del fatto che avesse già parlato con Allison, quando ci aveva scoperti era rientrata in casa senza aggiungere altro, ma già me la immaginavo telefonarle una volta andata via.

- Non te ne fai sfuggire una, vero? - commentò.

La raggiunsi sul bancone, accendendomi una sigaretta a mia volta. La guardai accigliato, mi dava fastidio che la pensasse così.

- Non sai di quello che parli.
- Invece lo so, perché Allison non è una delle tue solite amichette, pronte a riceverti quando ne hai voglia, lei non è quel tipo di ragazza e non dovresti trattarla come tale.

Inspirai il fumo per poi lasciarlo andare. - Non è così che sta andando la cosa.
- Ah no?

Scossi la testa. - A parte che non capisco questa ossessione tua e di mamma di entrare nella mia vita privata. Credo di avere il diritto di vedermi con chi ho voglia senza che se ne faccia un affare di stato ogni volta. E comunque non la sto trattando come dici tu, in realtà ho deciso di vedere solo lei..

Strabuzzò gli occhi, lasciandosi scappare una risatina. - Che cosa? Tu?
- Te l'ho detto, è diverso.

Sembrò riflettere. - Hai sempre avuto una specie di cotta per lei – disse – me lo ricordo.

- L'hai detto anche tu: è diversa.

Si alzò, improvvisamente estasiata. - Oddio! Lei ti piace davvero!

- Sì.. cioè.. non lo so. Abbiamo deciso di fare le cose con calma, per questo non volevamo che nessuno lo sapesse.

Battè le mani. - Non ci posso credere, finalmente qualcuno in grado di smuovere il mio fratellone!

- Ti ho detto che ci stiamo andando piano – sbuffai – non iniziare.

- Scusa – non riusciva a smettere di sorridere – è che aspettavo questo momento da tempo: il momento in cui avresti fatto avvicinare qualcuno.

- Ancora non so se ne sarò in grado, sicuramente finirò col fare qualche cazzata.

- Ah no, signorino, questo non te lo permetterò! E poi parliamo di una delle mie più care amiche, pensi che ti lascerò davvero farle del male?

- Non è mia intenzione, ma lo sai come sono fatto.

- Questa è solo una scusa che ti sei rifilato per anni, solamente per non impegnarti mai. La gente cambia, migliora.

- Sarà.. - guardai nella direzione della sua casa, le luci erano ancora accese e la macchina di suo padre era ancora parcheggiata sul vialetto. Probabilmente stavano passando un po' di tempo da soli.

- Non farne parola con nessuno, intesi?
Lei annuì. - Manterrò il segreto. Oddio, è così eccitante questa cosa! Perché a me non succede mai nulla di interessante?

- Perché perdi tempo dietro a degli idioti, ecco perché.



❋❋❋



Nei giorni successivi mi presi del tempo per riflettere. Sapevo che probabilmente avrei dovuto scriverle, e che lei sicuramente stava aspettando che io lo facessi, ma nonostante ciò sentivo ancora qualcosa che mi bloccava.
Quando me la trovavo davanti era difficile resistere, era sempre stata magnetica per me e trovarmela davanti non mi lasciava dubbi sul fatto che la volessi. Ma quando non c'era e la sentivo più lontana i timori si facevano più vivi e qualcosa dentro di me mi suggeriva che stavo facendo il passo più lungo della gamba.
Che cosa avrei potuto dare ad una così?
E cosa sarebbe successo una volta finita l'estate? Lei aveva la sua famiglia, i suoi amici da cui tornare, e io di certo non potevo mollare tutto per seguirla.
Che senso aveva iniziare una cosa destinata a finire?

Un'estate per ricominciare. #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora