Nuova esperienza di vita: sequesto!

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Adrien's pov

Sentivo delle fitte dietro alla testa e non ricordavo nulla di quello che era successo.
Cioè, ero consapevole di essere stato ad una festa organizzata da Chloé ma poi il vuoto assoluto.

Aprii gli occhi e una luce mi accecò, chiaro segno che non era più notte. Provai a muovermi e fu allora che mi resi conto di tutto...

- O no...no, no, no... - mormorai

Ero legato ad una sedia, le mani erano dietro lo schienale, strette nelle corde, come anche il mio petto e le caviglie erano legate alle gambe della sedia.

- Ma che cavolo ho fatto di male - borbottai

Una volta! Una sola, dannata volta che ero uscito di casa senza protezione e...ero stato rapito!

Mi guardai intorno per cercare di farmi un idea su dove mi trovavo e...ok, forse avevo sbagliato qualcosa... perché mi trovavo decisamente nella camera di una ragazza!
Era rosa, c'era un letto a castello, un computer, una specie di divano e...non vedevo altro, non potevo guardarmi alle spalle visto che ero bloccato.
Buttai un'occhiata sulle pareti e mi resi conto che erano piene delle mie foto, in tutti i miei servizi fotografici.

Ok le Stolker, ok le fan accanite, ma questo era troppo!

- Ma scherziamo! Lasciatemi andare! - esclamai

Sentii dei passi correre, probabilmente dal piano di sotto, un tonfo e poco dopo una mano premette sulla mia bocca

- Sta zitto! - disse una voce di ragazza al mio orecchio - Se non parli andremo d'accordo -

Annuii, non ci tenevo poi così tanto a farmi tappare la bocca.

La mia sequestratrice mi liberò la bocca

- Non metterti a gridare o dovrò imbavagliarti - mi disse

- No, non ci tengo - dissi sospirando - Ma...giusto per sapere, perché accidentaccio mi hai rapito! -

Lei si spostò dalle mie spalle e mi venne di fronte, così riuscii a vederla: era una ragazza minuta, forse della mia età, con i capelli neri dalle sfumature blu legati in due codini bassi, la pelle era perlacea e aveva due occhi blu da far invidia al cielo notturno.

- Che hai da guardare? - chiese lanciandomi un'occhiata

Che caratterino però...

- Niente... - borbottai

Lei sospirò e gonfiò le guance come una bambina

- Allora...la mia domanda? - chiesi

- Perché mi andava -

Che risposta era "perché mi andava"!

- Tu non puoi rapire la gente senza un motivo - replicai

La ragazza scrollò le spalle, prese la sedia girevole e si sedette di fronte a me

- Tu sei così amico di Chloé che lei si vanta che ti sposerà - mi informò

- Cosa? - chiesi scioccato

Per quale motivo la figlia del sindaco doveva dire queste cose, ecco il risultato...io finivo nei guai

- Dovresti lasciarmi andare, mi cercheranno - la informai

Lei scosse il capo e sorrise, non un bel sorriso, ma uno diabolico, ma proprio tanto.

- Pensi che sono così imbranata - mi chiese - So che tuo padre non ci sarà per due mesi e che tu sei a casa da solo con la tua guardia del corpo, quindi...mi sono presa la briga di mandare un messaggio alla tua guardai per dirgli che approfitterai del tempo senza tuo padre per dormire fuori casa e che lui poteva prendersi due mesi di vacanza -

La guardai scioccato. Aveva pensato proprio a tutto!
Ok ero nei guai fino al collo.

- Aspetta, hai intenzione di tenermi prigioniero per due mesi? - chiesi preoccupato

- Chi lo sa - mi rispose allegra

- Non puoi...tu non puoi farlo! - esclamai

- Invece si che posso - disse - Sono sicura che andremo d'accordo, finché tu farai il bravo. E sono sicura che lo farai, vero? -

                              ***

Mi stavo stancando, erano ore che stavo in quella  posizione, la sedia era scomoda e le corde cominciavano a far male, visto che avevo anche provato ad allentare, senza successo.

La mia aguzzina era di spalle, seduta  alla scrivania e stava facendo qualcosa che non riuscivo a vedere

- Puoi allentare le corde, per favore - chiesi

Lei si voltò e mi guardò

- Giuro che non mi muovo -

La vidi sospirare e si alzò venendo verso di me

- Se provi a fare solo un passo ti colpisco di nuovo - mi minacciò

- Afferrato -

Mi slegò e mi fece alzare, indicandomi quello che sembrava un divano

- Siediti e non muoverti - ordinò

- Ai suoi ordini -

Mi allungai sul divano per provare a farmi passare il dolore alla schiena e notai che mi osservava con la coda dell'occhio

- Come ti chiami? - chiesi

- Sta zitto - rispose

- Ok "sta zitto"...-

Mi arrivò un astuccio in faccia

- Ahia! - mi lamentai

- Ti ho detto di tacere e fai meno lo spiritoso -

La mia cotta madornale!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora