Ti amo, MyLady

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Marinette's pov

- Mary! Siamo tornati! - sentii esclamare mia madre dal piano di sotto.

- Merda! - esclamai sollevando la testa - Sono in anticipo! -

- Che palle! - esclamò il biondo sotto di me.

Afferrai il mio cuscino e glielo diedi in faccia.

Mi alzai dal mio letto cercando la mia maglietta mentre cercavo di riagganciarmi il reggiseno.

- Marinette? - chiese la voce di mia madre.

- Arrivo! - esclamai.

Adrien si sporse dal letto, mettendo in mostra il suo fisico magro e asciutto.

- Taci! - esclamai.

Mi infilai la maglia e scesi al piano di sotto.

I miei genitori sarebbero dovuti tornare alla fine del mese, per quale razza di motivo erano tornati una settimana prima? E poi proprio sul più bello!

Avevo "liberato" Adrien da una settimana ma in realtà era ancora a casa mia.

A Villa Agreste non c'era nessuno e lui aveva deciso di stazionare nel mio letto.

Non che a me dispiacesse, insomma il suo corpo era comodo, bello e disponibile, di sua spontanea volontà poi.

Non lo avrei cacciato per nulla al mondo.

Da quando ci eravamo messi insieme, come era successo non lo avevo capito nemmeno io, gli avevo detto che era libero di andare dove voleva. Insomma, era il mio ragazzo non il mio prigioniero.
Ma no, voleva stare lì, in camera mia e nel mio letto, almeno finché non sarebbe tornato suo padre che avrebbe preteso di riaverlo a casa.

Dopo aveva deciso che avrebbe fatto la spola tra casa mia e casa sua.

Contento lui!

- Mamma, papà! - esclamai andando ad abbracciarli.

- Tutto bene piccola? - chiese mio padre.

- Certo perché? - chiesi.

Mia madre mi guardava maliziosa. Da quando mia madre mi guardava in quel modo?

- Sei tutta rossa e hai le labbra gonfie e...la maglia al contrario - mi fece notare papà.

Mamma rise.

- Ti abbiamo disturbato? -

- Emh...Mh...no...no...ma, siete in anticipo! -

Oh porca vacca! Che figura!

Non riuscivo a credere che dovevano capitare tutte a me!

Perché anche il mio corpo remava contro di me?

- Che succede Sabine? - chiese papà - Sai perché nostra figlia è strana? -

La mamma ridacchiò e mi fece una carezza sul viso.

- Che ne dici di far scendere il tuo amico? - mi chiese.

                             ***
Adrien's pov

Il padre di Marinette mi aveva squadrato in modo strano, sua madre aveva gli occhi che brillavano e un sorriso enorme.

Eravamo a tavola e Sabine, la madre di Marinette mi aveva detto di darle del tu e chiamarla per nome, aveva preparato un ottima cena.

- Quindi dormi qui? - chiese il signor Dupain.

- Emh...no, tornerò a casa - dissi.

Di malavoglia avrei voluto aggiungere ma stetti zitto.
Non potevo restare lì con i genitori di Marinette nei paraggi.

Ero sollevato del fatto che i genitori di Marinette non avevano capito che vivevo in casa loro da più di un mese.

- Andrò con lui - disse Marinette stupendomi - Suo padre è via per lavoro e lui è a casa da solo, quindi... -

Il padre di Marinette mi fulminò e io alzai le mani in segno di resa, per fargli capire che non avrei toccato sua figlia nemmeno con un dito.

Non era obbligato a sapere altro.

- Ragazzo mi auguro che... - fece l'uomo finché Sabine non lo fermò facendo un verso di sorpresa.

- Ora ho capito dove ti ho già visto! - esclamò.

Mi misi sull'attenti e lanciai un'occhiata a Marinette.

- Sulle pareti della camera di mia figlia! - esclamò - Non sei il figlio di Gabriel Agreste, il giovane modello del marchio Agreste! -

Mi portai una mano dietro alla nuca, imbarazzo.

- Eh si - dissi.

Be' avevo stupito anche il signor Dupain.

- Come...come caspita vi siete incontrati? - chiese perplesso.

Come ci siamo incontrati?
Con una botta in testa e una sedia che era stata la mia prigione per settimane.
Ma non lo dissi. Invece guardai Marinette e le presi la mano, facendo intrecciare le nostre dita.

                               ***

- Dovremmo proprio inventare una storia più credibile per tuo padre - dissi a Marinette mentre giocavo con una ciocca dei suoi capelli.

Alla fine avevamo convinto i suoi genitori a farla venire a dormire da me.
Gli avevo fatto fare il giro della Villa ma Marinette preferiva di gran lunga la mia camera e anche il mio letto.

Era mezzanotte passata e invece di dormire ce ne stavamo abbracciati sul mio letto, senza fare o dire nulla.

Mi piaceva quella tranquillità.

- Mi prenderò le mie responsabilità - mi disse lasciandomi poi un bacio sul collo.

- Gli dirai che mi hai rapito? - chiesi ridacchiando.

Marinette si strinse nelle spalle.

La strinsi a me.

- Non pensarci nemmeno - dissi - È una cosa nostra e che voglio rimanga come tale -

- Ma...-

- Niente ma, MyLady - ribattei.

Lei fece una faccia furba.

- Come mi hai chiamato? - chiese.

- Hai sentito -

- No, non è vero - ribattè.

Ridacchiai e le presi il mento con una mano, avvicinandole il viso al mio.

- Vediamo se questo lo senti - dissi a un centimetro dalle sue labbra - Ti amo, MyLady -

Lei sorrise e mi baciò.

- Anche io ti amo - mi rispose.

La baciai di nuovo e senza troppi complimenti gli infilai la lingua in bocca, rendendo il nostro bacio più appassionato.






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