Ti faccio pena?!

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Marinette's pov

Sbuffai per l'ennesima volta e lanciai un'occhiata ad Adrien che mi fissava dal pavimento.

Mi morsi il labbro e alla fine cedetti. Ero davvero pessima nel fare la persona cattiva!

Alya avrebbe fatto in modo diverso dal mio, si sarebbe comportata diversamente. Peccato che era stata categorica sulla questione che non voleva partecipare alla mia folle impresa. Sinceramente? Non la biasimavo affatto. Anche io me ne stavo pentendo amaramente.

Mi alzai dalla mia postazione e mi inginocchiai sul pavimento al fianco del mio prigioniero.

Sciolsi la corda che gli legava insieme polsi e caviglie, gli liberai anche le gambe e l'aiutai ad alzarsi in piedi. Per poco Adrien non inciampò sulle sue stesse gambe. Doveva essere sfinito, in effetti.

Lo feci sedere sulla Chaise Louisè (non so se si scrive così) e gli tolsi il nastro adesivo dalla bocca.

- Sono una pessima sequestratrice - ammisi sentendomi le guance in fiamme.

- Decisamente - mi rispose - Dovresti impegnarti di più -

Sorrisi e sollevai le spalle.

- Dovrei trattarti peggio di così - dissi.

Lui ridacchiò e mi guardò inclinando il capo di lato.

Accidenti! Faceva quasi tenerezza in quel modo.

- In effetti mi tratti troppo bene - disse - Chiunque altro mi avrebbe lasciato legato sul pavimento a marcire -

Annuii e mi alzai in piedi.

- Fammi il favore di non muoverti adesso -

- E non parlare - aggiunse lui.

- Si -

Tornai a sedermi e notai, con la coda dell'occhio, che si era messo più comodo. Voleva far vedere che se ne stava rigido e in ansia ma preferiva di gran lunga starsene seduto meglio.

Ripresi a studiare per 'interrogazione del giorno dopo.

Per tutto quel tempo mi ero data per malata. Diciamo che non mi fidavo nel lasciare Adrien da solo a casa. Comunque avevo capito come fare per non farlo muovere e scappare via. Tenerlo seduto e legato su una sedia era fattibile ma l'ultima volta si era spalmato sul pavimento e, più che preoccuparmi della sua fuga mi preoccupavo per la sua salute. Avrebbe potuto farsi seriamente male ed era l'ultima cosa che volevo.

- Ti faccio pena? - mi chiese ad un certo punto destandomi dai miei pensieri.

- Cosa? - chiesi confusa.

- Mi chiedevo se ti facevo pena - ripetè.

- Nel senso che mi fa pena vederti legato e steso sul pavimento freddo? - chiesi leggermente divertita.

- Bè si...anche - rispose.

- Quello devo ammettere di si - confessai - Non mi piace vederti messo male -

Adrien sospirò.

Quando capii che non avrebbe aggiunto altro tornai a concentrarmi sui libri. Dovevo studiare e non pensare al bel modello che tenevo prigioniero in camera mia.

Anche se quel'"anche" mi aveva lasciato perplessa. Chissà a cosa si riferiva?

- Marinette? - mi chiamò.

- Mh...-

- Devo andare in bagno -

***

Sospirò.

Sospirai.

Sbuffò...

Chiusi gli occhi.

Lo sentii gemere...

Fissai il libro.

Lo sentii trattenere il fiato...

Afferrai il cuscino e glielo tirai in faccia.

- Hai finito? - gli chiesi voltandomi a guardare Adrien in malo modo.

- Scusa - borbottò.

Mi stavo già pentendo di avergli tolto il nastro adesivo dalla bocca.

Però quelle labbra erano maledettamente tentatrici ed era un peccato enorme nasconderle dietro una striscia di nastro argentato.

Tornai a concentrarmi sui libri e lo ignorai.

Cinque minuti, durò cinque minuti la pace...

- Vuoi una mano? - mi chiese.

- Sta zitto Agreste! - esclamai esasperata.

Si strinse nelle spalle.

- Chiedevo - borbottò.

Lo fulminai per l'ennesima volta.

Non avrei mai pensato che fosse così esasperante e che non riuscisse a stare zitto per più di cinque minuti. Era meglio vederlo in copertina almeno stava zitto!
Però... però la sua compagnia non era così brutta.

Sbuffai e mi alzai dalla scrivania per raggiungerlo sulla chaise louge. Mi sedetti al suo fianco e incrociai le gambe, poggiando il libro sulle ginocchia.

- Allora aiutami - borbottai guardandolo di sbieco.

Adrien fece un mezzo sorriso e si avvicinò al libro per quanto gli fosse possibile con le mani legate dietro la schiena.

Per un attimo mi venne la tentazione di slegarlo per farmi aiutare meglio ma ancora non mi fidavo a lasciargli troppe libertà.

Sarebbe potuto scappare da un momento all'altro.

E, sinceramente, volevo tenermelo per me ancora per un po'.
Sapevo che avrei dovuto liberarlo ad un certo punto, quando i miei genitori fossero tornati e anche il padre ma, per il momento, volevo tenerlo per me, anche se da prigioniero.

- Che succede? - mi chiese guardandomi confuso.

Trattenni un sorriso davanti ai ciuffi che gli stavano coprendo gli occhi e chi gli davano un aria decisamente ribelle.

Allungai una mano e glieli scostai dal volto.

- Studiamo che è meglio - dissi schiarendomi la voce - E vedi di essere un buon insegnante perché altrimenti me la paghi -

Lui ridacchiò.

- Sono completamente nelle tue mani, MyLady -

Nel vero senso della parola...

Angolo me:

Ciao a tutti! Sono tornata anche qui.

Vi ricordo che questi sono capitoli di mezzo nella storia che non avevo scritto e che ho deciso di fare per allungare la storia come sapete la storia è appunto in revisione.

Se riesco tra questa settimana e la prossima spero di riuscire a concludere la revisione in modo che possiate leggerla al completo.

A questo proposito per favore fatemi sapere se il capitolo ve lo da in mezzo ai capitoli già scritti e non dopo l'epilogo.

Grazie per l'attenzione e al prossimo capitolo.


La mia cotta madornale!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora