chapter eighteen

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IZUKU

"Sono così carini!"

"Si ma, quello è il mio letto.."

"Chissene frega, sono troppo carinii."

"Tsk, Midoriya si merita di meglio."

"Eddai Shoto, sii felice per loro almeno una volta."

Aprii gli occhi lentamente quando alle mie orecchie giunsero alcune voci.

«Shh, si sta svegliando.»

«Uhm..» mugolai «ragazzi cosa..cosa ci fate tutti qui?» mi alzai a sedere stropicciandomi gli occhi.

«Fino a prova contraria è camera mia.» sbuffò Momo.

«Lo so m-mi dispiace.» abbassai lo sguardo imbarazzato.

«Cos'é? Un ritrovo per bambini speciali? Che cazzo avete tutti da guardare?» sbottò Bakugou svegliandosi di colpo.

«É camera miaa!» piagnucolò Yaoyorozu.

«E allora? Come se qua sopra tu non ci abbia mai fatto nulla.» ribatté innervosito Kacchan.

«Quello che Kacchan voleva dire è che..ora leviamo il disturbo.»

Mi infilai velocemente pantaloni e camicia sotto lo sguardo attento di tutti.

«Hey! Raccogliete le mascelle da terra, questo bel culo è mio.» mi diede una sculacciata, Bakugou.

Arrossii di colpo. «Io.. andrei..» borbottai prima di uscire di corsa dirigendomi verso casa mia.

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La strada per tornare a casa mi sembrò infinta. Scacciai ogni sassolino presente sul mio cammino.

Girai la chiave nella serratura, mia madre era appena uscita per andare a lavoro. Meglio, almeno avevo un po' di tempo per rilassarmi.

«Ma come siamo eleganti.» mi canzonò una voce a me conosciuta.

Mi girai di scatto verso la fonte di quella voce.

«M-mi hai spaventato..» misi una mano sul cuore palpitante.

«Era quello il mio intento.» ghignò il mio interlocutore.

«Che cosa vuoi ancora da me?» cercai di allontanarmi, ma la sua mano afferrò il mio polso.

«Perché non capisci quello che provo per te?» strinse la presa.

«Non posso farci niente se amo qualcun'altro!» alzai il tono di voce.

«Si ma tu ami qualcuno che non ti merita.»

«Lui mi merita più di chiunque altro!»

«Non è vero. Lui merita solo di soffrire!»,

Sbraitò, prima di sferrare un pugno nel mio basso ventre. Sputai un liquido color rosso scarlatto accasciandomi in un angolo del mio salotto. Strizzai gli occhi quando il dolore si fece acuto in un attimo. Cercai di rialzarmi, ma il suo piede fece pressione sulla mia schiena. La mia guancia rossa a contatto col pavimento freddo bruciava.

«Se non ti posso avere io, non ti avrà nessun'altro.»

Con la punta pesante delle sue scarpe iniziò a rifilarmi calci a raffica sull'addome. Sentii forse qualche osso spezzarsi. Le lacrime si mischiarono presto al vomito e al sangue formando un miscuglio rivoltante sul pavimento.

«Sh-Shinso ti prego sm-s..smettila.» provai ad urlare, ma la mia voce uscii flautata.

Si abbassò al mio livello, i suoi occhi colore pervinca si mischiarono per un attimo ai miei color smeraldo. Provai immediatamente una sorta di paura disgusto.

a little unsteady [bakudeku] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora