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Giù dal profondo abisso
del mondo risali, Chimera,
la china, la sera;
e la mattina ritorni
nella buia latrina, nel fosso
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Io ti conosco
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appesti i miei sogni
e contagi i pensieri
e mi rendi peggiore
di come ero ieri;
gli insani desideri
e i falsi bisogni
per mezzo dei quali
mi possiedi; siedi
ai piedi del letto
sul quale io dormo
adombrando il fulgore
del giorno, ti prego
lèvati e levati di torno;
e ancora, ti prego
non fare ritorno
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