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After all this time?

Elena era appena tornata a casa dal lavoro, l'aveva accompagnata Hans, nonostante lui avesse finito di lavorare parecchie ore prima.

-grazie a Dio sei tornata- disse suo fratello Federico appena la vide entrare in casa.
-cos'è successo?- alzó un sopracciglio confusa.

-il nonno...lui, lui è m...morto- vide scendere una lacrima sulla guancia del fratello.

Ad Elena crooló il mondo addosso, come era possibile?
Lui era uno dei famigliari che riteneva più intimi, dopo i fratelli.
Ed ora era morto e lei non riusciva nemmeno a realizzare come sarebbe cambiata la sua vita senza di lui.

-a quanto pare ha avuto un infarto nella notte, ecco perché non si era svegliato questa mattina- entró anche Gabriele nella stanza, aveva gli occhi rossi dal pianto.

Fu una cosa naturale, tutti e tre i fratelli si avvicinarono e si abbracciarono piangendo in silenzio.

-la zia Veronika mi ha detto che organizzano il funerale questo giovedì e venerdì c'è la lettura del testamento- parló Federico dopo un sacco di tempo.

Suonarono al campanello, solo quel suono sembró riportarla alla normalità.
Per un attimo pensó che dietro alla porta ci fosse il nonno, ma non era così.

-sono venuto appena ho potuto, mi dispiace- biasció Hans con il fiatone, nemmeno fosse corso a piedi.

Non era più vestito come oggi in ufficio, aveva un paio di pantaloni della tuta ed una maglietta nera.

Elena non parló neanche, lo abbracció e basta piangendo contro la sua maglia nera, almeno non si sarebbe visto se gliela avesse mai sporcata.

-andrà tutto bene, sono qui io- le sussurró baciandola tra i capelli biondi.
I fratelli della ragazza se n'erano andati, forse per lasciare loro un po' di privacy.

-ti porto a letto, su- le avvolse un braccio attorno alle spalle mentre salivano le scale di marmo della villa.
-e tu? Di sicuro hai qualcosa di meglio da fare, incece che passare il tuo tempo con una fontana umana- tentó di sorridere, ma non ci riuscì.
-detto fra di noi, quel caso di frode all'azienda farmaceutica può benissimo aspettare. Tu sei più importante- pronunció mentre entrava in camera sua.

Nonostante fosse sconvolta, si chiese come faceva a sapere qual era la sua stanza.

-tranquilla, non sono uno stalker, è che ti vedo correre, dalle finestre, per la stanza quasi tutte le mattine perchè sei in ritardo- le pizzicó la guancia per farla sorridere.

Indossó il suo pigiama mentre Hans era di spalle e poi si buttó a peso morto sul letto.

Il ragazzo si avvicinó al suo viso con le salviette struccanti.
-no guarda, non ho la forza di struccarmi- sospiró.
-domani mattina non voglio trovarti con il trucco colato quando mi sveglieró. Sì, scusami se mi sono autoinvitato, ma hai bisogno di una spalla su cui piangere stanotte. Quindi ti strucco io-

Elena distese le labbra in un sorriso che assomigliava più ad una smorfia.
In fondo, gliene era davvero grata. Stava facendo tutto questo per lei e senza chiedere nulla in cambio.

Chiuse gli occhi mentre Hans passava la salviettina sulle palpebre per togliere l'ombretto, le bruciavano gli occhi a forza di piangere.

-grazie per tutto quello che stai facendo- sussurró appena spense la abat-jour del comodino.
-ci tengo a te e mi dispiace vederti così- le bació la tempia abbracciandola.

Le venne in mente la sensazione di essere stretta forte da Andrea.
Perfetto, ci mancava solo lui per rattristarla di più.
Ancora non aveva superato l'averlo visto insieme a quella tipa nella videochiamata.

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