t w e n t y o n e

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Tutto il pubblico si alzó in piedi per l'arrivo del giudice.
Elena aveva le mani che sudavano, se la sua strategia fosse stata giusta, Andrea sarebbe stato libero.
Parlando di Andrea, non le aveva dedicato un'occhiata da quando aveva messo piede nell'aula.

-avvocato Jordan, iniziamo da lei- disse il giudice.
-con molto piacere, vostro onore, l'accusa chiama a testimoniare la signorina Elena Annelies Marcatton-

La bionda rimase piacevolmente sorpresa, quel legale da due soldi aveva tirato fuori gli attributi ed ora era il momento di iniziare a giocare sul serio.
Si sedette alla sbarra di deposizione e dopo aver giurato di dire la verità, prese un respiro profondo.

-signorina Marcatton, potrebbe descrivere la natura della sua relazione tra lei ed il signor Sacchi?-
-sono il suo avvocato, ovviamente- rispose facendo la sciocca.
-prima di questo momento, diciamo circa sette anni fa?-
-eravamo coinquilini, quando ero ancora all'università. Abbiamo provato un paio volte a stare insieme, ma non ha funzionato-
-perché?-
-non mi diceva la verità-

-lei sapeva che il suo fidanzato spacciava?-
-era un tipo violento, si metteva nei casini con la legge, ma non sapevo per quale motivo preciso. Ripeto, mi nascondeva molti aspetti della sua vita-

Andrea la guardó per la prima dall'inizio del processo.
Era sconvolto, lei stava mentendo sotto giuramento per lui.
In realtà Elena non stava raccontando cazzate, era la verità: Sacchi le nascondeva molte cose, semplicemente non aveva specificato quali.

-allora perché si è rimessa con lui se la teneva all'oscuro di tutto?-
-obiezione, vostro onore, irrilevante- esclamó rivolta verso il giudice.

-obiezione accolta, avvocato Jordan, la deposizione dell'avvocato Marcatton finisce qui. Ho sentito fin troppo parlare della sua vita privata- sospiró l'uomo con la toga.

-l'accusa vorrebbe chiamare un altro testimone: Andrea Sacchi-

L'avvocatessa e l'assistito si incrociarono nel tragitto tra il tavolo e la sbarra, lui le sfioró appena la mano.

-signor Sacchi, può confermare quello che il suo difensore ha detto poco fa?-
-sì certo, signore- disse con un sorrisetto guardando l'aula del tribunale.
Logan era in prima fila, assieme a Samantha.

Osservó Elena che tentava di sbirciare un messaggio dal telefono e quando ci riuscì, la sua espressione cambió radicalmente.
Gli venne un tuffo al cuore vederla così improvvisamente triste. Costava molto ammetterlo, ma lui le voleva ancora bene.

-anche la parte della droga?-
-questa è la parte in cui l'avvocato Marcatton dice "obiezione" assieme a qualche altra parola strana quindi diró soltanto che mi appello al diritto di qualche emendamento credo il quinto, o qualcosa del genere-

Elena si portó una mano alla fronte, dio, stava mandando a puttane tutto quanto.

-signor Sacchi questa non è una partita di basket, non c'è un limite alle obiezioni da fare. E il quinto emendamento è solo in America, qui si chiama facoltà di non rispondere-

Almeno il giudice l'aveva presa con una risata.

-dove si trovava la notte dell'omicidio?-
-ero uscito con dei miei amici per andare in qualche locale a Piccadilly Circus verso le dieci. Ci siamo ubriacati e non ricordo molto. Solo un messaggio che mi diceva di andare al porto. Lì ho trovato Juan morto-
-furbo da parte sua, tutta Piccadilly Circus è disseminata di locali. Non è successo altro?-
-i miei amici se ne sono andati perché avevo approcciato una ragazza- sorrise ironico per il termine.

-così i suoi amici le hanno dato il via libera. Ricorda qualche dettaglio di questa ragazza?-
-era bionda, con gli occhi azzurri e forse le lentiggini-

-perché la descrizione di questa fantomatica ragazza assomiglia molto ai tratti somatici del suo legale?-
In un attimo Andrea perse il sorrisetto sbruffone che aveva in volto.

-risponda signor Sacchi- intimó il giudice.
-signor avvocato del cazzo, la ragazza esiste e se per caso dovesse mai contattarla potrebbe dirle che si è molto divertita con me. In ogni caso, quella ragazza o meglio quella donna seduta lì- disse indicando Elena. -ecco, lei è stata il mio grande amore per una decina di anni, se non di più. Ogni tanto ho ancora bisogno di pensare a come sarebbe la mia vita se non le avessi mentito-

Per tutto il tempo aveva fissato la bionda, aveva detto la verità. A volte sperava che quella ragazze bionde trovate nel letto la mattina fossero Elena, ma non accadeva mai.

-non ho altre domande, vostro onore- sospiró l'avvocato tornandosene al posto.

-non si alzi, signor Sacchi, adesso è il mio turno per farla deporre- disse Elena schiarendosi la voce per tornare con la mente al processo, nonostante la notizia sconvolgente che aveva appena ricevuto.

-sì signora- sorrise malizoso e si rimise sulla sedia.
-le daró l'occasione di confermare quello che ha detto un attimo fa alla mia controparte: si trovava davvero nella zona di Piccadilly Circus?-
-sì, certo, perché avrei dovuto mentire?-
-non è suo compito farsi questa domanda- ribatte Jordan per poi venire richiamato al silenzio dal giudice.

-molto bene signor Sacchi, il nome Tiger Rumba le dice qualcosa?-
-credo di sì-
-signore e signori della giuria, quello è locale in cui il mio cliente si è trovato con i suoi amici, proprio a Piccadilly Circus-

Andrea socchiuse gli occhi con fare indagatore. Come faceva a saperlo?
Significava che Elena si era guardata ogni singolo filmato di ogni singola telecamera della zona di Piccadilly, che non era per niente piccola.

-vostro onore, la mia collega non sa che servono delle prove a confermare questa teoria-
-oh, eccome se possiedo le prove. Le possiede anche lei-

Il suo avversario si inviperì ancora di più.
Elena stava mentendo, aveva consegnato le prove quella mattina, dicendo al corriere di scrivere la data del giorno prima.
Era l'unico modo per vincere la causa e liberare Andrea.

-non sono state visionate da me!-
-gliele ho fatte recapitare dalla sua segretaria proprio ieri sera. In ogni caso dentro quest'aula ci sono persone pronte a testimoniare di essere stati al Tiger Rumba con il mio cliente!-

-adesso basta. Avvocato Marcatton, mi dia queste dannate prove- si spazientì il vecchio con la toga.
-subito, vostro onore- prese da sopra al tavolo due fascioli, uno lo diede ad una guardia da consegare al giudice e l'altro lo diede alla giuria.

-come potrete vedere, la versione del mio cliente è confermata: è entrato nel locale alle dieci, indicate dalla telecamera di sorveglianza. È rimasto lì anche quando i suoi amici se ne sono andati, poi si è avvicinato ad una ragazza bionda con gli occhi chiari e forse le lentiggini, che, guarda caso, è la descrizione fornita dal signor Sacchi e che può assomigliare a me, vero avvocato Jordan? Per evitare equivoci, mi trovavo a Berlino quella notte- sorrise sghemba rivolta alla sua controparte.

-inoltre le telecamere della stada possono confermare che è tornato a casa accompagnato da questa famosa ragazza e che c'è rimasto fino alle quattro del mattino, quando si è diretto al porto- disse continuando a sorridere per ostentare una sicurezza che non aveva.

-signore e signori della giuria, vorrei ricordare che l'omicidio è stato compito nel porto di Dover alle due di notte, a quasi due ore e mezzo di metropolitane dall'abitazione del mio cliente e da Piccadilly Circus-

-la sua deposizione è terminata: non ho altre domande, vostro onore- tornó al tavolo.

Andrea la guardava orgoglioso e pieno di rispetto.
Quella ragazzina insopportabile si era trasformata in una donna con le palle.

-l'assemblea si riunisce. Signor Sacchi, lei è libero fino alla seduta finale del processo che si terrà domani pomeriggio alle cinque- deliberó il vecchio battendo il martelletto dopo aver osservato con attenzione Elena sedersi.

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