Dopo la tempesta

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Questo è stato il frutto di una di quelle rare serate in cui le parole scorrono da sole e si scrivono 4000 parole in un paio d'ore. Una benedizione. 

E okay, questo dovrebbe essere il punto in cui spiego tutto il contesto e cosa è successo prima, perchè i personaggi sono lì e stanno facendo quelle cosa, ma il punto è che non lo so. NON LO SO. Non ne ho idea. Nebbia totale in val padana. 

Però se continuo ad essere ispirata, potrei anche trasformarla in una piccola serie di one-shot...

***

Padmè emise un verso di irritazione e quasi lanciò il datapad sul tavolo circolare a cui erano seduti in posizioni sparse. Anakin alzò lo sguardo dai rapporti della Rogue Squadron sulla loro missione su Tatooine e le lanciò un'occhiata di sbieco. In un'altra vita, avrebbe cercato di consolarla o perlomeno le avrebbe chiesto cosa esattamente la turbava, a parte l'ovvio del loro attuale lavoro. Dopotutto, stavano investigando per cercare di scoprire chi fosse il cacciatore di taglie mandato ad ucciderla e per chi lavorasse. La pista che stavano seguendo li aveva portati subito su Tatooine, dove gli Hutts non erano esattamente felici del lavoro che Padmè stava facendo per liberare gli schiavi e dare al pianeta una qualche sorta di governo democratico. La vista della taglia astronomica sulla sua testa castana rendeva Anakin allo stesso estremamente orgoglioso ed estremamente terrorizzato. Nella realtà non si meritava di provare nessuna delle due emozioni. L'aveva ferita con rabbia, sia emotivamente che fisicamente, un atto immondo che tradiva tutto ciò che erano stati. Non importava che fossero passati vent'anni, mille vite in mezzo, e tanto lavoro per rimediare da parte sua, non sarebbe mai più stato degno di stare al suo fianco in quel modo e se anche lo fosse stato sarebbe stata Padme a non volerlo. In qualche maniera, aveva fatto pace con quella consapevolezza, ma questo non rendeva le cose tra loro meno tese.

Padmè, il cui ritorno sulla scena era comprensibilmente stato sorprendete per tutti, aveva deciso che una carriera politica non faceva più per lei e si era dedicata ad un altro tipo di missione, molto meno importante a livello della galassia in generale, ma molto di più dal punto di vista personale. Insieme ad un gruppo di compagni fidati, tra cui spiccavano le sue ancelle di un tempo, si era imbarcata nell'ambiziosa impresa di porre fine alla schiavitù nell'Orlo Esterno. Nonostante Anakin sapesse che non lo stava facendo specificamente per lui, non gli sfuggiva il fatto che una parte della sua storia passata avesse influito almeno in parte nella scelta. E il fatto che fosse un questione molto vicina al suo cuore e in cui spesso si interessava in quanto Generale della Nuova Repubblica, rendeva i loro incontri in situazioni più o meno formali più frequenti di quanto si sarebbe aspettato. E non era necessariamente una buona cosa.

Non che vederla piena di vita e all'opera non gli riempisse il cuore di gioia, ma la pugnalata di dolore che seguiva per non poter nemmeno sperare un giorno di essere al suo fianco l'avrebbe evitata volentieri. Anche se non osava ammetterlo neanche a sé stesso, essere al suo fianco a combattere gli schiavisti volando liberi nella galassia, senza Jedi o politica a trattenerli, era più o meno il suo più grande sogno da sempre. Ma doveva solo ringraziare sé stesso per il fatto che gli fosse negato e forse vedersi sventolare sotto il naso ciò che aveva sempre desiderato senza che potesse afferrarlo era la punizione adeguata a tutto il male che aveva fatto nella galassia.

Francamente, Anakin non pensava che nessun essere vivente avesse mai raggiunto il livello di imbarazzo che generavano quando lui e Padmè si incontravano per una missione o altre cose del genere. Non avevano mai intrattenuto una conversazione su niente di più personale delle previsioni del tempo. Si trattavano con anonima gentilezza, ma senza la spontaneità del loro rapporto passato. Anakin avrebbe voluto che gli dicesse chiaro e tondo cosa voleva dai lui. Voleva che si comportassero come due amici? Due conoscenti? Voleva semplicemente che si ignorassero a vicenda? Anche volendo, quello non sarebbe mai stato possibile. Avevano due figli insieme, che volenti o nolenti li avrebbero sempre legati. E Padmè stessa era indecifrabile. A volte si fermava a guardarlo con una strana espressione negli occhi scuri, nei quali sembrava nascondersi un universo inesplorato, altre volte era fredda e calcolatrice, precisa nel suo lavoro e Anakin non sapeva mai come reagire.

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