Proposta di matrimonio

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"M'lady, ho delle importanti notizie da comunicarle." Padmè fissò il viso preoccupato di Sabè trasmesso dall'holoproiettore di fronte a lei e sospirò tra sé. Già sapeva che le notizie non sarebbero state buone. C'era da aspettarselo, dopo gli eventi disastrosi di Geonosis. Il Conte Dooku aveva catturato  Obi-Wan, condannato a morte una rinomata senatrice e due Cavalieri e sferrato un battaglione di droidi da battaglia contro i Jedi accorsi in loro soccorso. La situazione era già abbastanza critica anche senza considerare le terribili ferite inferte ad Anakin e Obi-Wan da parte del Conte di Serenno e la misteriosa apparizione del Maestro Yoda con un esercito di cloni.

"La Regina Jamilia mi ha contattato. Chiede se lei se la senta di continuare con il suo mandato in Senato, dopo gli ultimi avvenimenti."

Padmè raddrizzò le spalle e strinse le labbra in una linea sottile. Conosceva moderatamente bene Jamilia, e comprendeva che il sottile invito a farsi da parte, nasceva da un sincero desiderio di proteggere il suo popolo. Non era per nulla semplice sbrogliare il caos di eventi che si erano ingarbugliati intorno a Geonosis, con dichiarazioni e smentite che si alternavano incessantemente sull'holonet, e Padmè riconosceva che la sua presenza nell'equazione era ancora da chiarire.

Per essersi battuta così tanto per evitare una scontro armato, aveva combattuto nella prima battaglia che si era tenuta, al fianco dei Jedi e dell'esercito. Senza contare il fatto che la lista dei suoi nemici si era allungata parecchio, e con questo i possibili tentativi di ritorsione sul suo amato pianeta natale. La senatrice comprendeva le preoccupazioni della Regina – erano in guerra, e non si poteva mai prendere una precauzione di troppo – ma sapeva anche che erano inutili.

Non si sarebbe ritirata, non ora quando il suo lavoro sarebbe servito maggiormente. Lasciare la galassia nelle mani dei guerrafondai militaristi non rientrava nei suoi piani.

"Informa la Regina che le mie condizioni sono in miglioramento e che tornerò in Senato alla fine del mio periodo di congedo. Dille anche che le invierò un rapporto dettagliato degli avvenimenti della battaglia di Geonosis e che sono disponibile ad holoconferenze in caso abbia bisogno di chiarimenti."

"Certo, M'lady." Disse Sabè, con un piccolo inchino della testa. "Si rimetta presto."

Padmè sorrise un'ultima volta, poi chiuse la comunicazione. Pensierosa, si appoggiò allo schienale del sedile girevole su cui era seduta e roteò su stessa. Da quell'angolazione poteva vedere Anakin, seduto ai comandi che pilotava espertamente la nave attraverso lo spazio. Aggiustò un paio di pulsanti, poi tirò una leva e le stelle che brillavano sopra Coruscant si trasformarono del famigliare turbinio dell'iperspazio.

Come avvertendo il suo sguardo, Anakin si voltò e le lanciò un sorriso, dolce e sincero, e così innocente che le fece stringere il cuore. Era preoccupata per lui. Il trauma di aver perso la madre e il braccio destro nell'arco di ventiquattro ore standard, avrebbe provato anche la più impassibile delle persone.

Padmè si alzò dalla postazione di comunicazione si unì a lui nella plancia di pilotaggio, appoggiandogli un delicato bacio sulle labbra mentre passava.

"Siamo in rotta per Naboo." La informò Anakin. "L'arrivo è previsto tra 10 ore circa."

Padmè annuì e si sedette al posto del copilota.

"Stai bene?" chiese Anakin, osservandola con un sguardo inquisitore. "Sembri preoccupata."

Padmè sobbalzò, sorpresa dal fatto che avesse notato i suoi pensieri, e alzò un sopracciglio. "Stai usando i tuoi trucchetti da Jedi?"

Anakin scoppiò a ridere. "Te l'ho detto, funzionano solo sulle menti deboli. La tua è tutto tranne che debole."

Padmè ridacchiò piano e allungò un braccio per prendergli la mano. Stavano ancora scoprendo questa nuova realtà di essere insieme e ogni piccolo gesto sembrava avere una grande importanza. Anakin, tuttavia, cercò di ritirare il braccio dalla sua stretta e Padmè realizzò con un sussulto che era il suo nuovo arto meccanico. Con pura determinazione gli artigliò le dita e non gli permise di mollare la presa e Anakin rinunciò velocemente. Quando iniziò a disegnarle cerchi immaginari sul dorso della mano, Padmè sentì la propria soddisfazione che la invadeva. Non gli avrebbe permesso di vergognarsi.

"Sul serio," continuò Anakin, scegliendo di non parlare dell'argomento. "Cosa succede?"

Padmè soffiò una ciocca di capelli via dal naso. "A parte la guerra galattica?"

"Sì. A parte quello." Anakin la stava fissando con i suoi onesti occhi azzurri, ansioso di aiutare, e Padmè si ritrovò incapace di negare l'ovvio. A che pro poi? Sospirò e chiuse per un momento gli occhi.

"Ho paura. Non per gli assassini o i cacciatori di taglie. Ho paura per quello che questa guerra farà alla popolazione. Così tante vite potrebbero essere sprecate, vite innocenti."

"Abbiamo combattuto solo la prima battaglia e il costo delle vite è già troppo alto." Disse Anakin, in un sussurro.

"Già." Convenne Padmè, ricordando i cadaveri dei Jedi accasciati tra la sabbia dell'arena di Geonosis. "E quante altre ce ne saranno? Non sopporto che la gente soffra in questo modo, senza che io faccio nulla."

"Lo so." Rispose Anakin, con un mezzo sorriso. "Ed è per questo che ti amo, Padmè."

Padmè si voltò a guardarlo – i suoi occhi ardenti e sinceri e le guance lievemente imporporate per l'imbarazzo – e fu colpita di nuovo da un forte sentimento di affetto. Nonostante fosse stato chiaro in ogni suo gesto, non glielo aveva mai detto così esplicitamente. Sorridendo, si sporse ed indugiò a qualche centimetro dalle sue labbra.

"Allora è una buona cosa che ti ami anch'io." Eliminò la distanza tra le loro bocche e si godette un lento e tanto desiderato bacio.

Quando, dopo una quantità di tempo decisamente troppo breve, si separarono e Padmè torno al suo sedile, Anakin continuò a fissarla, con uno sguardo preoccupato. "Sicura di stare bene?"

Padmè esitò ed abbassò lo sguardo. "Sabè mi ha contattato. La Regina chiede se sono in grado di riprendere il mio posto in Senato." Disse con voce triste.

"Cosa?" Esclamò Anakin, scattando in piedi all'improvviso e facendo sobbalzare Padmè. "Vuole che ti ritiri dal Senato?"

Padmè sorrise lievemente. "La mia posizione non ancora stata chiarita. Provvederò a farlo e spero che la questione si risolva."

"La Regina è pazza se pensa che cacciarti dal Senato possa migliorare la situazione!" esclamò con veemenza Anakin. "Ora più che mai la galassia ha bisogno di te, con la tua determinazione, la tua onestà, la tua umanità e generosità. Nessuno potrebbe mai essere migliore di te nel fare in modo che lo spargimento di sangue sia limitato."

Padmè si ritrovò momentaneamente incapace di replicare davanti agli elogi di Anakin. Era fermo in piedi di fronte a lei, con le mani sui fianchi e l'espressione piena di rabbia indignata. Non era mai stato più carino.

"Il lavoro che hai fatto è sotto gli occhi di tutti. Per la Forza, hai salvato Naboo dall'invasione della Federazione dei mercanti quando avevi solo 14 anni. Sei stata la più strenua avversaria della guerra fin dall'inizio. Nessuno potrebbe mai dubitare della tua lealtà, nessuno." Continuò Anakin infervorato. "E poi, ti conosco. Ami troppo la politica e aiutare le persone per riuscire a fare tranquillamente un passo indietro. Ti distruggerebbe. Non lasceremo che accada, dobbiamo fare qualcosa per evitarlo."

Il suo discorso vagamente sconclusionato colpì Padmè più forte degli artigli di un Nexu. Anakin teneva a lei più che a qualsiasi altra cosa, e non voleva possederla tutta per sé come una specie di bambola di porcellana - voleva che realizzasse i suoi sogni e la sua carriera, a cui aveva dedicato tanto tempo e dedizione. La galassia era appena piombata nel caos più totale, sconvolta dalla guerra, e ogni minuto strappato alla violenza sembrava già un miracolo in sé. Non c'erano garanzie che entrambi sarebbero sopravvissuti al conflitto, anche se lei lo sperava con tutto il suo cuore.

Guardando negli occhi appassionati di Anakin Skywalker, Padmè capì di essere pronta.

"Senti, siamo già in viaggio per Naboo. Ci possiamo fermare a Theed e andare a parlare con la regina per convincerla che-"

"Anakin, vuoi sposarmi?" chiese Padmè, osservandolo con adoranti occhi lucidi.

Anakin spalancò la bocca e aggrottò le sopracciglia. "Cosa?"

Padmè sorrise e fece un respiro profondo. "Anakin, vuoi-"

"Sì." La interruppe Anakin secco.

"Beh, non devi rispondere subito-"

"Sì."

"Puoi prenderti un minuto per-"

"No."

Anakin e Padmè si guardarono. E sorrisero.

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