Dopo la tempesta 2.0

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"Sei sicura che sia la scelta più saggia?” Anakin si strattonò il colletto della tunica e deglutì a fatica.

Padmè si portò al suo fianco e gli appoggiò una mano sul braccio. Entrambi fissarono il bagno di folla che aspettava tre piani più in basso davanti al palazzo reale di Theed.

“Cosa potrebbe andare storto?”

“Vuoi un elenco in ordine alfabetico o cronologico?"

Padmè sbuffò e gli diede una leggera gomitata nelle costole. Anakin sospirò e le mise un braccio intorno alle spalle.
“Be’ la gente parlerà. I più fedeli all’impero diranno che mi sono alleato con una traditrice e procederanno a lanciare insulti nei tuoi confronti. Viziata, privilegiata, disturbatrice dell'ordine pubblico. I sostenitori dell'Alleanza diranno che io ti sto raggirando per ottenere approvazione. Metteranno in evidenza come io non ti meriti e finirò per corrompere definitivamente la tua anima candida.”

Padmè rimase in silenzio per alcuni secondi, soppesando le sue parole. “Quindi,” disse lentamente. “Gossip.”

“Gossip di cattivo gusto.” Corresse Anakin. “E non voglio pensare alle conseguenze che avrà sulla reputazione dei nostri figli.”

“Oh per la Forza. Tutti i successi di Leia e Luke dimenticati per dei pettegolezzi.” Esclamò Padmè. “La credibilità di Luke come Cavaliere Jedi, quella di Leia come esponente politico.”

“Ecco, adesso mi ci hai fatto pensare.” Borbottò Anakin. “E la tua organizzazione per la liberazione degli schiavi? E se perdesse l’appoggio di molti perché sei… associata me?”

“Fantastico.” Disse Padmè sarcasticamente. “Adesso tutte le tue paure sono anche le mie.”

“Mi dispiace.” Mormorò Anakin sinceramente, implicando molto di più della trasmissione di pessimismo.

Rimasero in silenzio a fissare le marea di persone in basso. La situazione non era nemmeno così complicata. Dovevano semplicemente attraversare la piazza e imbarcarsi sulla nave che li attendeva per riportarli su Coruscant dopo un’udienza con la Regina. Ci si aspettava che si fermassero qualche minuto a salutare gli abitanti di Theed, radunatasi per vedere la loro eroina Padmè. Visti i recenti sviluppi tra di loro, potevano uscire di lì come una coppia o mantenere l'apparenza di una cordiale amicizia. La scelta era solo loro. Ed era terrificante per una serie di ragioni che potevano essere elencata in ordine alfabetico o cronologico.

“No, no, no.” Ringhiò Padmè all'improvviso, scuotendo la testa. “Non faremo così. La paura ci sta paralizzando.”

Anakin voltò il viso verso di lei che lo fissò negli occhi. “Non ho mai desiderato altro che poterti amare apertamente. Non ci rinuncerò solo perché qualche giornalista da due soldi non ha niente di meglio di cui scrivere. Se tu sei con me, non voglio più dover fingere.”

“Ho una gran brutta reputazione. Totalmente meritata.” Le fece notare Anakin.

Padmè sorrise e gli soffiò un bacio leggero sul collo, facendolo rabbrividire. “Lo so. Ma ci meritiamo un dolce epilogo, tesoro.”

Anakin chiuse gli occhi per qualche secondo, un lieve sorriso di incredulità e gratitudine che gli aleggiava sulle labbra. Poi le prese la mano e intrecciò le dita con le sue. “Io sono sempre con te, Angelo.”

Padmè sorrise radiosa.

E quel pomeriggio su Naboo, Anakin e Padmè fecero impazzire i tabloid intergalattici uscendo in piazza a Theed mano nella mano.

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