SECOND

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Appena rientro in camera decido di mandargli un messaggio, <Buongiorno Alberto, grazie per ieri sera!A più tardi> scrivo velocemente e invio. Siamo tornati neanche alle due, come è possibile che abbia fatto mattina, e soprattutto con chi, visto che erano tutti in discoteca tranne noi?
Mi arriva un messaggio sul telefono e noto con sorpresa che è di Alberto, <<Buongiorno Tish, se vuoi puoi venire in camera mia, tanto sono solo.>> mi sbuca un sorriso senza neanche accorgermene e senza pensarci su mi fiondo verso la camera davanti alla mia. Quando busso alla porta mi risponde una voce sepolcrale che non riconosco. Mi assicuro di non aver sbagliato camera e socchiudo la porta. Alberto è steso sul suo letto, a pancia in giù e con le braccia a penzoloni. «Allora, mi hanno detto che hai fatto nottata!», esclamo ad alta voce, lasciandomi scappare una risata. Forse è addirittura messo peggio di me in quanto a mal di testa.
Alberto si volta a guardarmi, anzi, a fulminarmi con lo sguardo.
«Si, ho deciso io di ubriacarmi fino a non reggermi in piedi!».
«Beh,potevi anche lasciarmi lì!», ribatto, arrivando al letto e lasciandomi cadere pesantemente accanto a lui.
«Neanche morto!».
«E allora non lamentarti!»
«Non mi sto lamentando.Sto solamente dicendo come sono andate le cose!».
Gli rifilo una gomitata sulle gambe e lui urla prima per la sorpresa e poi per il dolore.
Alberto contrattacca con un pizzicotto sulla pancia. Particolarmente forte.
«Ahia! Va che mi lasci il livido, cretino!», strillo, massaggiandomi il fianco. «Hai cominciato tu! E non urlare sempre mamma mia!».
«Io urlo quanto mi pare e piace!».
«Allora vattene in camera tua e smettila di rompere!».
«Si, me ne vado perchè oggi mi stai sulle palle!».
«Oh ma va che sei forte eh? Vieni qui, dopo che ti ho salvato da un maniaco e ti ho riportato nel tuo letto, ti metti a tirarmi le gomitate e urlare come una matta e poi dici che ti sto sulle palle?».
«Sei tu che hai cominciato a prendermi in giro perché non mi reggevo in piedi, ora che vuoi?». «Dai, ok, basta litigare che mi sono stancato! Mi fai i grattini sulle braccia?». Muovendo solo la testa e le braccia Alberto riesce ad inchiodarmi al suo letto.
«Non ci penso nemmeno!». Questo ragazzo è allucinante. Più penso di conoscerlo, più mi stupisce ogni volta.
«Dai, Tish!Penso di meritarmeli no?» mi piazza il suo braccio sul grembo e mi guarda con la tipica espressione da cane bastonato.
«Uffaaaa!», sbuffo, alzando gli occhi al cielo, ma poi finisco per accontentarlo.
Per qualche minuto rimaniamo in silenzio, lui con gli occhi chiusi a godersi il grattino e io che guardo il soffitto. «Comunque grazie, senza te non so che fine avrei fatto.»
«Ah non c'è di che, per fortuna anche Ludovica era tornata in albergo prima e mi ha fatto compagnia fino a che non sono rientrati gli altri.» Ecco con chi aveva fatto mattina, ora è tutto più chiaro.«Ti piace vero?» Cosa?
«E'? Si è una bella ragazza ma non so..» risponde lui confuso.
<<Invece a te..piace Alvis vero?>> incalza lui senza neanche aprire gli occhi. <<Cosa?Nono ma che vai a pensare!Non mi piace assolutamente Alvis!>> rispondo io alzandomi dal letto, in quello stesso momento lui fa lo stesso e mi ritrovo la sua faccia a meno di 10 cm dalla mia, <<e allora chi ti piace?>> mi intima guardandomi negli occhi. <<Nessuno chi mi deve piacere>>nesclamo alzandomi da letto e andando verso la porta, <<è meglio che io vada, ci vediamo più tardi!>> dico già nel corridoio. Non appena entro in camera mi butto sul letto e cerco di pensare alle parole che mi ha detto Alberto. In realtà non so bene come possa, un ragazzo esuberante come lui, legare con una ragazza seria e riservata come me, ci ho parlato un po', ma solo perché ieri sera mi ha riportato a casa. Comunque sia, non mi interessano queste cose.Non mi sono mai piaciuti i gossip e mai mi piaceranno. Quel pomeriggio decido di restare tutto il tempo in camera e riposarmi per la puntata che sarebbe stata il giorno dopo.

Non appena finisce la puntata, tutti ci dirigiamo in sala relax, «Stasera usciamo. Andiamo a mangiare la pizza e poi un mega gelato!» esclama Mameli, ma molti non sono d'accordo, «io ho troppo sonno» dico subito cercando di tirarmene fuori il prima possibile,«Eh no bella, tu vieni eccome!Siamo io, te Alessandro e Alvis!Una bella uscita a quattro». Urla Arianna euforica.
Sbuffo ma annuisco, «A cinque, semmai», interviene una voce divertita, dietro di noi. Mi volto e vedo Alberto. «Perchè in cinque?», gli chiede Alvis, sospettoso. «Perché vengo anche io!Arianna me l'ha appena detto», risponde lui, alzando le spalle e lanciando contemporaneamente la bottiglia dell'acqua per poi farla tornare in piedi. «Oh, fantastico!» dice Alvis, che però non sembra molto entusiasta della cosa. Quando torniamo al residence, sono talmente stanca che mi infilerei volentieri il pigiama e mi metterei nel letto. Ma ormai ho promesso ad Arianna che sarei andata e quindi sono costretta ad andare.
Ne approfitto del quarto d'ora di libertà che ho,mentre la mia compagna di stanza si fa la doccia, e vado in terrazzo a fumare una sigaretta.
Mi stringo nel cappotto e mi siedo sul bordo di una pianta.
Sono così presa dai miei pensieri che non mi accorgo che qualcuno è dietro di me,  mi volto per vedere chi è entrato in terrazza.
«Ma sei ancora conciata così?» è la domanda di Alberto, quando si accorge della mia presenza. È già vestito di tutto punto per uscire a mangiare, con il suo cappotto nero di pelle e i capello all'indietro.
«Ciao Albe, anche a me fa piacere vederti!», sospiro alzando gli occhi al cielo.
Lui sorride. «Mi piace quando mi chiami così, sembra che mi vuoi bene.» dice, tenendo il cellulare tra le mani.
«Ma chi ti dice che non te ne voglio?!»chiedo, chinandomi ad allacciarmi la scarpa.
Quando mi rialzo, mi trovo il viso di Alberto a due centimetri dal mio.
Caspita, è pazzesco come si muove veloce e silenzioso sto ragazzo!
«Non lo so Tish, impressione mia» annuncia, ridacchiando divertito.
Devo battere un paio di volte le palpebre prima di rispondere.
Non lo fa spesso...ma quando sorride diventa completamente un'altra persona.

buona lettura guys🧸

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