THIRD

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«Ah..no ti sbagli fidati.», rispondo a mia volta, «Beh meglio cosi!» dice lui sorridendo e cominciando a comporre un numero sul tuo telefonino.«Ora va a prepararti,sennò c'è il rischio che ti lasciamo qua!E sarebbe un peccato..»
Ignoro la sua ultima frase e accetto il consiglio di buon grado, anche perchè sono ancora sudata e perchè ci metterò una buona mezzora a lavarmi,vestirmi e truccarmi.
Così raccolgo la borsa e sgattaiolo via dalla terrazza,non prima però di cogliere un brandello della telefonata di Alberto.
«...ne abbiamo già parlato.Se vuoi possiamo vederci di nuovo,ma non credo che sia una buona idea. Si...ok. Stasera alle dieci. Vedrò di farcela...».
Ahi, ahi.Non sembra che stia parlando con sua madre.
A quanto pare la serata di Alberto potrebbe essere rovinata dal personaggio misterioso che c'è all'altro capo del telefono.


«...che dici Tish?Tish?».
Le parole (urlate da dieci voci diverse) riescono a far breccia nei miei pensieri. «Cosa?», balbetto, facendo vagare lo sguardo tra i miei amici. «Niente, l'abbiamo persa!», sospira Arianna, con un'occhiata eloquente ad Alvis. «Scusate, ero soprappensiero!» «Ce ne siamo accorti!» ridacchia Arianna, lanciandomi una nocciolina che va a infilarsi proprio nella scollatura della maglietta «Ooopss!». Tutti scoppiano a ridere.
Alla fine, la serata a quattro prevista da Alvis non è stata rovinata solo dalla presenza di Alberto. Mentre ci apprestavamo ad uscire, Alessandro è sbucato fuori dalla stanza urlando che se rimaneva ancora qualche minuto in camera a cercare di ripassare i testi affidati dalla commissione sarebbe scoppiato. Alvis ha sospirato, ed è tornato in camera a prendere le chiavi della sua macchina. Poi, quando eravamo tutti sui divanetti della hall ad aspettarlo, sono sbucati Giordana, Jefeo e Ludovica e si sono accodati a noi. Seguite a ruota da Vincenzo e Miguel, appena tornati dal centro commerciale.  Il proprietario della pizzeria è quasi sbiancato vedendoci arrivare in massa, dato che aveva prenotato un tavolo solo per quattro.
Alla fine, dopo un quarto d'ora di saluti e foto con le persone che ci hanno riconosciuti, siamo riusciti a sederci al tavolo e ad ordinare le pizze.
Io sono incuneata nell'angolino destro tra Alvis e Alberto, quasi nascosta tra loro.
La conversazione, da cui mi ero brillantemente staccata, verte sulla diretta di sabato e sulle probabili esibizioni che ci saranno.
«Sei pronta con i brani che ti hanno assegnato?», mi chiede Alvis, urlando un po' per sovrastare gli schiamazzi degli altri.
«Si abbastanza, ho anche un pezzo in italiano», sospiro, ma poi vengo distratta dallo squillo del cellulare di Alberto.
Lui fissa il display per qualche secondo. Poi si alza, agguanta il cappotto e si fa strada per uscire dal tavolo.
«Ehi Alberto! Le pizze stanno per arrivare! Dove te ne vai?», urla Mameli, dall'altra parte del tavolo.
«Arrivo, cominciate anche senza di me!», risponde lui e velocemente sparisce fuori dal ristorante. Lo seguo con lo sguardo finché non lo vedo più. Poi mi volto verso Ludovica. Anche lei sta guardando il punto in cui è sparito Alberto.
Incrocia il mio sguardo e lo abbassa. Poi prende il cappotto accanto a me e mi guarda con aria interrogativa.
Di colpo afferra la sua borsetta e si dirige verso la porta «Vado veloce in bagno!», dice agli altri, che sono tutti presi dall'arrivo delle pizze per accorgersi di lei, intanto Ludovica è già fuori.  Ma non doveva andare al bagno? Ero sicura volesse spiare la telefonata di Alberto. Di colpo mi sento un nodo alla gola, non riesco a mandare giù neanche l'acqua. Mi convinco che ci vorrebbe proprio una bella sigaretta, guardo con desolazione la mia pizza con le patatine fritte, bella fumante e calda che mi aspetta e mi alzo anche io senza prendere neanche il giacchetto.
«Che freddo!» brontolo piano quando esco all'aria gelida, osservando Ludovica che si alza sulle punte per vedere dov'è finito Alberto. Sono quasi sicura le piace. D'altronde come dargli torto?Ha due occhi bellissimi che parlano, un sorriso micidiale, un modo di fare che adoro..ma comunque, questo è stalking.
Io lo facevo a tredici anni, quando andavo a spiare il ragazzo della terza B che mi piaceva tanto.
Ma, ripeto, avevo tredici anni. E il ragazzo di terza B non si sarebbe arrabbiato come penso si arrabbierà Alberto quando la scoprirà. Cosa che sicuramente succederà.
In effetti lo capisco, neanche io vorrei che qualcuno sentisse le mie conversazioni private.
Beh, in realtà io l'ho sentito parlare in terrazza ma è stata una cosa del tutto involontaria.
Insomma, perchè dovrebbe interessarmi la vita privata di Alberto Urso?
Di colpo Ludovica si nasconde dietro una pianta particolarmente grossa del ristorante,mentre io mi appoggio con la spalla all'arco dell'entrata.
Il gruppo chiacchierino di signori di mezza età che sta davanti alla pianta si sposta,così che la voce di Alberto e il suo viso imperscrutabile arrivano anche a noi.
«...non posso mollare tutto e raggiungerti ora! Avevamo detto le dieci....no, senti, aspetta un attimo...mi fai parlare?Dove sei?».
Accidenti,sembra davvero preoccupato.E arrabbiato.
Mio malgrado, sono curiosa...
«Ok, stai lì. Sto arrivando. Ciao».
Alberto chiude improvvisamente la conversazione e torna velocemente all'ingresso del ristorante, proprio dove ci siamo noi.
Troppo velocemente.
«Cazzo», fa in tempo a sbottare Ludovica.
Alberto si gira verso di lei,ma si vede che ha la testa altrove.Poi mette a fuoco la scena e aggrotta la fronte.
Tana per la cantante.
«Che stai facendo?»chiede lui,allibito.
«Ehm...ho perso l'orecchino.Sono proprio una sbadata.Sono venuta fuori a cercarlo!», improvvisa lei,fingendosi indaffarata nella ricerca dell'orecchino inesistente.
«Ma se ce l'hai tutte e due all'orecchio!», ribatte Alberto ,guardandola come se fosse una ritardata.
Mentre caccio via l'ultimo tiro della sigaretta mi esce una risata, «Tish anche tu qua» dice lui girandosi di colpo nella mia direzione, Ludovica si volta verso di me e mi fulmina con lo sguardo,io alzo le spalle.Credo le dia fastidio che per scambiare due parole con Alberto lei abbia dovuto fare una scena da 007 in missione impossibile,mentre io stando solamente lì a fumarmi una sigaretta ho attirato la sua attenzione. «No,sto cercando l'altro orecchino. Quello che tengo sempre in tasca come portafortuna», cerca di riportare l'attenzione su di lei,mentendo spudoratamente. «Ah!»,fa Alberto, probabilmente sempre meno convinto, «Io devo andare via per un po',vi raggiungo direttamente al residence! Mi spiace ma c'è stato un imprevisto!».
Alberto mi lascia un bacio sulla guancia, apre la porta del ristorante e la tiene aperta anche per noi.
Al tavolo tutti sono quasi a metà della pizza.
Alberto afferra Mameli per un braccio e gli sussurra qualcosa all'orecchio.
Lui annuisce e chiede le chiavi della macchina a Mameli, «Torno subito» dice agli altri e senza altri indugi sparisce con Alberto fuori dal ristorante.
Ludovica ed io ci sediamo al tavolo, davanti alla nostra pizza ormai fredda.

buona lettura🖤

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