FOURTH

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Gli altri sono tutti presi dalle loro conversazioni da non essersi nemmeno accorti di quello che è successo.
«Sono un po' preoccupata, sai?», esclama Arianna, seria, tagliando un pezzo della sua pizza.
«Ti riferisci ad Alberto?», chiedo, mordendo svogliatamente una patatina ghiacciata.
«Si» ribatte lei, aggrottando la fronte «Chissà cosa gli è preso.Non si perde mai una serata in giro come questa.»
«Già..».
«Mhh» sbuffa Arianna. «Quando sei uscita ti ha detto qualcosa?».
«Cosa?No.Ho visto solo che stava al telefono.Ma non ho la minima intenzione di ficcare il naso nella vita privata di Alberto. Se vorrà parlarmene lo farà! Non voglio stargli addosso.» esclamo vaga.
Lei annuisce e mi guarda con un faccia furba, che però ignoro e continuo a mangiare la mia pizza, anche se ormai congelata.
Quando la serata si conclude (davanti ad un mega gelato), torniamo tutti al residence, cantando per la strada e tenendoci sotto braccio.
La mia compagna di stanza si addormenta subito come un sasso, ma io non riesco a prendere sonno.
Continuo a pensare ad Alberto e alla sua strana telefonata.
Lo so che non dovrei impicciarmi, ma comincio a condividere la preoccupazione di Arianna.
Vorrei che si confidasse con me, perchè io con lui lo faccio, è la prima persona a cui penso quando mi serve un consiglio. Non so perchè ma lui, ancora più di Arianna, è quello che mi ispira più fiducia. Lo vedo molto simile a me. Perchè so che un suo consiglio è vero e sincero, e non dettato dall'amicizia.
Decido in un secondo.
Scalcio le coperte con i piedi e, attenta a non svegliare Arianna, mi infilo le ciabatte e esco dalla stanza.
I corridoi del residence sono silenziosi, ma sicuramente qualcuno di sveglio nelle stanze c'è ancora.
Mi avvicino piano alla stanza di Alberto e busso alla porta.
Dall'interno mi arriva una risposta «Avanti!».
Entro e trovo Mameli seduto sul suo letto con la chitarra in mano.
«Tish! A cosa devo questa assai tarda visita?».
«Ciao Mame! Alberto è già tornato?», chiedo sedendomi a gambe incrociate sul letto di fronte a lui.
«No, ma mi ha mandato un messaggio adesso», risponde lui guardando il display del suo telefono che si è illuminato.
Nello stesso istante, vibra anche il mio cellulare.
E' un messaggio di Alberto. E dice solo una parola: terrazza.
Io e Mameli alziamo contemporaneamente lo sguardo.
«Andiamo», fa lui, posando la chitarra e infilandosi la giacca.
Io afferro la prima felpa che mi capita a tiro e lo seguo fuori dalla porta.
Quando arriviamo in terrazza,lui è seduto sullo stesso bordo della pianta in cui ero seduta io oggi pomeriggio.
Ci avviciniamo in silenzio a lui, che fissa davanti a sé senza dire niente, e ci mettiamo a sedere.
Per qualche minuto nessuno parla.
Poi, proprio mentre comincio a tremare dal freddo, Alberto fa un sospiro.
«Oggi la mia ex è venuta a Roma per parlarmi. Gli avevo già detto tutto quello che pensavo quando ci siamo lasciati, ma lei oggi mi ha pregato di ripensarci perchè ha detto che credeva di essersi scordata di me, e invece quando mi ha rivisto in tv si è accorta di essere ancora innamorata di me».
Noi rimaniamo in silenzio.
Alberto mi aveva già raccontato della sua ragazza e del momento difficile che stavano passando.
«Mi sento una merda, perchè non provo più niente per lei! Non voglio prenderla in giro, ma non voglio neanche tornare insieme a lei. Ho cercato di farle capire nel modo più dolce possibile che tra noi è finita del tutto ed è scoppiata a piangere disperata.
Non ho saputo consolarla perchè sono io che le sto facendo così male. E mi dispiace, capite, mi dispiace un sacco!»
Alberto si prende la faccia tra le mani e respira affannosamente.
Mi si stringe il cuore a vederlo così... Mai avrei immaginato di sentirgli dire queste parole, non pensavo gli importasse qualcosa della ex, e tanto meno di quello che potesse dire o sentire.
Provo l'impulso di abbracciarlo, ma mi trattengo. Ha bisogno di qualcuno che gli dia forza, ora, non che soffra insieme a lui. Così mi limito ad appoggiare la mia mano sulla sua, senza dire nulla.
«Ei hai fatto bene a dirle così! Sei stato sincero con lei.È la cosa migliore che potevi fare!». Mameli gli mette un braccio intorno alle spalle.
«Si ma adesso lei sta male! Mi sento davvero una merda, ragazzi, una vera merda!».
«Alberto, sei davvero sicuro di non provare più niente per lei?», mi azzardo a chiedergli, timidamente.
Lui mi guarda e sospira «Si. Ne sono sicuro!».
«Anche io quando ho lasciato il mio ragazzo mi sono sentita malissimo! Però non ho mai avuto il dubbio su quello che provavo. Sono stata una merda, ma preferisco essere una merda sincera che una brava persona falsa», confesso, lo sguardo piantato sul pavimento.
È la prima volta che parlo a qualcuno della mia vita sentimentale...
Ma di Mameli so che posso fidarmi e di Alberto ancora di più.
«Ha ragione Tish. E' meglio così, amico. E' normale starci male, ma vedrai che se sei stato completamente sincero con lei, capirà!». Mameli sa essere un amico eccezionale, quando ci si mette. «Cavoli, non pensavo fossi così profondo, Alberto! Allora non sei il cazzone che penso io?».
Come non detto...
Mameli scoppia a ridere, seguito a ruota da Alberto, che sembra sentirsi un po' meglio.
«Ma vaffanculo, va!»gli tira una pacca dietro la testa. Poi punta lo sguardo su di me.
«Ma sei cretina?», esclama improvvisamente, come se mi avesse visto solo in quel momento.«Tish ma sei matta ad uscire con solo una felpa?».
Si toglie la giacca e me la mette sulle spalle. «Ma questa non è mia?», chiede, indicando la felpa grigia che ho addosso.
«Preferivi che uscissi in pigiama?», rispondo, sorridendo.
«Io sto crepando di sonno! Domani mi daranno una punizione, perchè non riuscirò a stare con gli occhi aperti nemmeno durante una lezione!», borbotta Mamel, alzandosi da terra e stiracchiandosi «Buonanotte, ragazzi, ci vediamo domani!» e con un grosso sbadiglio apre la porta della terrazza e sparisce.
Alberto ed io ci scambiamo uno sguardo.
«Andiamo anche noi?», gli chiedo, stringendomi addosso la sua giacca. Ha un buon profumo. Il suo. Non troppo dolce, ma deciso. Lo annuso di nascosto, senza farmi vedere.
«Si, andiamo. O davvero domani ci becchiamo una punizione tutti e tre!», risponde lui, porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi.
«Mi sono un po' preoccupata prima, quando sei andato via di colpo», gli confesso, mentre lo seguo giù dalle scale.
Alberto si volta a guardarmi «Intendi dire quando stavi spiando la mia telefonata?».
Diventando cremisi, inciampo sui miei stessi piedi.
«Ma va...che stai dicendo?Io stavo semplicemente fumando una sigaretta!Forse qualcun'altro..», borbotto, senza guardarlo negli occhi.
«Una sigaretta?Non appena ti è arrivata la pizza?Senza cappotto e con quel freddo?» dice furbo.«E se parli di Ludovica, si me ne ero accorto.Non penserai mica che mi sia bevuto la storia dell'orecchino?», sghignazza lui, senza nemmeno preoccuparsi di tenere la voce bassa in corridoio. «Lo so Tish. Sei una buona amica». La voce di Aberto si addolcisce. «Mi dispiace se ti sei preoccupata per me.», dice poi, fermandosi davanti alla porta della mia stanza.
«Tranquillo! E' questo che fanno gli amici, no? Preoccuparsi!», rispondo, scrollando le spalle.
«Non stai più male per il tuo ragazzo?», continua, a voce così bassa che quasi non riesco a sentire.
Per un secondo mi chiedo il perchè di questa domanda.
«No. Ora lui è tranquillo e lo sono anche io. E' stata una bella storia, ma ora è finita!», mi ritrovo a rispondere, con gli occhi fissi in quelli dello strano ragazzo davanti a me «Perchè me lo chiedi?».
«E' quello che fanno gli amici. Preoccuparsi!» risponde lui, mantenendo il mio sguardo.
Sorrido, scuotendo la testa «Bella risposta!». Questo ragazzo non smetterà mai di stupirmi. «Buonanotte Tish! Grazie per esserti preoccupata!».
Alberto sorride a sua volta e mi scompiglia i capelli, mi lascia un bacio sulla guancia e si allontana, diretto alla sua stanza.
Quando apro la porta sto ancora sorridendo.
Poi mi accorgo di avere ancora addosso sia il giubbotto che la felpa di Alberto.
Attenta a non far rumore, infilo la giacca nell'armadio ma mi lascio la felpa addosso.
E' calda e ha un buon profumo.
Mi infilo nel letto e mentre sto per appoggiare la testa sul cuscino il mio cellulare si illumina.
E' un messaggio di Alberto.
- Ti ho sgamato in pieno stasera. Certo che una storia migliore potevi inventarvela –
Sorrido e schiaccio sui tasti del telefono per rispondergli.
-Sono una cantante, non un agente segreto. Ho sbagliato, ma tu sei proprio stronzo a rinfacciarmelo così schiettamente -
Premo invio e aspetto la risposta che arriva qualche secondo dopo.
- Meglio essere una merda sincera, che una brava persona falsa. Sogni d'oro! -
Il mio sorriso si apre ancora di più.
Metto via il cellulare e poggio la testa sul cuscino.
Mi addormento che sto ancora ridendo.

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