Capitolo 7

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La domenica mattina, dopo aver trascorso la quasi totalità della notte in bianco, Jen ricevette la telefonata di sua madre che la informava che si sarebbe auto-invitata da lei a pranzo e che sarebbe rimasta in sua compagnia fino a sera. Quando riattaccò, Jen pensò che forse fosse meglio così, sua madre l'avrebbe tenuta impegnata e lei non avrebbe avuto il tempo di pensare a Namjoon. Si lavò la faccia con un bel po' di acqua gelata, ma le occhiaie non migliorarono affatto. Passò in rassegna le stanze per togliere di torno tutti gli indizi di una presenza maschile in casa sua. Raccolse tutti gli indumenti e azionò la lavatrice, fece il suo letto con cura e lavò i bicchieri che avevano usato la sera precedente. Non potè fare a meno di pensare che se lei e Namjoon avessero smesso di vedersi nessuno avrebbe mai potuto scoprire né sospettare qualcosa. Non c'era assolutamente niente, nessuna prova della loro relazione, nessun testimone, niente di niente. Lei aveva solo i suoi pensieri, i suoi ricordi e le sue sensazioni e questo la rese ancora più triste. Avrebbe dovuto dirgli quello che provava per lui? Era quasi sicura che non fosse affatto una buona idea, anzi correva il rischio di farlo scappare a gambe levate e non voleva perderlo. Si sarebbe accontentata del suo corpo se non poteva avere il suo cuore.

Sua madre arrivò in perfetto orario per il pranzo, con una teglia di lasagne fumanti in mano e una bottiglia di vino rosso infilata alla bell'e meglio nella sua borsetta.

Jen aveva già preparato la tavola, perciò si sedettero a mangiare quasi immediatamente.

"Jen, tesoro, ti senti ancora poco bene? Hai una faccia terribile" le disse senza tanti giri di parole. Non era mai stata una donna diplomatica specialmente nei suoi confronti.

"No non mi sento ancora benissimo spero solo di non ammalarmi" le rispose, mescolando un po' di verità a qualche bugia.

"Chissà perché sono convinta che tu ti trascuri? Ti riposi abbastanza? Mangi cose sane o vai sempre a quel Mc qualcosa?"

"No mamma non ti devi preoccupare. Faccio tutto quello che devo fare. Il fatto che io viva da sola non vuol dire che mangi male o non dorma affatto" le rispose spazientita.

"Va bene, va bene, non voglio litigare. Lo sai che mi informo solo perché ti voglio bene".

"Mmm solo per quello eh?" rispose Jen mugugnando, poi pensò "non perché vorresti controllare la mia vita vero?" e si alzò per fare un caffè bello forte a entrambe.

Il resto della giornata trascorse velocemente tra pulizie, stiro, sfuriate e poche chiacchiere.

Quando arrivò il momento di salutare sua madre era talmente stanca che avrebbe dormito anche tra le braccia di un orso e di questo, alla fine, gliene era immensamente grata. Fece una doccia veloce poi si fiondò a letto dove sprofondò immediatamente in un sonno profondo senza sogni.

***

La settimana al lavoro cominciò nel peggiore dei modi. Sembrava che tutte le grane del mondo avessero aspettato proprio il lunedì per uscire. Tutti non facevano altro che correre, telefonare o chiamarsi l'un l'altro scatenando ancora più confusione. Solo verso la pausa pranzo sembrava che la situazione fosse tornata un po' alla normalità e durante il pomeriggio poterono tirare un sospiro di sollievo. Jen amava il suo lavoro ma le piaceva quando aveva tutto organizzato e poteva svolgerlo con tranquillità, mentre odiava quelle giornate caotiche.

"Com'è andata il continuo della serata di venerdì dopo che ce ne siamo andati?" chiese Lucy a Jen in un momento di pausa. "Ho sentito dire in giro che c'è stata una specie di rissa in quel locale. Voi avete visto niente?"

"Una rissa? Non mi sembra" rispose Jen sussultando impercettibilmente. "Cosa sai di preciso?" aggiunse cercando di scoprire un po' di più senza dare nell'occhio.

"Di preciso non si sa niente. Mi hanno detto solo che c'era una tipa, quasi sicuramente ubriaca, che ha provocato alcuni ragazzi e che solo l'intervento del titolare abbia evitato il peggio"

"No, non ne so nulla. Probabilmente io e Namjoon eravamo già usciti, vero?" disse Jen rivolgendo la sua attenzione a lui per la prima volta da quando quel maledetto lunedì era iniziato. Si sentiva il viso in fiamme: era davvero lei quella di cui Lucy stava parlando? Namjoon alzò il viso dai documenti che stava controllando e con un'espressione perplessa dichiarò: "Sì, probabilmente è successo dopo che ce ne siamo andati, non ho visto niente" poi tornò a dedicarsi ai suoi fogli. Jen non potè fare a meno di pensare che fosse proprio bravo a recitare: un bugiardo patentato!

"Va bene allora, speravo di saperne un po' di più ma pazienza, è lo stesso" disse Lucy mentre le voltava le spalle e tornava lentamente alla sua scrivania. Anche Jen si girò per continuare il suo lavoro e nel farlo incrociò lo sguardo di Namjoon. Non poteva crederci, il bastardo se la stava ridendo alla grande! Con noncuranza e senza farsi notare lei gli mostrò il dito medio. La sua espressione scioccata la fece quasi scoppiare a ridere ma riuscì a trattenersi giusto il tempo di uscire dall'ufficio e riparare in bagno dove potè sfogare le sue risate fino alle lacrime.

Al termine dell'estenuante giornata lavorativa tutti gli impiegati decisero di andare a bere qualcosa nel bar che si trovava a poche centinaia di metri dall'azienda per rilassarsi un po'. Quando tutti gli altri se ne andarono per tornare a casa loro, Jen e Namjoon scelsero di trattenersi qualche minuto in più. D'altronde si stava proprio bene seduti sotto la veranda a bere una birra in compagnia, in quelle giornate sempre più lunghe e calde.

"Hai fatto scalpore venerdì sera! Ti immagini se Lucy avesse saputo che la tipa ubriaca che aveva "provocato" quei ragazzi eri proprio tu?" disse Namjoon ridendo.

"Oddio che vergogna! Per fortuna nessuno mi conosceva! Ma perché non hai fatto qualcosa? Dovevi fermarmi! In realtà non ricordo benissimo cosa è successo ma forse è meglio così" ribattè Jen con aria mesta.

"Posso solo dirti che prima che arrivassero quegli imbecilli lo spettacolo non era affatto male" le rispose lui e poi aggiunse abbassando la voce "però quelle calze e quel completino nero mi devi promettere che li ri-indosserai presto, solo per me però, ok?".

"Beh dipende da te. Se aspetti solo i compleanni dei colleghi per uscire mi sa che diventiamo vecchi tutti e due però!".

***

Namjoon non fece aspettare molto Jen prima di chiederle di vedersi, anzi, all'inizio della settimana seguente, la raggiunse mentre lei stava per salire in auto nel parcheggio dell'azienda e tutto trafelato le disse: "Sabato sera cucino il ramen, ti andrebbe di venire a mangiare da me? Ci sarà una sorpresa!". Lei rimase totalmente impietrita sul momento poi accettò con gioia. Da quel preciso istante le sembrò di camminare su di una nuvola. Ogni secondo la sua mente si perdeva e continuava a pensare che se lui l'aveva invitata allora qualcosa era cambiato, forse stava diventando dopotutto una storia importante non solo sesso e niente altro. Si sorprendeva a fantasticare che, dopo aver fatto l'amore, lui le chiedesse di fare coppia fissa, oppure si domandava come sarebbe stato arrivare in ufficio insieme dopo aver trascorso la notte l'uno tra le braccia dell'altra. Non era da lei immaginare e fare castelli in aria ma continuava a sentire le farfalle nello stomaco ogni volta che ripensava alle sue parole. Una sorpresa? Cosa avrebbe mai potuto essere?

I restanti giorni della settimana furono solo un'interminabile tortura nell'attesa della cena del sabato. Jen si vestì casual ma non aveva dimenticato quello che lui le aveva detto a proposito del completino nero. Per quanto riguardava le calze non avrebbe potuto metterle perchè l'estate era ormai imminente e se le avesse indossate, sarebbe morta dal caldo. Uscì di casa con il cuore pieno di aspettative senza sapere che quella sarebbe davvero stata una serata memorabile.

Oltre quel ponteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora