Capitolo 4

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<<No James io voglio ordinarne un altro>>dico sbuffando come una bambina.

<<Credo che tu ne abbia bevuto abbastanza Emma, se ne bevi un altro mi vomiti addosso>>

Siamo arrivati al Devil da circa un paio d'ore e io ho bevuto più o meno 4 cocktail.

James si è limitato a berne solo uno perché deve guidare. Sono abituata a bere,e devo dire che riesco a reggere l'alcool abbastanza, ma quando esagero non lo reggo più.

In questo momento sento la testa pesante e gira tutto, ma ne voglio ancora.

<<James sono abituata a bere, dai solo uno, ti prometto che è l'ultimo>>dico con voce da bambina.

<<L'ultimo, uno solamente>>mi guarda indicandomi il numero uno con il dito.

Si volta verso il barista
<<Portagli un altro cuba libre perfavore>>dice sconsolato al barista.

<<Arriva subito>>

Aspetto con ansia il mio cocktail e appena me lo presenta davanti ne bevo un sorso.

<<James io dovrei andare in bagno>>

<<Vuoi che ti accompagni? >>mi chiede gentilmente.

<<No non preoccuparti, aspettami qui>>detto questo mi alzo e barcollo un po, dettaglio che a lui non sfugge.

<<Sicura che non vuoi accompagnata? >>dice scendendo dallo sgabello su cui era seduto.

<<Tranquillo ci riesco da solo>>detto ciò mi allontano.

Mi faccio spazio tra i corpi sudati e raggiungo la porta del bagno.I tacchi stanno cominciando a farmi male ma non devo pensarci.

Entro e svuoto la vescica, stavo morendo, ho bevuto quasi 5 bicchieri di alcolici. Esco dal bagno e lavo le mani, mi guardo allo specchio e noto che i miei occhi sono rossi, okay ho esagerato,sento la porta della toilettes aprirsi e poi oddio no perché tutte a me, ci mancava solo incontrare lui adesso.

Abbasso lo sguardo sulle mie mani lavando il sapone che era rimasto sopra e lui prende parola.

<<Ciao Emma, che ci fai qui?>>dice con un tono vendicativo, ah giusto il pugno nello stomaco di oggi pomeriggio.

<<Potrei farti la stessa domanda>> dico asciugandomi le mani.

<<Si da il caso che questo sia il mio locale>> dice lui facendo un passo verso di me.

Sono una cliente abituale e non sapevo che il locale è proprietà di questo idiota qui davanti.
Resto in silenzio facendo l'indifferente.

Poggio le mani sul lavandino e lui si avvicina sempre di più fino ad arrivare a pochi centimetri da me. Si avvicina al mio orecchio e inizia a parlare.

<<La prossima volta che mi colpisci fallo quando non sono distratto così vediamo se te la cavi>>mi soffia sul collo e ciò mi provoca brividi lungo tutto il corpo.

Ingoio un groppo creatosi in gola e abbasso lo sguardo.

Mi sfiora le braccia con le dita e mi viene la pelle d'oca.

Sento improvvisamente caldo, sicuramente le mie guance saranno rossissime.

Lui ridacchia notando il mio imbarazzo, ma non si toglie da dietro di me.

<<E non prenderti mai piu la confidenza di chiamarmi imbecille, capito ragazzina>>

Prendo di nuovo lucidità e mi giro verso di lui.

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