Capitolo 15

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Sento il telefono squillare ma non ho proprio voglia di vedere chi è. Mi costringo ad alzarmi dal letto e guardo lo schermo, leggo "numero sconosciuto", scorro col dito sullo schermo e rispondo

<<Pronto>>

<<Emma sono sotto,scendi>>dice una voce maschile.

<<Chi sei? >>chiedo non capendo di chi si tratti.

<<Sono Alexander genio>>mi dice sbuffando.

<<Ma come hai fatto ad avere il mio numero?>>chiedo.

<<Me lo ha dato Christal>>dice sbuffando.

<<Sto scendendo>>

Ma quanto può essere odioso questo ragazzo, dio mi da i nervi...

Scendo le scale con una lentezza unica e mi precipito vicino alla porta aprendola.

<<C'è ne hai messo di tempo>>mi dice ruotando le chiavi della mia macchina in mano.

Sbuffo alzando gli occhi al cielo

<<Carino quel pigiama>>dice osservando il mio pigiama viola con l'orsacchiotto.

Guardo il mio pigiama e non noto nulla di male<<Cosa c'è che non va nel mio pigiama, è coccoloso>>dico con voce da bambina. Lui inizia a ridere.

<<Stavi dormendo? >>mi chiede.

<<Si stavo riposando, ho dormito si e no un paio d'ore prima di venire in università, sai dopo stanotte... >>

Annuisce e poi si volta verso la mia auto.

<<La tua auto è lì sana e salva, potresti anche ringraziarmi>>dice appoggiandosi allo stipide della porta.

<<Si si grazie, vuoi entrare? >>dico tenendo la mano sulla porta per tenerla aperta.

<<Si, volentieri ho chiamato un taxi e devo aspettare per un po>>

Annuisco e lo lascio entrare
Entra e si guarda un po intorno

<<Andiamo in salotto, ti porto qualcosa da bere>>

Annuisce e si lascia scortare fino in salotto. Lo faccio accomodare sul divano<<Cosa vuoi che ti porti? Del caffè, the, succo, limonata... >>dico iniziando ad elencare con le dita tutto ciò che ricordo di avere in casa.

Inizia a ridere e penso che la sua risata sia la più bella che abbia mai sentito in vita mia.

<<Un caffè andrà benissimo>>mi risponde.

Annuisco e mi avvio verso la cucina
<<Ah Emma il caffè lo voglio.. >>non lo lascio continuare che lo interrompo<<Amaro, lo so lo so>>mi sorride e scuote la testa<<Sei molto attenta ai particolari biondina>>

<<Sono una ragazza che osserva molto>>dico facendo spallucce.

Annuisce e poi vado in cucina
Torno in salotto dopo 5 minuti circa con i nostri caffè in mano.

Poso il suo sul tavolino e mi siedo sulla poltrona difronte tenendo il caffè in mano.

Lui si guarda ancora intorno osservando il salotto in tutto e per tutto.

<<I tuoi non sono in casa? >>chiede.

Boom, domanda di riserva?

Con tutte le cose proprio questa doveva chiedermi. Quasi nessuno mi ha fatto questa domanda, e ogni volta che i miei genitori venivano interpellati in qualcosa gli attacchi di panico mi facevano compagnia. I ricordo riaffiorano nella mente passando come tante vecchie foto. La voce dei miei genitori anche, così come quella di mio fratello.

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