Capitolo V

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-Non dovresti essere lì ad aiutare i tuoi amici?-

Alrisha preferì non dargli retta, sapeva chi era e preferiva non guardarlo in faccia. Lo aveva avvertito, sapeva che prima o poi l'avrebbe trovata.

-Già, ma sono qui.-

-Ne sono al quanto lusingato, mia cara. Perché non vieni con me allora se non vuoi aiutare i tuoi compagni?-

-No, sai il perché Kagaho di Bennu, della stella del cielo violento.-

-Non mi perdonerai mai, vero?-

-No.-

Alrisha si girò ritrovandoselo di fronte. Lo guardò negli occhi. Kagaho aveva tradito la sua fiducia. Non lo avrebbe mai perdonato. Lo aveva amato con tutta se stessa, ma sapeva che il suo amore non lo avrebbe mai salvato dalle tenebre.

-Allora va. Corri a combattere contro gli Specters guidati da me. Vai. Fammi vedere la grande potenza del cavaliere d'oro dei Pesci dell'ultima generazione.-

-Non mi sfidare Kagaho, non sono più quella di una volta. Quindi sta attento.-

-Non vedo l'ora di scontrarmi con te allora. Aspetterò con ansia sorellina .-

Detto questo, Kagaho guardò Alrisha un ultima volta prima di sparire. Avrebbe atteso con ansia il giorno in cui si sarebbero scontrati, era il suo più grande desiderio. Alrisha, ancora scossa per l'incontro, tornò dagli altri cavalieri trovandoli in difficoltà. Sapeva che aveva perso troppo tempo. Richiamò a sé l'armatura e si lanciò nella battaglia.

-Alrisha , no!-

Shaka la spinse di lato, salvandola da un attacco di spalle. Basta non era il momento migliore per riflettere. C'era una battaglia in corso. Si scrollò Shaka di dosso partendo all'attacco. Non si stava mettendo bene. Più ne morivano e più ne comparivano. La situazione era grave. I due cavalieri della Vergine erano scomparsi. Alrisha si ritrovò di spalle contro Albafica. Dovevano liberarsi da tutti questi Specters. C'era un'unica soluzione.

-Albafica, ascoltami abbiamo una sola possibilità.-

-Ti ho già capita. Lo sai che è un attacco pericoloso per tutti?-

-Sì, ma al momento non c'è altro modo.-

Albafica aveva già capito il piano di Alrisha. Così si girò verso Sion e Manigoldo che erano in netta difficoltà.

-Sion, Manigoldo, ascoltatemi. Al mio segnale buttatevi a terra.-

-Ma Albafica..- Manigoldo lo guardò di traverso.

-Fate come vi ha detto, ne va della vostra vita.- gridò Alrisha. Non potevano fare come i bambini.

-Pronta?-

Albafica si girò lievemente per vedere il viso di Alrisha. Era il momento. Non potevano sbagliare.

-CRIMSON THORN-


-Mio Signore.-

-Cosa c'è Radamante?.-

-Vi chiedo il permesso per poter attaccare il grande tempio con le mie truppe.-

Ade assecondava sempre i desideri dei suoi più fidati consiglieri, ma non era ancora il momento. Era troppo presto. Il suo piano non era ancora ultimato. La Dea Athena era sempre d'intralcio, e stavolta era riuscita a mettergli il bastone fra le ruote. Questa era la sua unica possibilità. L'esito di questa guerra era determinante. La più importante in assoluto. Non poteva perdere ancora. No. Nettuno non voleva aiutarlo. Non di nuovo. Al contrario Marte era stato più ce compiaciuto di aiutare il dio della morte. Anche lui nutriva astio verso la Dea Athena. Voleva la sua morte.

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