Capitolo IX

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La stanza che Alrisha usava per dipingere era abbastanza grande, piena di tele, pennelli, tubetti di colori sparsi, tavolozze, fogli sparsi, cavalletti, un tavolo con due sedie ed uno strano apparecchio nero su una credenza. Alrisha entrò poco dopo –Spogliati. – disse dirigendosi verso lo strano aggeggio. Albafica la guardò stranito. Lei si voltò verso di lui guardandolo –Che cos'è?- chiese lui indicando l'aggeggio – Uno stereo, non lo avevi mai visto?- -No, come non avevo mai visto i vestiti che indossi. – Alrisha lo guardò sorpresa, ma di che epoca era? –Non guardarmi in quel modo, ho molti più anni di te- disse sorridendole sornione, lei rimase a bocca aperta. Ritornò in sé, aprì la credenza tirando fuori una bottiglia di Jack Daniel's e due bicchieri, li posò sul tavolo. Verso il liquore in ognuno dei bicchieri, ne porse uno ad Albafica –A cosa brindiamo?- le chiese prendendo il bicchiere –Al mio nuovo capolavoro – disse lei sorridendo beffarda.

-Devo spogliarmi davvero?- chiese Albafica inarcando un sopracciglio –Sì .- rispose lei tranquillamente. Prese posto dietro il cavalletto aspettando che il suo modello fosse pronto, nel frattempo iniziò ad aggiustare i colori che avrebbe usato. Alzò lo sguardo vedendo Albafica in tutta la sua bellezza, gli andò vicino mettendolo nella posizione che secondo lei gli rendeva giustizia, lui non faceva altro che guardare il suo viso concentrato in ciò che stava facendo, anche se aveva le gote leggermente arrossate. Tornò al suo posto, prendendo un pennello ed iniziando a dipingere. Dopo un po' di minuti, Alrisha si alzò, prese una vestaglia e la porse ad Albafica –Ogni tot di minuti puoi riposarti, non sono crudele.- gli disse. Mentre lei si stava versando un altro po' di liquore, lui sbirciò il quadro. Pur essendo ancora grezzo, era bello già così. –Ti piace?- Albafica si girò verso di lei mettendole le mani sulle guance –è magnifico. – le disse prima di baciarla. –Albafica, vorrei portarlo a buon punto- si allontanò leggermente. Ripresero entrambi posto. Continuarono così per tutta la notte; a lavoro terminato, Alrisha aveva le mani piene di pittura così come i vestiti. Albafica si mise la vestaglia ad andò verso Alrisha, la abbracciò mentre ammirarono assieme il dipinto. Alrisha si poggiò ancora di più su di Albafica sentendo la durezza del petto e la evidente erezione. Arrossì. Doveva aspettarselo era pur sempre un uomo, e che uomo. Lo aveva studiato a fondo, ogni centimetro di pelle. –Forse è meglio se andiamo a dormire. – disse Alrisha tremando leggermente.


Il giorno seguente si ritrovarono tutti nell'arena ad allenarsi. Anche Shijima aveva chiesto alla madre di allenarla non volendo stare nella casa della Vergine. Milo e Camus stavano osservando attentamente tutti i cavalieri ed i vari cadetti. Si soffermarono proprio su Antares che tentava di mettere al tappeto Alrisha. Milo si avvicinò a loro –Perché non provi a farlo combattere contro di me?- chiese il cavaliere dello Scorpione –Sì, magari riuscirà a batterti.- rispose prontamente il cavaliere dei Pesci. Antares era sconvolto, non aveva mai combattuto con nessun altro che non fosse sua madre. Nessuno indossava l'armatura, erano pur sempre allenamenti, non una battaglia. Facendosi da parte, Alrisha andò vicino a Camus che nel frattempo stava ridendo nel vedere Milo alle prese con Antares. –Antares non lasciarti sopraffare da Milo, tu sei più veloce- gridò Alrisha cercando di incoraggiare il bambino. –Sembri molto apprensiva nei loro confronti. Come mai, se posso chiedere?- il cavaliere dell'Acquario non riuscì a trattenersi. –Quando li ho presi sotto la mia protezione, ho giurato che li avrei protetti anche al costo della vita. Se dovesse capitargli qualcosa ne morirei- le rispose guardando il suo bambino. La tranquillità venne interrotta dal crescere di un cosmo negativo in avvicinamento. Alrisha guardò Camus, così come tutti gli altri cavalieri d'oro. Era il panico. Alcuni cavalieri guidarono i cadetti all'interno delle varie case. Non erano ancora pronti al combattimento certamente non potevano perdere vite innocenti. Erano accerchiati. Antares e Shijima si misero dietro ad Alrisha, erano tutti in posizione d'attacco. Alrisha non aveva ancora richiamato a sé l'armatura dei Pesci. Aspettava il momento giusto.

-Sion, Doko..-

-Albafica, la Demon Rose.-

Albafica guardò i suoi compagni, predisponendo nel minor tempo possibile la Demon Rose. Era fin troppo potente. L'odore che emanava era più forte del solito, così i cavalieri tentarono di coprirsi il naso e la bocca con qualsiasi cosa.

-Deep Fregrance-

La Demon rose, stava appassendo pian piano, gli Specters iniziarono ad attaccare. Non poteva crederci. Era come un déjà-vu per Albafica. Si guardò attorno, vedendo che erano completamente circondati. Si mise di fianco ad Alrisha che era ancora senza armatura; inaspettatamente un tentacolo, acchiappò Antares e Shijima, strappandoli dalle gambe di Alrisha. –Noo!- richiamò a sé l'armatura trasformandosi –Andiamo Pisces – dalla Dodicesima casa, l'armatura dei Pesci, sentendo il richiamo della sua padrona, comparve all'istante. Il suo unico obbiettivo era quello di salvare i suoi bambini. Partì all'attacco, era iraconda. Ciò la rese il cavaliere più pericoloso, voleva fare del male a coloro che avevano preso i suoi bambini. Senza esclusioni di colpi. Non c'era pietà per nessuno. Ognuno sferrava l'attacco più potente. Quelli Specters non avevano il diritto di mettere piede al Grande Tempio.

-Mammaa!- Shijima stava gridando disperatamente verso la madre, non voleva stare vicino quell'uomo grottesco pieni di vermi. Alrisha dopo aver distrutto una surplice col solo pensiero, prese la rincorsa per riuscire a saltare il più in alto possibile –Nessuno tocca i miei bambini, PIRANHA ROSE!- Antares e Shijima erano liberi ma stavano precipitando. Alrisha riuscì a prenderli in tempo. –Sion, Mu copritemi, devo portarli in un luogo sicuro.- i due cavalieri dell'Ariete annuirono – CRISTAL WALL!- I bambini erano al sicuro – Dove credi di andare bellezza – uno specter le si parò davanti, non lo conosceva. Si mise in posizione di difesa. –Ah andiamo subito al sodo, adoro le donne come te- disse beffardo partendo all'attacco. Era forte, non era uno Specter qualunque, era più forte persino di Kagaho. Ogni suo attacco era inutile, non era riuscita a fargli un graffio. Lui riuscì a bloccarle le braccia tenendola di fronte –Voi cavalieri dei Pesci avete un difetto. Siete fin troppo sicuri. Non riuscirai mai a sconfiggermi. – Alrisha tirò una ginocchiata allo stomaco, riuscendo a liberarsi. –L'unico troppo sicuro di sé sei tu. Io cerco di proteggere il Grande Tempio.- dicendo ciò gli lanciò contro le sue rose letali. –Cosa sei venuto a fare?- si avvicinò lentamente al suo nemico. Era riuscita a bloccarlo grazie alle rose. –Non sono affari di una mocciosa- -La mocciosa in questione è riuscita a bloccarti. Come la mettiamo?- lo Specter tentò di liberarsi ma invano, era bloccato dalle rose. Il cavaliere di fronte a sé stava sorridendo consapevole di aver vinto. Il resto egli Specters erano stati sconfitti. Altri si erano ritirati. C'era un motivo ben preciso se hanno attaccato il Grande Tempio. –Alrisha!- gli altri cavalieri dei Pesci l'avevano raggiunta. Nessuno muoveva un solo muscolo. Mettendosi una rosa in bocca, Alrisha avvicinò il viso a quello del suo nemico. – Se non sarai tu a dirmelo di tua spontanea volontà, saranno le mie rose a dirmelo.- lo specter emise un urlo agghiacciante mentre Alrisha leggeva nella sua mente.

Ade aveva bisogno di un anima sacrificale, ed aveva mandato i suoi specter a cercarla. La rosa che aveva in bocca le cadde a terra, il suo nemico, allo stremo delle forze, scomparve in una nube scura. Alrisha riuscì a buttargli un ultimo pugno prima che riuscisse a scomparire del tutto.

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