Gli allenamenti procedevano come ogni giorno, i cadetti stavano diventando sempre più forti. Ed alcuni di loro erano riusciti a conquistarsi un' armatura, i Gold Saint facevano del loro meglio. Ogni giorno allenavano i cadetti, la sera andavano do ronda anche se erano protetti dalla barriera innalzata dalla Dea Athena. Anche loro avevano bisogno di migliorarsi. Al calar del sole, i Gold Saint, dimostravano la propria potenza per poi affinarla. Anche Alrisha, nonostante preferisse allenarsi da sola. Non voleva nuocere a nessuno. Era nello spiazzale della Dodicesima Casa, ad allenarsi con tutte le sue tecniche. Doveva salvare la sua bambina, doveva diventare più forte. L'odore delle Demon Rose, era diventato più intenso, ai suoi piedi vi erano rose e sangue. Aveva distrutto tutti i bersagli, era affannata, stanca, ma non voleva arrendersi, non ancora. Dall'alto, nelle stanze del Gran Sacerdote, il Dio Apollo, osservava attentamente le mosse del cavaliere dei Pesci. La protetta di mia sorella pensò, con un balzò atterrò sulla scalinata piena di rose. Sapeva che quelle erano rose velenose, ma lui essendo un Dio, non poteva morire, potevano renderlo leggermente debole. Scese avvicinandosi man mano nell'area di combattimento. Voleva mettere alla prova la ragazza, partì all'attacco. Alrisha schivò l'attacco con un balzo, mettendosi sull'attenti. –Chi sei?- domandò Alrisha osservando l'uomo di fronte a sé –Non ha importanza chi io sia, sono qui per combattere, perciò richiama la tua armatura, cavaliere.- Alrisha non capiva il perché, non conosceva l'uomo di fronte a sé, anche se aveva un cosmo potentissimo. Richiamò a sé l'armatura dei Pesci, trasformandosi. Apollo sorrise nel vedere che la ragazza era ben disposta a combattere contro di lui. Non persero tempo, attaccarono contemporaneamente. Alrisha non riusciva a procurargli un solo graffio. Era stufa, non poteva lasciarsi sconfiggere così. I suoi pugni ed i suoi calci diventavano sempre più violenti e potenti. Il Dio Apollo stava riuscendo nel suo intento. Continuò a provocarla, voleva che non celasse più il suo potere. –Andiamo fiorellino, tutto qui quello che sai fare?- la provocò, Alrisha era completamente abbandonata all'ira, non sentiva più niente. Era come se qualcuno avesse preso il posto della sua anima. Il suo cosmo stava crescendo a dismisura, allarmando gli altri cavalieri. La Dea Athena e la Dea Artemide, allarmate dal crescere di questo cosmo, si precipitarono verso la fonte. Erano tutti lì ad assistere al combattimento. Alrisha ed Apollo non risparmiavano un solo colpo. Alrisha non si era accorta di avere degli spettatori al contrario di Apollo, che rivolse uno sguardo veloce alla sorella, cercando di tranquillizzarla. Il suo piano stava procedendo per il meglio. Alrisha, sentendo crescere un potere immenso dentro di sé, lasciò che venisse fuori. Tirò un pugno allo stomaco del suo avversario, che dalla potenza del colpo, venne scaraventato al di sotto della terra. Il silenzio cadde nello spiazzale. Alrisha era ancora in posizione d'attacco, non muovendo un solo muscolo. Di Apollo non si sentiva niente. Una risata allegra e forte proveniva dal profondo della grande voragine. Apollo, ancora intero, sbucò dalla voragine continuando a ridere. Alrisha lo guardò confusa, perché stava ridendo? Il resto degli spettatori levò un sospiro di sollievo. –Mia cara, sei un fenomeno. Nessuno mai aveva osato tanto. È stato un onore riuscire a svegliare i tuoi poteri.- fece un inchino verso Alrisha e se ne andò. Alrisha, ancora, non riusciva a capire cosa era successo. Si guardò le mani, quella sensazione di potenza non l'aveva abbandonata del tutto. Nel mentre, qualcuno posò le proprie mani sulle sue, era Albafica. Lui alzò il viso di Alrisha, così che potesse guardare quegli occhi profondi. Alrisha vide un oceano in tumulto, ciò che era successo aveva sconcertato anche Albafica. –Non chiedermi niente, Albafica. Nemmeno io so spiegare ciò che è successo.- Albafica non disse una parola, anzi l'abbracciò, lei ricambiò subito la stretta.
-Lo hai fatto apposta. Non è vero Apollo?- Artemide, guardava il fratello con rimprovero. Apollo dal canto suo, continuò a ridere –Ti ho fatto solo un favore sorellina. Potresti anche ringraziarmi.- schioccò un bacio sulla guancia di Artemide e se ne andò. Artemide rimase lì. Col passare dei secoli, il Dio Apollo era cambiato. Le era stato sempre accanto, non si muoveva senza di lei. Forse per paura o per abitudine. Non lo sapeva. Apollo aveva i suoi modi di fare. Lo aveva salvato dall'incantesimo che lo aveva portato a mettersi contro la Dea Athena. Ed ora lui aveva aiutato lei nel risvegliare il suo potere in Alrisha. Sapeva che con la maledizione che le aveva inflitto, aveva anche condannato la bimba ad una vita difficile. Non poteva fare altrimenti, anche se le cose ora si erano complicate. I piani di Ade erano cambiati. L'oracolo di Delfi aveva parlato. Ora come ora era tutto nelle mani di Alrisha.
'Al Banchetto '
La sala era stata addobbata con fiori, candele, festoni. Era tutto magnifico, per l'occasione era stato usata la sala del trono su cui risiedeva la Dea Athena. Erano tutti lì per festeggiare l'arrivo degli alleati. Ognuno era vestito in modo a dir poco stupendo. Sembravano quasi irriconoscibili. Alrisha era completamente rapita dall'atmosfera, così come Antares. Il bambino infatti si guardava attorno stupito e meravigliato. Dall'altro lato della sala, Albafica ammirava la bellezza della donna appena entrata in sala, indossava un abito color cremisi, lungo, dalla stoffa morbida. Evidenziava perfettamente il suo corpo, aveva lasciato i capelli sciolti. Era stupenda con quell'aria da bambina sul suo viso. Ogni suo movimento era leggiadro e delicato. In un attimo i loro occhi s'incontrarono. Alrisha cedette per prima arrossendo, a quello sguardo penetrante; Albafica non essendo minimamente interessato alla conversazione intrapresa dai suoi compagni, si dileguò alla ricerca della donna dei suoi pensieri. –Tesoro mio sei uno schianto come sempre!- Demetra, abbracciò l'amica prendendola poi a braccetto –Demetra, non correre. Antares non ha le gambe lunghe.- infatti il piccolo faceva fatica a stare al passo con la madre. Per fortuna la corsa di Demetra non durò molto, erano in terrazza. L'aria era piacevole, prese Antares in braccio facendolo poi sedere sulla ringhiera di marmo bianco. Anche le altre si erano aggiunte a loro iniziando a chiacchierare. Sapeva che le chiacchiere annoiavano il piccolo Antares, così si mise a giocare con lui così che non sentisse la mancanza della sorella. –Alrisha, ma stai ascoltando?- la voce di Miu la destò dall'attenzione verso Antares –No, scusatemi. Devo pensare anche ad Antares - disse continuando a punzecchiare il bambino –Se vuoi posso portarlo un po' in giro io. – Carmen del Toro, si sporse leggermente tendendo la mano al bambino, Antares si voltò verso Alrisha come a ricevere un permesso, lei gli sorrise annuendo leggermente. Il bambino saltò dalla ringhiera seguendo Carmen .
-Alrisha .- Miu la richiamò –Sappiamo che sei in pensiero per Shijima. Non fartene una colpa.- Miu cercava di consolarla, Alrisha sorrise leggermente. Le altre erano prese da un discorso del quale Alrisha non aveva ascoltato nemmeno un parola. Continuava a girare distrattamente il liquido all'interno del suo bicchiere. –Mi dispiace interrompere le vostre chiacchiere , mie splendide signorine. Ma la Dea Athena vi prega di rientrare per accogliere i nostri ospiti.- con fare teatrale. Kardia dello Scorpione fece un inchino, porgendo successivamente il braccio a Demetra che prontamente lo afferrò. Alrisha seguì le sue compagne all'interno della sala. Gli ospiti erano seduti assieme alla Dea Athena, guardando l'ampia sala. Lo sguardo di Apollo si soffermò su Alrisha non appena rientrò nella sua visuale. Il viso della ragazza non era spensierato come quello delle altre, anzi, al momento non guardava nessuno. Aveva lo sguardo rivolto verso il basso. Nella sua visuale rientrò un uomo che con fare delicato, abbracciò la ragazza. Dunque era tardi. L'oracolo di Delfi aveva ragione. Ormai non potevano fare molto.
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Pisces
FanfictionIn un mondo dove l'umanità ha bisogno di aiuto, dodici cavalieri sono stati scelti per adempire al loro compito. Uno di loro però è l'arma per eccellenza. Dal libro: - Cavalieri, prodi guerrieri devoti alla Dea Athena. Se siete qui è perché è vostro...