La missione era compiuta. I cavalieri avevano recuperato la gemma dell'inferno. Una pietra troppo potente per cadere in mani malvagie. La dea Athena l'aveva riposta nello scrigno sacro. Non poteva fare altrimenti. Il Gran Sacerdote guardò la sua dea sapendo ciò che era accaduto durante la missione.
-Non guardarmi così. Ciò che è successo era già stato scritto nei loro destini, e noi non possiamo interferire e lo sai bene.-
-Ma mia Signora, cosa succederà quando..-
-Lo so. E solo a pensarci mi duole il cuore. Ma non c'è altra soluzione.-
Il gran Sacerdote non aggiunse altro. Sapeva ciò che sarebbe successo in futuro, ed era vero, non potevano fare niente. Fu così che ricordò quel giorno.
"21 Febbraio 1999"
Il sole spendeva nonostante fosse inverno, la giornata era calda. Fu proprio quel giorno che nacque Alrisha. Un giorno tanto atteso da lei, Artemide. Presentatasi sotto forma umana, si mise di fianco la bimba accarezzandola dolcemente. Sapeva il destino della bimba. Voleva proteggerla. Fece l'unica cosa che le era possibile fare. La maledì. Era l'unico modo. "Sangue velenoso scorrerà in te. Chiunque ti tocchi pace eterna avrà. Solo tu lo controllerai ed allora ...." Era fatta. La bambina era salva.
L'anima di Persefone tentò di entrare nel corpo della bambina. Ma morì nel farlo dando un grande dolore al re degli inferi: Ade. La Dea Artemide affidò la bambina alle cure della Dea Athena e alla protezione dei suoi cavalieri. Il destino avrebbe fatto comunque il suo corso. Ciò che aveva fatto lo aveva solo deviato. Sapeva che Ade si sarebbe vendicato e che avrebbe trovato un modo per far si che la sua amata tornasse in vita.
Questo era il motivo per cui Alrisha era una pedina fondamentale nella grande scacchiera della vita. Sconsolato dal ricordo, il Gran Sacerdote si ritirò nelle proprie stanze per riposarsi, la giornata era stata fin troppo pesante.
"Dodicesima Casa"
-Sono in ritardo, Dio perché?-
Alrisha era intenta ad allacciarsi il vestito, nonostante fosse un cavaliere, aveva comunque un lavoro ed una vita sociale. Aveva studiato pittura nell'Accademia di belle Arti, da artista si ritrovò a lavorare per una casa di moda ed ora era una delle collaboratrici più richieste. Doveva andare alla sfilata di Versace ed era in ritardo come al solito. Aveva chiesto ad Aphrodite di essere il suo accompagnatore che aveva accettato subito.
-Cherie, sei pronta?- Aphrodite sbucò dalla porta della stanza di Alrisha. –Potresti darmi una mano con la cerniera?- -Ouì, ma cherie!- Dopo aver finito di aggiustarsi riuscirono ad avviarsi verso il jet privato. Siamo pur sempre nel 21° secolo.
Nel momento in cui Alrisha si avviò verso le scale, Albafica uscì dal bagno con un telo stretto in vita ed una tovaglia in testa tamponandosi i capelli. Alla visione di Alrisha di fronte a sé, si bloccò. Dopo il bacio nel regno degli Inferi, non si erano rivolti una parola e ne tanto meno si guardavano. Erano uno di fronte all'altro. Lei lo guardava con imbarazzo, lui l'ammirava. Aphrodite, sentendosi di troppo superò Alrisha dicendole –Ti aspetto di sotto cherie.- fece un occhiolino ad Albafica uscendo di scena.
C'era tensione nell'aria. Nessuno dei due parlava. Erano ancora immobili uno di fronte all'altro.
-Ti accompagna lui?- chiese Albafica con una punta di fastidio guardando Alrisha negli occhi. Per Alrisha fu come risvegliarsi, era rimasta folgorata dal corpo di Albafica. –Sì- rispose in un soffio. Pian piano Albafica si avvicinò ad Alrisha fino a trovarsi a pochi centimetri da lei. – Posso chiederti una cosa?- disse Alrisha mordendosi le labbra nervosamente. Albafica annuì continuando a guardarle le labbra, erano fin troppo invitanti. – Posso dipingerti?- lui la guardò stranito dalla domanda, dipingerlo? Farle da modello. – Va bene - lei le fece un sorriso mozzafiato e presa dall'euforia del momento gli diede un bacio fugace sulle labbra. –Allora ci vediamo domani - detto ciò lo lasciò lì, nel bel mezzo del corridoio ancora stordito.
Per tutta la sera e tutta la notte, Albafica non fece che immaginare Alrisha lì con lui. Non era di certo un giovine senza esperienza. Era sempre ben accetto dalle donne essendo il cavaliere dalla rara bellezza, anzi in ogni missione le donne lo circondavano e non lo mollavano. E di certo non poteva negare di non aver mai immaginato Alrisha in altre vesti. Era pur sempre un uomo.
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- Cherie, sono felice di aver accettato il tuo invito- disse Aphrodite strizzando un occhio verso un gruppo di ragazzi. Alrisha rise nel vederlo a suo agio tra tutta quella gente. Non era del tutto concentrata sull'evento. Aveva altro in testa. Dipingerlo? Astuto, certo non avendo altre idee; dipingerlo era uno dei desideri più ardenti di Alrisha, soprattutto dopo aver visto il fisico del soggetto. Era uno degli uomini più belli che abbia mai visto in vita sua.
- Cherie? Tutto bene?-
Nell'udire la voce del suo accompagnatore, Alrisha si destò dai suoi pensieri guardando per un momento il viso di Aphrodite. –Sì, ero solo pensierosa.- disse sorridendo lievemente. –Centra per caso un determinato uomo dai lunghi capelli cerulei?- domandò sfacciatamente, ghignando verso Alrisha, la quale arrossì di getto. Beccata! –Oh guarda Aphrodite, c'è un gruppetto di uomini che non aspettano altro che la tua dolce compagnia...- -Eh no, ma cherie. Non cercare di cambiare argomento. Ho colto nel segno! Lo sapevo!- Alrisha guardò sconcertata la reazione del suo accompagnatore. Ma perché lo aveva chiesto a lui? Non poteva chiedere a Cardinale o Amor.
Era esasperata, per tuttala durata della serata, Aphrodite non aveva fatto nient'altro che infastidirla.Le ci voleva qualcosa di forte, assolutamente.

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Pisces
FanfictionIn un mondo dove l'umanità ha bisogno di aiuto, dodici cavalieri sono stati scelti per adempire al loro compito. Uno di loro però è l'arma per eccellenza. Dal libro: - Cavalieri, prodi guerrieri devoti alla Dea Athena. Se siete qui è perché è vostro...