Capitolo VII

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Tornati alla Dodicesima casa, Aphrodite schioccò un bacio sulla guancia di Alrisha ed andò nella sua stanza. Alrisha felice di avere un momento di tranquillità, si tolse le scarpe camminando a piedi nudi verso la cucina. Sapeva che nella casa c'era dell'alcol oltre alla birra. Prese del whiskey, versandolo in un bicchiere e si sedette accanto la finestra. La casa era tranquilla, non si sentiva alcun rumore. Ogni cavaliere era nella propria stanza, tranne i suoi bambini che aveva lasciato alle cure di Miu, nella casa dello Scorpione, per la felicità di Antares.

-Non dovresti essere nella tua stanza a quest'ora?- Albafica fece il suo ingresso con un bicchiere in mano. Alrisha si girò e lo guardò non dicendo una sola parola. Era vestito. Una vestaglia porpora ricopriva la sua camicia in seta bianca, pantaloni di stoffa neri e stivali alti fino al ginocchio, di cuoio color terra bruciata di Siena. Era così misterioso e stupendo. Non volendo rimane all'in piedi ancora per molto, Albafica si sedette al suo fianco guardando oltre la finestra.

Bevve in un sorso il contenuto del suo bicchiere, si alzò andando vicino al giradischi, prima di mettere il vinile, Albafica rivolse, per un attimo, il suo sguardo verso la donna seduta accanto la finestra illuminata dalla fredda luce della luna, rendendola eterea, una dea. Fece partire la musica. Le dolci note di un pianoforte riempirono la stanza. Albafica si avvicinò ad Alrisha, le accarezzò il viso, prese la sua mano, la invitò ad alzarsi. Prese delicatamente le sue mani, poggiandole sulle sue spalle, mettendo poi le sue sui suoi fianchi. Si lasciarono trasportare dalla dolce melodia, iniziando ad ondeggiare. Era come se il resto del mondo non ci fosse. Erano solo oro due. Albafica non aveva mai provato nulla del genere con nessuno. Ne aveva mai ballato con una donna. Il sangue stava iniziando a ribollire nelle vene, non era del tutto concentrato. Alrisha era completamente rilassata, si era stretta al petto di Albafica sentendo il suo sangue prendere fuoco. Stava perdendo il controllo del suo sangue. Un odore dolce e delicato iniziò a diffondersi in tutta la stanza, rendendo il momento più intimo. Senza che se ne accorgessero, avevano riempito la stanza di rose, di Demon Rose; Albafica attirò ancora di più a se Alrisha, trasportandola con se sul letto di rose al di sotto dei loro piedi. Era una visione celestiale. Le si sdraiò sopra, sorreggendosi sugli avambracci, continuando a guardare il suo viso. La baciò. Alrisha mise le mani sulle guance di Albafica attirandolo ancora di più a sé. Si alzò lentamente mettendosi seduta continuando a tenere il viso di Albafica. Le mani di Albafica iniziarono ad esplorare quel corpo sinuoso. Dai fianchi salirono verso il seno, tastò la schiena alla ricerca dei lacci del vestito; Alrisha, vedendolo in difficoltà, guidò la mano di Albafica sulla cerniera, tirandola giù insieme. Il vestito si allentò, facendo sospirare Alrisha, lentamente lo sfilò liberando le braccia. Iniziò ad allentare la camicia di Albafica che continuava ad accarezzarla, sfilò la vestaglia e poi la camicia, ora Albafica era a petto nudo, così come lei era in reggiseno. Albafica si staccò lentamente dalle labbra di Alrisha, poggiando la fronte sulla sua, riprendendo a respirare dando un rapido sguardo alla donna di fronte a sé. –Era Chopin...- disse Alrisha con un filo di voce, aprendo gli occhi guardando quell'oceano calmarsi. Albafica sorrise. Aiutò Alrisha ad alzarsi mettendole la sua vestaglia, siccome il suo vestito era per terra, prese Alrisha tra le braccia portandola nella stanza ma non quella di Alrisha, la sua. La adagiò delicatamente sul letto, sedendosi poi accanto a lei. La guardò, la accarezzò, la venerò. Alrisha per l'imbarazzo, aveva mantenuto le guance rosse, continuando a mordersi le labbra; Albafica vedendo quel gesto, distese il labbro con il suo pollice, accarezzandolo dolcemente, non poteva andare oltre. Non subito. Lei non era quel tipo di donna. –Dormi con me stanotte.- le disse guardandola negli occhi, Alrisha lo guardò con esitazione. Dormire? Con un uomo? Nello stesso letto? –Solo dormire, sono stanco e anche tu lo sei. Quello che ci occorre è una bella dormita, domani ci sono gli allenamenti –aveva ragione, domani ci sarebbero stati i nuovi cadetti da allenare. Alrisha annuì leggermente, Albafica le sorrise di rimando, alzandosi successivamente per togliersi i pantaloni e gli stivali. Alrisha, imbarazzata, si girò dall'altro lato mettendosi successivamente sotto le coperte. Girandosi verso il letto, Albafica vide Alrisha che le voltava le spalle, aveva lasciato la sua vestaglia ai piedi del letto; le andò vicino e vide che si era addormentata. Si adagiò sul letto, appoggiando il suo petto alla sua schiena, Alrisha si mosse leggermente stringendo la mano di Albafica poggiatasi sul suo ventre. Albafica sorrise, mai nessuna donna aveva dormito con lui a causa del suo sangue, ma d'altro canto, la donna davanti a sé aveva il sangue più velenoso del suo.

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