Capitolo XIII

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-Apollo, perché quello sguardo inquieto- sua sorella Artemide gli parlò sottovoce. –Penso che anche tu ne sappia il motivo mia cara sorella. Il nostro intervento sarà inutile.- -Lo so. Ma farò il possibile comunque. Non possiamo abbandonare la nostra missione. Zeus nostro padre, ha fiducia in noi.- gli occhi di Artemide si fecero più vitrei. Purtroppo Ade era un passo davanti a loro. Era in vantaggio. –So che non abbiamo molte chance, voglio proteggere quella Saint a tutti i costi.- lo sguardo di Apollo si volse verso l'orizzonte.

L'atmosfera felice del banchetto, venne bruscamente interrotto dall'entrata di qualcuno. Erano tutti in silenzio. –Mia Signora ma..- il Grande Sacerdote affiancò la sua dea. Qualunque cosa sarebbe successa lui aveva il compito di proteggerla.

-Athena, Artemide e anche tu Apollo. Non avrei mai pensato di vedervi.- l'uomo continuò ad avanzare non lasciandosi intimorire dalla quantità di guerrieri presente nella sala. Alrisha continuò a guardare l'uomo. Emanava un cosmo potentissimo. Strinse la mano di Albafica. Lui, a sua volta, la strinse così da far sentire la sua presenza. Lui sapeva l'identità di quell'uomo. Non era altro che il dio dei mari. Poseidone. Nemico di Athena, fratello del padre degli dei.

-Poseidone, cosa ti porta al Grande Tempio?- Athena era in piedi di fronte a lui. –Sono venuto per parlare. Non sono venuto in piede di Guerra.- Athena mirò il suo sguardo, non scorgendovi alcuna menzogna. Ma cosa voleva il dio dei mari nonché suo nemico. –Miei cavalieri, continuate i vostri festeggiamenti, non c'è alcun pericolo. Per quanto riguarda voi, seguitemi.- dicendo ciò, la Dea lo condusse nelle sue stanze.

-Cosa vuole Poseidone da noi?- Seiya del Sagittario era diffidente, aveva avuto a che fare con lui ed i suoi sette generali. Anche lui voleva la morte della Dea Athena. –Seiya- Aiolia del Leone, posò una mano sulla spalla del ragazzo cercando di calmarlo. –Qualsiasi cosa voglia quell'uomo, non è affar nostro. Non è sul piede di guerra e questo è l'importante.- gli altri cavalieri annuirono così da confermare il pensiero del cavaliere. Se la Dea Athena lo aveva accolto, non c'era alcun pericolo. Alrisha non aveva detto una sola parola. Aveva altro per la testa. –ALRISHA- un uomo si fece avanti gridando –ALRISHA DEI PESCI!- Alrisha si fece avanti, forse così l'uomo avrebbe smesso di gridare. Tutti gli sguardi erano rivolti a lei. L'uomo vedendola, si inginocchiò porgendole una pergamena. Alrisha la prese notando il sigillo impresso. Era un sigillo infernale. Guardò l'uomo che scomparse in una nuvola di fumo all'istante. Alrisha, di fretta, aprì la pergamena.

Spero che questa lettera venga consegnata a chi di dovere. La bambina arrivata negli Inferi non più di quattro giorni fa, è in buona salute. Il signore oscuro la tiene come sua prigioniera. La sua anima ed il suo corpo saranno sacrificati come tributo alla rinascita della Signora degli Inferi.

Sai già cosa fare Alrisha. Sai come avere il mio aiuto.

Tuo fratello

Doveva andare dalla Dea Athena, ed in fretta anche. Lasciò la sala recandosi nelle stanze della Dea, a suo seguito ci furono Albafica e Sisifos del Sagittario. Alrisha sapeva bene la strada, corse a più non posso. No le importava di trovarsi davanti Poseidone. Shijima era la sua priorità ora.

-Non so cosa tu voglia Poseidone da me.- la Dea Athena si accomodò sulla poltrona riposta accanto al camino della sua stanza. Poseidone si guardò in torno, la stanza era sobria, mura di un beige chiaro, una grande libreria, un tavolo in legno intagliato su cui vi erano poggiati dei fogli e raccoglitori. Un camino imponente con due poltrone. Si andò a sedere nella poltrona di fronte la Dea. –Sono stato informato delle intenzioni di Ade. E so che ha chiesto aiuto non solo a Marte.- Poseidone la guardò negli occhi scorgendo un pizzico di preoccupazione. –Ade ti ha chiesto di passare dalla sua parte?- domandò Athena stringendo i pugni delle mani. –No. Io,in questa guerra, non prenderò parte. Sono stanco di vedere i miei cavalieri morire. Sarò neutrale. Anzi ti concedo di chiedermi aiuto.- Athena guardò Poseidone con diffidenza. Poteva davvero fidarsi delle parole di colui che una volta era suo nemico? –So cosa stai pensando. Non ti fidi di me. Posso capirlo.- si alzò dalla poltrona mettendosi di fronte ad Athena, le prese una mano –Dammi una possibilità, un'occasione così che tu ti possa fidare di me.- Athena non era ancora convinta. Mantenne il silenzio. Nel momento in cui stava per rispondere, la porta del suo studio venne spalancata. Alrisha, Albafica e Sisifos fecero il loro ingresso. Alrisha, ancora affannata, porse la pergamena ad Athena che la prese leggendola subito.

-Non possiamo più aspettare- Athena si alzò andando dietro la scrivania. –Sisifos, corri a chiamare Apollo, Artemide e il Gran Sacerdote.- -Certo, mia Signora.- lo sguardo della Dea si posò su di Alrisha. Purtroppo era arrivato il momento. –Athena, dobbiamo agire subito, la mia bambina non può diventare il ricettacolo di una dea inutile.- Alrisha era iraconda. Come poteva una bambina così piccola essere sacrificata. La Dea Athena sospirò. Nel frattempo, nella stanza entrarono Apollo, Artemide ed il Gran Sacerdote. Dopo che Sisifos, chiudesse la porta, l'aria divenne tesa. Albafica non riusciva a respirare. Si sentiva di troppo, ma non voleva abbandonare Alrisha. Aveva l'impressione che questa sarebbe stata una lunga nottata.


'Salve, so che non ho aggiornato da un sacco di tempo, perdonatemi! cosa ne pensate di questa storia? non siate scettici. commentate per ogni minima cosa, spero che un giorno questa storia possa raggiungere tantissime persone! Annis.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 26, 2019 ⏰

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