-La vostra missione consiste nell'andare nel Regno degl' Inferi. Asmita e Shaka verranno con voi. Loro sanno dove si trova il vostro obbiettivo.-
-Gran Sacerdote ma non riusciremo a farla franca con Caronte e i protettori dei gironi.-
-Non preoccuparti Sion. Con voi c'è chi ha quelle capacità.-
-E chi sarebbe?-
-Io!-
Gridò Alrisha entrando nel salone principale, ricevendo un'occhiata di rimprovero da parte del Gran Sacerdote. Era in ritardo. Di nuovo. Non si scomodò di fare un inchino, andò direttamente vicino Manigoldo.
Sion guardò il Gran Sacerdote con una faccia sconvolta. Si aspettava chiunque ma non Alrisha. Non credeva affatto che una ragazzina sapesse come passare negli inferi senza usare l'Haraiashiki. Era umanamente impossibile. Lo sguardo di Alrisha diceva tutt'altro. Lei era sicura delle sue capacità e anche delle persone con cui avrebbe avuto a che fare. Il Gran sacerdote aveva scelto con cura i cavalieri da mandare in missione: Sion dell'Ariete, Manigoldo del Cancro, Asmita e Shaka della Vergine, Alrisha e Albafica dei Pesci.
-Non perdete altro tempo, avete una missione da compiere. Andate!- Manigoldo si mise al centro della stanza, ridendo beffardo verso i suoi compagni – STRATI DI SPIRITO DEL PRESEPE -
I cavalieri, vennero trasportati dinanzi l'entrata degli Inferi. –LASCIATE OGNI SPERANZA, O' VOI CHE ENTRATE-
Alla vista della frase, Alrisha sorrise. Dante Alighieri. Originale.
Nessuno mosse un passo. Si stavano guardando attorno. Non potevano avere tutto il tempo del mondo, così Alrisha prese a oltrepassare il porticato seguita dai cavalieri della Vergine. Il resto si mosse in un secondo momento.
-Separiamoci, sarà più facile.- disse Manigoldo rivolgendosi agli altri. –No, dobbiamo prima attraversare l'Acheronte insieme.- disse Shaka tranquillamente. Nessuno osò controbattere, in fondo erano loro due che sapevano il vero scopo della missione. Continuarono a camminare lungo il sentiero. L'Inferno era cupo, pieno di dolore, accompagnato dalle urla delle anime che lo abitavano. Alrisha ricordava tutto perfettamente. Quante volte la Dea Athena la spediva lì per allenarsi o per punirla. Aveva visitato ogni regno, persino il cogito. Non aveva paura. Aveva persino visto le stanze del Dio Ade. Rimase nei suoi pensieri non accorgendosi di essere in testa al gruppo che la seguiva in silenzio.
-Sembra sicura del fatto suo.- Disse Manigoldo sorridendo beffardo verso Sion e Albafica. Quest'ultimo lanciò un occhiataccia a Manigoldo la quale si mise a ridere nel'aver disturbato il suo amico di avventure.
-Oh andiamo Albafica, non guardarmi così. Ho solo fatto un commento.-
-Smettila Manigoldo, non è divertente.-
-Aah adesso è tutto chiaro. Capito.-
-Eh!?-
Albafica guardò Manigoldo in modo confuso. Cosa aveva capito? Non c'era niente da capire.
-Ho capito che lei non si tocca.-
-Ma che vai a pensare?-
Non poteva crederci. Manigoldo continuava a guardarlo beffardo. Adorava irritare le persone, soprattutto i suoi compagni di battaglia. Ad Albafica non piaceva essere disturbato. Era come se in questo periodo tutti ce l'avessero con lui. Non riusciva mettere in ordine nella sua mente. Sopportare le persone che continuavano ad assillarlo. I suoi continui pensieri verso Alrisha. Era una tortura.
-Fermiamoci qui per il momento- disse Alrisha fermandosi.
-Ma, non possiamo. Dobbiamo muoverci.-
-Riprenderemo domani. Se vogliamo rimanere vivi, dobbiamo fermarci qui.-
Asmita e Shaka non misero parola. Sapevano bene i pensieri di Alrisha e se il Gran Sacerdote l'aveva mandata con loro in missione un motivo c'era.
Decisero di accamparsi lì, come detto da Alrisha. Cercarono di arrangiarsi il più possibile in modo da non destare sospetti. Gli Specter erano pur sempre di vedetta, ed era meglio non combattere. Bisognava avere tutte le forze per la missione.
Ogni cavaliere cercò di trovare un passatempo. All'Inferno non c'era molto da fare. Era pur sempre un luogo cupo, il cielo era senza stelle, il colore predominante era il nero. Alrisha preferì non indossare l'armatura. Era pur sempre pesante come indumento, preferiva rimanere in borghese per la serata. Alrisha voleva stare in tranquillità, così prese il suo amato album da disegno e si sedette a terra, continuando il ritratto che aveva davanti. Gli altri cavalieri si erano divisi, c'era chi sonnecchiava, chi meditava, chi si lamentava e chi come Albafica, perso nel guardare la figura minuta della ragazza che stava disegnando. Era completamente perso nel guardarla. Finché non vide Sion avvicinarsi a lei.
-Sei davvero brava.- Disse Sion sedendosi di fianco ad Alrisha che presa alla sprovvista si spaventò.
-Scusami non volevo spaventarti.-
-No, tranquillo Sion. Ero talmente concentrata che non mi ero accorta della tua presenza.-
Disse Alrisha tentando di sorridergli. Nessuno mai le se era avvicinato mentre disegnava. Preferiva non essere disturbata. Era l' unico modo che conosceva per distrarsi.
-Perché?-
Sion si girò verso di lei, volendo ricevere al più presto una risposta. Perché mai la Dea Athena aveva mandato in missione la sua prediletta. Perché esporla a tanti rischi. Era un dubbio a cui non riusciva a dare risposta.
-Cosa?- Alrisha lo guardò confusa.
-Perché sei qui con noi in missione. Considerando che siamo tutti guerrieri delle guerre passate.-
-Non ti fidi, Sion?-
La decisione che Sion vide negli occhi della ragazza lo calmarono, ma non del tutto. Non aveva ancora risposto alla sua domanda.
-Non si tratta di fiducia.-
-A tempo debito capirai tutto Sion, ora è meglio se vai a recuperare le forze.-
Lo liquidò il più in fretta possibile, aveva bisogno di distrarsi da tutta questa situazione. Voleva un po' di tranquillità. Era chiedere troppo?
Nel frattempo, Albafica, sdraiato in terra non riusciva a prendere sonno. Era irrequieto. In fondo erano pur sempre negli Inferi, non potevano dormire tranquillamente. Bisogna stare sempre in allerta.
-Svegliatevi, subito! Dobbiamo andarcene-
Shaka della Vergine era stranamente in armatura. E non era per niente tranquillo. Al suo fianco comparvero tutti gli altri.
-Troppo tardi-
Gli Specters che erano di ronda, li avevano trovati. Non c'era via di scampo, si doveva combattere.
-Finalmente posso sgranchirmi le ossa .-
Disse Manigoldo non aspettando altro che attaccare. Gli Specter attaccarono per primi, così iniziò la battaglia. Erano inferiore di numero in confronto agli Specters. Nessuno doveva essere risparmiato.

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Pisces
ФанфикIn un mondo dove l'umanità ha bisogno di aiuto, dodici cavalieri sono stati scelti per adempire al loro compito. Uno di loro però è l'arma per eccellenza. Dal libro: - Cavalieri, prodi guerrieri devoti alla Dea Athena. Se siete qui è perché è vostro...