io ti aspetto e nel frattempo sopravvivo

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Chiusi gli occhi sospirando e facendo le valige. Tornare a Buenos Aires era il mio sogno, ma sapevo che sarebbe stato anche il mio incubo peggiore. Avevo tenuto i contatti con i miei amici di sempre. E Damien era l'unico che mi raccontava tutto di 'lui'. Delle sue cazzate. Delle sue nottate. Dei suoi ritardi. Della mora dagli occhi di ghiaccio che me lo aveva portato via. Sospirai portandomi una mano agli angoli degli occhi e respirando faticosamente. Ero affannata. E ci stavo ancora male. Ma non ne valeva la pena, affatto. Mi strinsi nelle spalle rannicchiandomi nel mio letto e addormentandomi cullata dal battito del suo cuore che era una melodia che mai mi avrebbe abbandonata.





<< Non ci posso credere, dove cazzo stai? >> sbottò Mercedes al telefono mentre con lo sguardo tra la folla la scovavo. << Di fronte a te >> risposi sorridendo mentre lei incontrò il mio sguardo correndo nella mia direzione e abbracciandomi con estrema violenza. Ricambiai con altrettanta forza perché sapevo che di lì a poco avrei dovuto trattenermi dai miei pianti isterici. << Sei qui >> sussurrò ansimante per la corsa. << Non me ne andrò un'altra volta, te lo prometto >> << Dio quanto mi sei mancata >> deglutii quando ci andammo a sedere sulla panchina e lei cominciò con i suoi soliti modi a chiedermi come avevo preso la relazione di Jorge e Stephanie. << Normale, non è più il mio ragazzo >> mentii scrollando le spalle. << Il fatto che non sia più il tuo ragazzo non vuol dire che tu non possa starci male >> << Mi passerà prima o poi, no? >> << È passato più di un anno. I tuoi capelli sono ritornati al loro colore naturale. Tu sei dimagrita. Sei cambiata, ma rimani la stessa persona fredda che non vuole far trapelare emozioni. Mi sembra di parlare con un robot >> sbuffò << Fa male? >> << Non chiedermelo >> risposi coprendomi gli occhi consapevole che sarebbe stato difficile trattenere quelle cascate di lacrime che ero capace di riprodurre ogni giorno da quando 'lui' mi aveva lasciata. In lontananza scorsi delle figure. Il resto dei miei amici mi correva incontro senza tregua. Mi ritrovai riscaldata dalle loro braccia sorridente (anche un po' piangente). E poi le mie braccia furono intorno al collo di Damien. Perché con lui non dovevo nascondermi. Lui mi vedeva piangere durante le nostre video chiamate e ascoltava i miei singhiozzi per telefono. << Ehi io sono gelosa! >> intervenne Candelaria attirandomi a se e Facendomi ridacchiare.





Una voce familiare alle mie spalle mi spinse a guardare impaurita Damien << Scusate il ritardo ragazzi ma lo sapete com'è Stephie >> sbuffò mentre nessuno osò fiatare. I loro sguardi erano rivolti prima a me e poi alle mie spalle.<< Lei chi è? >> domandò mentre io piano mi voltai a guardarlo. Il gelo si creò in quella calda giornata di inizi Settembre. Nemmeno una parola fu pronunciata. Il casco che aveva tra le mani cadde per terra procurando un rumore assordante. << Tesoro?! >> lo richiamò una voce al suo fianco e solo allora mi resi conto della 'sua' presenza. Lui deglutì senza muovere i suoi occhi dai miei, abbassai lo sguardo rigirandomi e alzandomi. << Che sta succedendo? >> continuò lei leggermente agitata. << Non succede nulla, proprio nulla >> sbottò lui voltandosi a guardarla freddamente. Sorrisi amareggiata prendendo coraggio. << Io sono Martina >> le tesi la mano mentre lei ritornò con lo sguardo a Jorge. << Stephanie >> annuii << Lo so >> << Martina è mia, comunque >> intervenne Candelaria cercando di allentare la tensione. << Col cazzo Cande, ho aspettato un anno, adesso è mia >> si intromise Damien sorridendomi. << Nah, io non sono di nessuno >> risposi ridendo << Non sono mai stata di nessuno, né MAI lo sarò >> annunciai sperando che il messaggio fosse abbastanza chiaro.


<< Com'è Madrid? >> << Accettabile >> scrollai le spalle << E i posti di lì? >> << Non li conosco perfettamente >> << Tini in questo anno che cazzo hai fatto? >> ridacchiai << Non sono uscita molto >> << Ne sei sicura? >> mi guardò severo Damien alimentando la mia risata << Che vuoi dire? >> lo guardò stranita Lodovica. << Ho conosciuto un ragazzo non molto affidabile >> << Per niente affidabile >> << Dai Damien, infondo Peter non era così male >> << Chi ti ha mischiato il vizio del fumo? >> tossicchiai << Beh quello ce lo avevo da qualche mese prima >> << Co-Cosa? >> << Con Peter mi sono divertita e basta >> il silenzio calò e tutti gli sguardi furono rivolti a me. Il suo era così agghiacciante. << In che modo vi siete divertiti? >> << In che senso? >> << In QUEL senso >> << Ruggè davvero mi stai chiedendo se io e Peter abbiamo..? >> lo guardai sconvolta << Te lo stiamo chiedendo tutti >> << Non mi va di parlare di quel che siamo stati io e lui >> << No Aspetta non puoi lasciarci così Martina, dobbiamo saperlo >> scoppiai a ridere << Non vi dirò una parola >> il mio cellulare minaccioso prese a squillare mi allontanai di poco per rispondere. << Sei con lui, vero? >> rise Peter dall'altro lato della cornetta << E a te chi lo dice? >> << Mi hai risposto immediatamente significa che c'è qualcosa che ti innervosisce, solitamente rispondi all'ultimo squillo >> sorrisi << Mi stupisco sempre di più di quanto tu mi conosca. Ma qui i miei amici mi chiedono se mi hai sverginata >> scoppiò a ridere << Magari ci fossi riuscito, purtroppo siamo stati e saremo sempre solo amici >> << Ehi migliori >> sbottai. << Già puffa, devo scappare. Ci sentiamo >> << Ciao Pet >> sorrisi chiudendo la chiamata e tornando dagli altri. << Non so perché ma ho come il presentimento che la chiamata che hai appena ricevuto provenisse da Madrid >> sorrisi compiaciuta << Ebbene si >> scrollai le spalle guardando gli altri << Vi va un gelato? >> intervenne Alba saltellando, mi avvicinai circondandole il collo. << Io ci sto >> << Anche io >> mi voltai sorridendo piano a Stephie, cosa poteva c'entrare lei tra me e Jorge?
<< Tornerai allo Studio? >> annuii leggermente alle parole di Diego. << Ezequiel ti aspetta. Dice che gli manchi >> << Lo Studio è e sarà sempre una delle cose più belle della mia vita >> << E noi? >> << Voi siete la cosa migliore della mia vita >> Mercedes fu la prima a commuoversi seguita da Macarena e tutte le altre. Mi ritrovai soffocata dalle loro braccia che mi stringevano forte. << A volte pensavo che non te ne fregasse niente di noi. Che avessi tenuto i contatti per pietà >> scossi il capo abbassando il capo sulle mie converse << Eravate la mia forza >> pronunciai sentendo il braccio di Damien attirarmi a se. << Siete.. Aspetta no, state cercando di tirare fuori la Martina dolce ma non ci riuscirete . Io sono cinica, fredda e acida >> sbottai indispettita incrociando le braccia al petto. << C'eravamo quasi >> << Quasi.. >> risposi avanzando e ridendo << Non esiste nessuna Martina dolce >> << Scusa?! >> << Taci Lauretta >> gli rivolsi un'occhiataccia. << Lui ha visto la Tini dolce e noi, no? >> domandò gelosamente Macarena. << Non sono l'unico >> rivolse un'occhiata veloce a Jorge che abbassò il capo colpevole continuando ad avanzare con entrambe le mani infilate nelle tasche dei jeans. Quella serata passò lentamente e nemmeno una volta mi rivolse la parola, nemmeno una volta i suoi occhi furono nei miei, nemmeno una. Inutile dire che quella che passai fu un'altra notte insonne. E stavolta non c'erano solo i pianti isterici e silenziosi, stavolta c'era il suo sguardo perso che mi vedeva tornare. Questa volta c'era il casco che scappava dalle sue mani. Quell'incubo era così vivido nella mia mente e mia madre come al solito mi svegliò spaventata carezzandomi una guancia. << Va tutto bene, bambina mia >>.





<< ..No importa esta vez, voy por ti, voy por ti, voy por ti.. >> chiusi gli occhi mentre i ricordi si facevano spazio nella mia mente. "Stavolta ti conquisto Bimba, stavolta sei mia e non mi scappi più" ispirai a fondo godendomi la sua bella voce. << Ora è il tuo turno Martina, cosa ci canterai? >> tossicchiai << Underneath it all >> << È nuova? >> sorrise Clara portandomi ad annuire. Cominciai a cantare chiudendo gli occhi. "È finita Martina. Finisce tutto qui" "Perché?" "Te lo avevo detto che non mi innamoro" << ..I'm missing you so much.. [..] >>
<< Wow, ok, Wow >> avevo destabilizzato Clara? << È perfetta, è bellissima >> << Grazie >> << Ed è così sentita >> sorrisi imbarazzata << È solo una canzone >> << No Martina queste sono le tue emozioni. E anche parecchio forti a parer mio >> alzai lo sguardo fino ad incrociare i suoi occhi indecifrabili. Damien e gli altri mi guardarono.







Fissai il mio riflesso nello specchio. Indossavo un vestito nero a maniche corte con la spalla di fuori a v. Allacciai i miei tacchi neri, arricciando maggiormente i miei corti capelli castani. Dipinsi le mie labbra di rosso scendendo di sotto e raggiungendo la macchina di Damien non prima di aver salutato la mamma. Quando raggiungemmo gli altri al parco corsi dalle ragazze sorridente. << Tini stasera cadrai con quei trampoli >> sorrisi << Damien, non sono più negata come una volta tranquillo >> mi voltai a rispondergli incontrando gli occhi limpidi di Jorge che mi squadrarono da capo a piede. << Ero convinta mettessi la carta igienica nel reggiseno ma devo ricredermi, ora che non ne porti >> ridacchiò Macarena Facendomi arrossire. << Non ti ricordi quella volta in cui siamo entrate in camera sua ed era in intimo? >> le domandò invece Mechi. << Vi sembra normale parlare di questo? >> << Si, perché è divertente metterti in imbarazzo >> sbottò Macarena. Arrossii maggiormente mentre delle dita picchiettarono sulla mia spalla. << Xabiani >> sorrisi stringendolo. Era l'unico che non avevo visto durante il mio ritorno perché era in viaggio per una delle sue partite di calcio. << Tinita, sei in splendida forma >> sorrise abbracciandomi. << Xabi vacci piano con le parole guarda che Mechi è gelosa >> << Di Martina no. Delle puttane che ci provano spudoratamente con te lui si >> scoppiai a ridere. << Mira ai capelli quando fanno così >> << Oh si Tini già lo faccio tranquilla >> saltellai << Allora andiamo al Gringo's? Ho bisogno di muovermi, amici! >> << Vieni qui >> mi richiamò Ruggero mentre Diego fece partire dal suo cellulare 'El Perdon'. Mi mossi sensualmente tra le sue braccia, quella sera avevo bisogno di divertirmi. Ad un tratto mi strinse sollevandomi sulle sue spalle. << Ragazzi, si muove troppo bene per essere ancora vergine >> scoppiai a ridere tirandogli dei pugni sulla spalla. << Fammi scendere Stronzo >> << Solo se lo ammetti >> << No che non lo ammetto >> << Quindi sei vergine? >> << Non te lo dirò mai >> << Prima o poi dovrai dirmelo >> mi lasciò andare ed io gli feci la linguaccia. << Anche se fosse chi ti dice che è stato Peter il primo? >> << Aspetta tu mi hai parlato solo di Peter >> sbottò Damien. << Beh allora non sai di Rodrigo Diaz, il bellissimo modello che l'ha portata a cena fuori >> << Però Lodovica, sei proprio brava a mantenere i segreti >> << Pensavo volessi dirlo >> ridacchiai << Una cosa voglio dirla però, non me ne frega un cazzo se uscirà fuori qualcosa di sdolcinato >> tutti mi guardarono confusi << Voglio che tutto questo non finisca mai. Non voglio più dividermi da voi. Nonostante tutto. Divergenze.. >> guardai Jorge << ..O altro, voi siete il mio tutto. Il mio per sempre >> << Un abbraccio di gruppo ci sta, adesso >> in un attimo mi ritrovai circondata. Schiacciata dalle persone che amavo. E mi sentii bruciare quando sentii la 'sua' mano sulla mia vita. Deglutii incontrando il suo sguardo.








<< A lei Bellissima >> roteai gli occhi prendendo il mio mojito e portandolo alla bocca. Una mano me lo portò via ed io mi voltai incazzata a guardare la mia vittima. Deglutii. Era lui. Sorseggiò il cocktail sedendosi di fronte a me e posandomi una mano sulla coscia. La allontanai stizzita. << Quello era mio >> indicai il bicchiere vuoto che aveva tra le mani << Non lo reggi bene l'alcool >> << È passato un anno. Non hai neanche idea di quante cose siano cambiate in me >> il suo sguardo mi penetrò piantandosi fino alle mie ossa. << Ma in me non è cambiato nulla. Non ti permetterò di farti del male >> << Ma di che cazzo parli? Stavo solo bevendo un mojito! Non è una cosa illegale >> scosse il capo << Dio come sei testarda >> << Devi smetterla di trattarmi come una bambina, sono cresciuta >> << Cresciuta perché? Perché hai aperto le gambe ad uno qualsiasi? >> sbottò con una traccia di rabbia nella voce. Spalancai la bocca e lui chiuse gli occhi << Scusa >> << Ti odio, proprio tu vieni a farmi la ramanzina Stronzo. Ringrazia che rispetto Stephie perché altrimenti ti avrei piantato uno schiaffo bello potente su quel viso perfetto che ti ritrovi. Ma tanto nella tua vita usi più il tuo corpo di quello, no? >> risposi acida << Non volevo dirlo Martina >> << Ma l'hai detto Jorge >> l'avevo pronunciato. Il nome impronunciabile per mesi. << Lo so che sei una ragazza con la testa sulle spalle ma insomma ecco.. Non so che mi è preso >> << Sai che ti è preso? Te lo dico io. Ti dà fastidio che io abbia potuto permettere a qualcuno di infilarsi nelle mie mutandine quando tu che sei stato la mia prima storia per di più seria, importante a malapena hai potuto baciarmi. O mi sbaglio? >> mi alzai dallo sgabello ma le sue mani mi fermarono. << È vero si, mi dà fastidio. Vuoi farmene una colpa? >> affermò presuntuosamente ed io mi avvicinai ad un soffio dalle sue labbra. << IO.NON.SONO.TUA. >> << Ti sbagli Martina, lo sarai sempre >> << No. Mai, ficcatelo in testa >> raggiunsi gli altri sedendomi sui divanetti e poco dopo lui fece la stessa cosa. Stephie posò la testa sulle sue spalle ed io cercai di non piangere come al solito. << Allora Stoessel ce lo dici come andata la serata con il modello? >> ridacchiai << No >> << Ma noi siamo i tuoi amici >> obiettarono loro << E questa è la mia vita sentimentale >> << ..e sessuale >> continuò ridendo Damien Facendomi spalancare la bocca e arrossire di botto. << Non ve lo dirà mai ragazzi >> << Non ci ho fatto niente con Rodrigo >> sorrisi guardandoli. << Mi ha baciata e basta >> << E tu che hai fatto? >> alzai il capo notando Stephie guardarmi, e deglutii sonoramente << Gli ho dato uno schiaffo e.. >> scossi il capo. Non potevo di certo dire che dopo avergli dato uno schiaffo ero scoppiata a piangere e che lui mi aveva chiesto che cosa avesse sbagliato e che io avessi risposto che ero ancora innamorata del ragazzo che mi aveva distrutta e calpestata. Sorrisi ricordando le sue parole "È solo un idiota, io non ti avrei mai lasciata" << Siamo diventati buoni amici, ci sentiamo ancora >> << Ma non lo avevi preso a schiaffi? >> sembrò perdersi Candelaria << Gli ho parlato e lui mi ha capita >> scrollai le spalle. Una mano si posò sulla mia spalla. Jorge fece per alzarsi ed io mi voltai con la fronte aggrottata. Un sorriso si dipinse sulle mie labbra. Mi alzai di scatto abbracciandolo mentre lui sorridendo mi lasciò un bacio tra i capelli. << Non mi scappi più mocciosa >> strinsi la presa per poi staccarmi e ricompormi. << Lui è Peter >> lo presentai agli altri che cominciarono a capirci finalmente qualcosa. << IL BAD BOY >> ridacchiò guardando Damien. Si sedette al mio posto facendo segno di sedermi su di lui.






<< Volete davvero sapere se l'ho sverginata? >> scoppiò a ridere con i gomiti poggiati alla spalliera dei divanetti mentre i miei amici aspettarono ansiosi una sua risposta ed io gli tirai uno scappellotto. << Non conosco nemmeno un centimetro del corpo di questa ragazza, oggi è la prima volta in cui la vedo scoperta e posso ammirare la sua schiena nuda >> << Grazie per la fedeltà Peter >> lui inarcò un sopracciglio << Preferivi mentissi dicendo che sono stato io il tuo primo? >> storsi il naso. << Le cose sono due, o sei vergine o c'è un altro di cui non sappiamo l'esistenza >> << Mi sono stancata. Non è importante. Ed ora voglio solo ballare >> Peter mi sollevò << Scusatemi ma devo far ballare la mia Puffa >> scoppiammo tutti a ridere.







<< È lui, no? >> guardò Jorge ed io posai la testa sulle sue spalle << Si è lui >> << Ti fa male? >> << Abbastanza >> infilò una mano nei miei capelli tirandomi con l'altra fuori nei parcheggi. << Devi stare tranquilla, Martina. Quando sei con lui perdi il controllo, sei rigida e tesa non sei te stessa >> << Non posso essere me stessa senza agitarmi, lui è di fronte a me.. Con lei. Con un'altra. Lui Peter, lui che mi è stato portato via, lui che.. >> posai le mani sui miei occhi << Lui >> ripeté annuendo Peter. << Non riesco nemmeno ad odiarlo >> la voce si incrinò maggiormente e cominciai a singhiozzare << Almeno se lo odiassi o se mi fosse indifferente sarebbe tutto più semplice, ma a me batte forte il cuore come la prima volta. La prima volta in cui l'ho visto. La prima volta che mi ha baciata anche se con violenza. La prima volta in cui si è contenuto dal Toccarmi perché conosceva le mie paure, la prima volta in cui.. >> << ..In cui ti ha ferita, non è così? >> sorrise Damien arrivando alle mie spalle.








<< NOOO >> << Martina svegliati >> << NON MI LASCIARE, NON MI LASCIARE PER FAVORE >> << Martina per favore bambina mia apri gli occhi è solo uno stupido sogno, ti prego >> aprii gli occhi di scatto guardando dispiaciuta mia madre che si asciugò le lacrime agli angoli degli occhi. << Hai bisogno di aiuto amore, non puoi andare avanti così. Non so più che fare io.. >> << Non voglio andare da uno psicologo mamma, per favore >> la implorai tristemente << Ti isoli, e passi pochissimo tempi con i tuoi amici. Stai cadendo di nuovo in depressione come in quel periodo.. >> quel periodo. Papà. La sua morte. Jorge che mi lasciò. Strinsi forte le nocche delle mie mani abbracciandola. << Ti prometto che ritornerò a passare del tempo con gli altri, che non starò sempre qui chiusa in casa, ma non mandarmi da uno strizza cervelli >> "Lo so che mi prende mamma, ho paura. Paura che chi amo vada via da me così come ha fatto Jorge"







<< Sei distrutta >> notò Lodovica ricevendo cenni di approvazione dagli altri. Sistemai lo zaino sulle mie spalle succhiando forte il sangue che fuoriescì dalle mie labbra. Per tutto il tragitto non avevo fatto altro che morderle provando a non piangere, dire che me le ero spaccate o mangiate era poco. << Nottataccia >> scrollai le spalle << Può essere peggiore delle tue solite nottatacce? Tini tu dormi a malapena 3 ore a notte >> guardai Damien che si stava mentalmente dando dello stupido, questo era certo. << Si Damien questa non è stata solo una Nottataccia, è stato l'inferno >> << Si nota dalle tue labbra >> proferì Mercedes. << Già le mie labbra >> mi toccai la ferita dolorante scorgendo del sangue sul mio dito. Una moto sfrecciò di fianco a noi ed io sorrisi debolmente riconoscendola. Peter scese salutandoci. << Che ci fai qui? >> domandai curiosa << Ho parlato con Mariana >> annuii e lui mi attirò a se guardandomi negli occhi. << È ora di svagarsi e divertirsi come una volta Puffa >> mi diede un leggero schiaffetto come per farmi riprendere sulla guancia ed io sorrisi abbracciandolo. << Aspetta fai
sega? >> domandò confusa Macarena << Aha, non è la prima volta >> << Fico >> affermò Candelaria Facendomi ridacchiare. << Stai diventando una cattiva ragazza Stoessel >> mi fece notare, invece Ruggero stringendo la rossa, mentre Jorge mi guardò in modo indecifrabile/impenetrabile. << E chi ti dice che io un tempo fossi una brava ragazza? >> gli feci un occhiolino come a dire 'Non lo sono mai stata' << Ci vediamo più tardi ragazzi >> saltai sulle spalle di Peter che mi fece salire in moto. << Dove andiamo? >> mi chiese. << Ovunque >> sciolsi la mia coda scuotendo i capelli << Ah Pet, sfreccia. Corri. Ho voglia di vivere >> mi voltai a guardare i miei amici sorridendo mentre la moto partì << TI PORTO A VIVERE ALLORA, PUFFA TIENITI FORTE >> urlò mentre io continuai a sorridere e lui partì velocemente facendo ondeggiare e svolazzare i miei capelli. Stavo volando. Avete presente quei crampi allo stomaco che ti vengono quando sei in macchina e corri e non guardi la strada? Quando ti senti volare e senti quel vuoto sotto di te? Avete presente come si sta bene in quel momento? Ecco io mi sentivo bene. Io sorridevo. Io vivevo.





<< Whuo >> gridai quando arrivai all'uscita di scuola e gli altri del gruppo sorrisero. << Ti sei ripresa >> annuii << Lui è uno capace di portarti davvero a vivere >> lo abbracciai << Wow Martina non ti vedevo così euforica da tempo, sei davvero bellissima >> ridacchiò Diego beccandosi una finta occhiataccia da Lodovica. << Bambolina ammettiamolo la tua amica è bella. Ma io amo te tranquilla >> l'attirò a se baciandola. << Già è vero è bella >> sorrise Peter << Ma è impossibile e cocciuta >> << Come vi siete conosciuti? >> domandarono Stephie e Facundo insieme guardandosi ridacchiando. Damien scoppiò a ridere. << Lui lo sa ovviamente >> incrociò le braccia al petto Maca. << Certo che lo so 'Care >> << Gli sono finita addosso >> ammisi << Dì la verità Puffa. Mi sei finita addosso e poi mi hai dato contro incolpandomi. Pensate mi ha detto persino parole che non si trovano sul dizionario e che non pensavo fossero state inventate >> << Certo tu hai tentato di palpeggiarmi >> affermai basita. << Qualunque uomo sano di mente lo farebbe se ti avesse davanti >> ridacchiai spingendolo << Scemo >>. << Perché non vi mettete insieme e la fate finita? >> quella voce. Il sangue ribollì nelle vene. Alzai lo sguardo. << Io e Peter siamo solo amici. L'attrazione fisica che aveva nei miei confronti è svanita, si è dissolta. Perché per me è sempre così, dopo un po' di tempo non conto più niente >> << Un po' di tempo? È stato un anno >> << Non mi è bastato. Né mai mi basterà. Fine dei giochi. >> fu capace persino di togliermi il buonumore. Fanculo. Il mio cellulare squillò. << Pronto Mamma?! >> << Quando Peter ti fa saltare scuola potresti dirgli almeno di non passare nei dintorni della mia postazione di lavoro, tesoro >> scoppiai a ridere << Lo farò >> << Ci vediamo a casa >> << A dopo mamma >> chiusi la chiamata. << Ci ha beccati >> << Come una volta Puffa, come quando ridevi e facevi la pazza >> << Sono ancora una pazza >> << Stasera andiamo in pizzeria? >> << Si dai perché no >> << Alle 20 in pista, d'accordo? >> << Aha >>









Indossai un paio di jeans aderenti e strappati sul ginocchio, una maglietta a maniche lunghe nera che mi lasciava scoperto l'ombelico con su la scritta 'BAD GIRL' in bianco e le superga nera con la zeppa dello stesso colore. Corsi di sotto da Peter mentre i miei capelli super riccioluti ondeggiarono sul collo Facendomi il solletico. Salutai mamma (che mi guardò ancora un po' stranita per il cambio radicale che avevo fatto quello stesso pomeriggio presto Facendomi tagliare i capelli più o meno a caschetto), lasciandole un po' di rossetto sulla guancia. << Non fare tardi >> mi ammonì severa ridacchiando.








<< Che hai fatto ai tuoi capelli? >> sorrisi guardando i miei amici scrollando le spalle. << Una pazzia >> << Non ci posso credere sei strafiga e sexy pure con i capelli corti! >> obiettò Lodo Facendomi scoppiare a ridere. << BAD GIRL? >> lesse Damien la mia maglietta inarcando un sopracciglio e Peter mi stinse a se. << Un BAD BOY ha bisogno di una BAD GIRL,no? >> una risata generale riempì quel luogo ed io mi accorsi di aver dimenticato il braccialetto per il polso. Nervosamente lo coprii sperando che gli altri non se ne accorgessero. << Che succede? >> << Nulla >> ridacchiai << Sei nervosa >> indietreggiai << No, no io no >> Peter inarcò un sopracciglio guardando la mano che copriva il polso e scoppiò a ridere. << Non c'è niente di male se hai un tatuaggio >> lo trucidai con lo sguardo rivolgendo un'occhiata ai miei amici. << Tua madre lo sa? >> scossi il capo. << No, ero in uno di quei momenti pazzi >> << Posso vederlo? >> domandò saltellando e battendo le mani Cande. Le porsi il mio braccio mentre lei sorrisi. << All you need is love, si mi piace >> accennai ad un sorriso. << Peter lo sai che mi devi dare il tuo bracciale,vero? >> << Quando ti riaccompagno, ma non farti strane idee Puffa. Hai progettato di portarmelo via già da un po' >> << Ci riuscirò prima o poi Lanzani >> << Continua a crederci Martina >> gli feci una linguaccia mentre Alba mi girò intorno fissando i miei capelli che più lunghi davanti man mano scalano dietro diventando più corti. << Sei perfetta, ha ragione >> << Che intendi Alba? >> chiesi confusa << Mio zio ha un amico che fa lo stilista internazionale, ti ha visto nelle foto che abbiamo scattato ed è impazzito per te >> << Eh? >> << Vuole che sfili per lui >> << Io? Io che sfilo? Non mi ci immagino proprio >> vivevo di musica io. << Tini faresti davvero molta strada, certo farai carriera come cantante ma anche come modella >> mi fece notare Mercedes mentre le altre ragazze si unirono provando a convincermi << Io.. Non so >> << Alba hai dimenticato di dirle che tuo zio fa sfilare anche in intimo >> le suggerì Facundo. Inutile dire che a quelle parole sgranai gli occhi rispondendo con un flebile: "Ci penserò". Non so esattamente cosa accadde dopo, so solo che la serata finì troppo in fretta e che quando mi ritrovai sull'orlo della porta di casa, pronta a rientrare una voce mi distrasse spaventandomi. << Vieni con me, Stoessel >> raggelai sul posto deglutendo e spostai il mio sguardo sulla sua figura. << Cosa vuoi da me, Blanco? >> << Dobbiamo parlare >> disse solo porgendomi il suo casco. Guardai la porta di casa che si aprì in quell'istante e rimasi immobile senza sapere che dire o che fare. Mia madre era lì che mi guardava, che CI guardava. Si morse le labbra. << Va' con lui >> annuì quasi con sicurezza e determinazione. Era tardi e mi sembrava impossibile il fatto che mi permettesse di andare ancora in giro a quell'ora. Annuii flebilmente infilando il casco notando le labbra di Jorge muoversi in direzione di mia madre. Non seppi che cosa si dissero. E sapevo benissimo che non lo avrei mai saputo.
Passarono pochi minuti e ci ritrovammo io e Jorge sulla nostra spiaggetta isolata, lontani da tutto e da tutti, lontani dal mondo intero. In quella fresca giornata di notte. Rimanemmo in silenzio senza parlare. E di certo non sarei stata io a cominciare un discorso. Seduti l'uno di fronte all'altra ci guardavano come non avevamo mai fatto in quegli ultimi anni. Si udivano solo le onde del mare infrangersi contro gli scoglio ed i nostri respiro che si confondevano. E fu un attimo. Si alzò di scatto incazzato nero. Nero come la pece. << COME FAI EH?! COME FAI AD ESSERTI DIMENTICATA DI TUTTO QUELL'ANNO DI NOI? HAI PERMESSO AD ALTRE MANI CHE NON ERANO LE MIE DI SFIORARTI, HAI PERMESSO A PERSONE CHE NON ERANO ME DI ENTRARE NELLA TUA VITA E SCOMBUSSOLARTELA, HAI PERMESSO A QUALCUNO CHE NON ERO IO DI RENDERTI FELICE. SONO IO A DOVERTI ACCENDERE I SORRISI, SONO IO A DOVERTI CAREZZARE DOLCEMENTE LE GUANCE PER VEDERTI ARROSSIRE, SONO IO A POTERTI CHIAMARE CON QUEI NOMIGNOLI DA RITARDATI CHE SI DANNO LE COPPIETTE SMIELATE, IO, SONO IO, SOLO IO >> e fu un altro attimo che io lo seguii a ruota, altrettanto furiosa, delusa, ferita e persino amareggiata. << TI SBAGLI JORGE, PERCHÉ NON SEI. TU ERI >> premetti il mio indice con forza all'altezza del suo petto << ERI TU CHE POTEVI PERMETTERTI DI TRATTARMI A PEZZA, COME UNA STUPIDA BAMBOLA. ERI TU A POTERLO FARE PER ESSERE PERDONATO GRAZIE A QUELLO STUPIDO SORRISO IMBARAZZATO CHE TI SI CREAVA QUANDO MI CHIEDEVI SCUSA INSIEME A QUELLE DANNATISSIME E ADORABILI FOSSETTE CHE TI CONTRADDISTINGUEVANO. SAPEVI DI AVERMI IN PUGNO, DI POTERMI FARE CIÒ CHE VOLEVI, SAPEVI CHE NON ME NE SAREI ANDATA, AVEVI CERTEZZE JORGE, QUELLE CAZZO DI CERTEZZE CHE IO NON AVEVO MAI. NON POTEVO DIRTI TI AMO PER PAURA DI PERDERTI MA ORMAI TI HO PERSO QUINDI CHE SENSO HA TENERLO ANCORA PER ME? CHE SENSO HA NEGARE FINO ALLA NAUSEA CHE SONO FOLLEMENTE E PERDUTAMENTE INNAMORATA DI TE? EH? >> deglutì indietreggiando e a quella vista tremai, tremai impaurita, tremai da fare schifo. Sarebbe finito tutto. Indietreggiava scuotendo il capo mentre io avanzano annuendo. << Ritira ciò che hai appena detto, dì che non mi hai mai amato né mai lo farai >> risi, risi di una risata isterica, quasi cattiva, una risata amareggiata, di dolore. Un miscuglio di sensazioni che presero parte nel mio corpo. << È tardi Jorge. È tardi perché te l'ho detto e sai perché l'ho fatto? Perché stai facendo di tutto per trasformare questo dannatissimo ed inopportuno sentimento d'amore in odio puro. Ma così rafforzerai tutto Jorge, sai? Non te l'hanno mai detto quanto è sbagliato? Sai, anche perché l'ho fatto? Perché questa merda me la sono portata dentro per troppo tempo ed ora, ora devi sopportarla anche tu. Qui Jorge >> indicai il mio cuore << Qui >> il mio cervello << Qui, al groppo che porto alla gola >> indicai anche quella parte << E poi qui >> e per finire in bellezza scesi allo stomaco indicandolo come se un pugnale lo stesse trafiggendo. << Capito Jorge? Hai capito ora che schifo? Hai capito ora che peso ho dovuto portare da sola? Ho dovuto aspettare Jorge, ho dovuto farlo vivendo ma sai che c'è? >> mi fermai sentendo che i miei occhi si stavano spegnendo come me << Che per colpa tua, anziché vivere mentre aspettavo la felicità ho soltanto sopravvissuto e fidati.. Per quanto è brutto non lo auguro a nessuno. Non lo auguro a te che me lo hai fatto vivere quest'incubo >> << Devi dire a Peter di non metterti più le mani addosso, devi proibirgli di farlo, digli che non può più accenderti i sorrisi. Rifiuta quella proposta del cazzo dello stilista che conosce lo zio di Alba, e smetti, smetti subito di amarmi >> spalancai la bocca, mi aspettavo di tutto tranne l'indifferenza. << TI AMO CAZZO >> gridai avanzando e facendolo indietreggiare ancora << Non urlare >>. Boom. Un colpo di pistola al petto. Gridargli ti amo. Glielo avevo gridato e lui mi aveva detto di non urlare. << Portami a casa, ORA >> asserii sperando di non scoppiare a piangere lì di fronte a lui. << Smetti di amarmi ed io ti riporto a casa >> << Non fare il coglione, Muoviti >> mi apprestai a passarmi una mano nei capelli. << Smetti di amarmi >> << PERCHÉ? PERCHÉ DOVREI? >> << PERCHÉ DISTRUGGERÒ ANCHE TE, E NON VOGLIO CAZZO. >> << MI HAI GIÀ DISTRUTTA JORGE >> << Non voglio distruggerti >> << L'hai fatto >> << Non voglio >> << Ci sei riuscito >> << No, non l'ho fatto >> tacqui. Tacqui davanti ai suoi occhi così scuri e duri. << Non posso averlo fatto >> << E perché no? >> << PERCHÉ NON POSSO DISTRUGGERE CHI AMO >> a quelle parole fui io ad indietreggiare per prima, anche lui indietreggiò. 'Cosa cazzo stava succedendo?'. Fu un attimo e mi ritrovai arpionata a lui, con le gambe attorcigliate alla sua vita, gli occhi sanguinanti di lacrime e le nostre labbra screpolate dal vento che si mangiavano tra di loro. Mi strappò mille gemiti o forse due, non so. So che baciò ogni centimetro della mia pelle quando alzò il mio vestito per gettarlo nella sabbia fresca. So che rimase per 10 minuti o forse un'ora a contemplare il mio corpo e che nonostante il suo bisogno di sesso non mi chiese nulla, fu lento e mi rispettò. So che ci baciammo freneticamente e che io tremavo per paura mentre lui per la rabbia che ci aveva fatti ritrovare. E quando in un attimo mi ritrovai su uno Jorge quasi insicuro con addosso solo in boxer non tentennai un attimo per donargli quel piacere che mai gli avevo concesso. Non tentennai perché anche se quella cosa ai miei occhi era sempre sembrata sporca con Jorge tutto riusciva a diventare pulito. Non fermai le mie carezze nemmeno quando la mia lingua scese a ricoprire la sua pelle di brividi. Non fermai la mia mano nemmeno quando le mie labbra e la mia lingua scesero a carezzarlo lì. Nemmeno quando sentii il suo sapore. Non ci provai nemmeno a dire il vero. Non abbandonai quello che stavo facendo perché sentirlo dannarsi sotto di me per il piacere procuratogli solo e soltanto dalla mia persona, valeva la pena di tutto. Quando sentii la mia schiena più fresca capii che la situazione si era ribaltata, che lui adesso era su di me, a baciarmi senza ritegno, a spingere il suo bacino verso il mio, e a farmi sentire quanto fosse duro ed impaziente. Sentii il mio reggiseno volare e le sue labbra lambire dolcemente i miei seni e la mia pelle. Sentii le sue dita scavare in me e poi non sentii più nulla se non i nostri cuori che battevano all'impazzata e il mare grondante d'acqua. Il mio sorriso si riaccese ed il suo anche, assieme ai suoi occhi che ormai scuri per il desiderio e la rabbia e anche la furia Che predominavano in lui aggiunsero un tocco di chiarore e dolcezza che in Jorge erano quasi sempre mancate. Il nostro letto fu la sabbia quella notte. Lo dolce melodia in sottofondo il mare ed il nostro piacere portato a galla dalle nostre bocche. Le nostre anche si mossero sicure mentre i nostri sguardi si incastrarono perfettamente come i pezzettini di un puzzle, esattamente come i nostri occhi. Piansi. Piansi tutta la notte. Piansi per la rabbia, per il dolore ma soprattutto perché sapevo che finalmente Jorge si era lasciato andare che finalmente saremmo stati felici insieme. Piansi con il sorriso sulle labbra. Ansimai lì tra le sue braccia, mentre i suoi occhi mi trafiggevano l'anima e le sue mani carezzavano il mio corpo per poi intrecciarsi con le mie. Nemmeno una volta abbandonò i miei occhi per guardare il mio corpo mentre facevano l'amore, nemmeno una volta i suoi occhi finirono sul punto d'incontro della nostra unione. Le sue mani, solo le sue mani ebbero questo privilegio. Solo le sue mani strinsero i miei seni scendendo lì. Lì dove il nostro puzzle si incastrava perfettamente. Ero scossa e anche quella mi sembrava una cosa sporca ma come ho già detto Jorge era capace di rendere tutto pulito. Un piacere disarmante mi fece trasalire e solo allora capii perché lui lo stava facendo. Solo allora capii che lui stava cercando di nascondere il dolore attraverso il piacere. Sorrisi baciandolo senza più stancarmi. Facemmo l'amore per tutta la notte e sapete una cosa? N'è valsa la pena sopravvivere invece che vivere.

Jortini o LeonettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora