<< Mamma? >> mi immobilizzo sul posto perdendomi negli occhi della mia splendida bambina. I suoi occhi dannazione, terribilmente identici a quelli di Jorge, mi accovaccio al suo fianco carezzandole una guancia. << Si piccolina? >> << Mi dirai mai chi è il mio papà? >> mi irrigidisco all'istante, non è di certo una domanda da una bambina di appena 2 anni. Sorrido soltanto cominciando ad intonare una ninna nanna e vedendo i suoi occhi chiudersi piano. La stringo forte a me, mentre il mio viso si ricopre di lacrime come ogni notte.
FLASHBACK
"JORGE, GUARDAMI CAZZO, SONO IO. ANCORA IO. LA TUA TINI" deglutisce senza guardarmi "È stato un errore Martina, ho esagerato nel bere stanotte, non dovevamo"
FINE FLASHBACKSento il mio cellulare vibrare sul comodino, lo prendo leggendo il nome di mia madre. << Mamma >> sussurro in modo da non svegliare la piccola. << Oh amore mio non ci posso credere che fra una settimana sarai di nuovo qui >> grida come un'isterica facendo dipingere un sorriso sul mio volto, che ovviamente scompare all'istante quando mi ricordo di doverle "presentare" Violetta. << Tini, ci sei? >> << Mamma quando sarò a Buenos Aires dovremo parlare di parecchie cose >> sussurro guardando Vilu portarsi teneramente il pollice sinistro alla bocca. << Che succede figlia mia? >> << Ne parleremo quando sarò lì >> << D'accordo bambina mia. Buonanotte >> sorrido amareggiata. "Purtroppo mamma non sono più una bambina, sono cresciuta. Troppo in fretta" << Buonanotte Mamma >> ma per un istante voglio sentirmi piccola.
1 settimana dopo
Porto una mano alla testa cominciando a fare mente locale di quel che mi serve. << Allora.. La valigia ce l'ho, la mia bimba anche >> sorrido rivolgendomi a Violetta che è tra le mie braccia e che ricambia con un sorriso altrettanto splendente << Mamma? >> << Mh? >> << Mi sa che hai dimenticato i biglietti >> ridacchia mentre io le bacio la fronte. << Cosa farei senza di te, eh? >> abbassa lo sguardo imbarazzata circondandomi il collo con un braccio e donandomi un tenero bacio. << Ti voglio bene >> << Anche io Ti voglio bene, tesoro >> annuisco raccogliendo i biglietti per poi chiudere la porta di casa ed infilarmi in auto. Quando arriviamo in aeroporto l'ansia mi assale. Spero non mi riconoscano. << Perché sei incappucciata? >> ridacchia Violetta guardando il foulard nero e gli occhiali da sole dello stesso ed identico colore che mi coprono. Mi sforzo cercando di sembrarle tranquilla e scrollando le spalle mi faccio strada tra la gente. Per fortuna il mio agente ha deciso di farmi viaggiare con un nome falso, "è più sicuro" ha commentato ed io certamente non mi sono tirata indietro. Le uniche persone al mondo a sapere dell'esistenza di Violetta sono Mechi e qualche abitante del piccolo paesino in cui ho vissuto fino ad oggi.
Il viaggio scorre abbastanza tranquillo ed io mi diverto ad ammirare la mia riccioluta chiacchierare animamente con il nostro vicino di volo.Un groppo mi si forma alla gola e con il cuore che batte a mille mi abbasso all'altezza di Vilu continuando a stringerle la mano. << Amore vedi questa casa? >> la indico e lei annuisce << Questa è la casa dei tuoi nonni >> rimane in silenzio continuando ad annuire. << Vuoi conoscerli? >> << Si >> sorride stringendo la mia mano mentre io prendo la copia del mio mazzo di chiavi e dopo un respiro profondo le infilo nella toppa di casa. Spalanco la porta e mi sembra tutto così familiare e accogliente. "Proprio come me lo ricordavo" << ALEJANDRO, FRANCISCO SCENDERE È ARRIVATA >> sento mia madre gridare e tiro un altro respiro profondo. Vilu si nasconde dietro le mie gambe avvolgendole con le sue fragili braccia. Vedo la mia famiglia scendere di sotto sorridente pronta a buttarsi tra le mie braccia. Quando notano la piccola si bloccano tutti e tre sul posto, io sorrido soltanto invitandola a farsi avanti e prendendola in braccio. << Ciao famiglia >> dico solo guardandoli. Non fiatano, sembrano abbastanza scossi. Continuano ad alternare lo sguardo tra me e Vilu. << Lei è Violetta >> << Violetta?! >> domanda e afferma contemporaneamente Francisco sconvolto. Annuisco e la guardo. << La mia ragione di vita. >> prendo un altro respiro profondo << È mia figlia >> la torta di bentornato che mio padre stringe tra le mani cade rovinosamente per terra confondendosi con il pavimento. Vilu si muove, segno che vuole tornare in piedi e quando esaudisco il suo desiderio la vedo avanzare verso loro tre guardandoli in un modo indecifrabile per poi sorridere. << Ciao famiglia >>
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Jortini o Leonetta
Fanfictionstorie one-shot che ho salvato da efp,le storie NON sono mie ma di @jortinucha o su efp solo @tinucha...le ho pubblicate solo a scopo di 'salvataggio' nel caso non le trovassi più,e perchè sono alcune delle mie storie preferite. Detto questo Peace...