Non arrendiamoci

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<< STOESSEL CI SERVI NEL CAMERINO DI BLANCO >> sbottò un cameraman bussando. Aggrottai le sopracciglia lanciando una furtiva occhiata alle mie amiche e compagne di lavoro per poi alzarmi in piedi e sistemarmi le piaghe del vestito di scena. << TINI CAZZO PER FAVORE JORGE È IN CRISI >> bussò più insistentemente Ruggero. << Vado a calmarlo >> riferii alle altre << Non procreate nel camerino è squallido >> non feci molto caso alle parole di Mechi, parlava di me è Jorge in quel modo da un'età immemore. Era una nostra fan accanita. Trattenni un sorriso camminando spavalda per i corridoi seguita da un Ruggero preoccupato. << Non l'ho mai visto così >> sbottò indicando la porta. << Me ne occupo io >> gli sorrisi aprendo piano la porta ed intravedendo Jorge intrattenere una discussione al cellulare. << Ma certo che sono calmo Mamma, cosa vuoi che sia salire su un palco davanti a miliardi di persone con il terrore di sbagliare qualcosa, perdere la voce o anche solo cadere come un idiota imbranato, è una cosa di tutti i giorni >> rise nervoso facendo dipingere un sorriso sulle mie labbra. << Dì a Daniel che se non smette di fare certe insinuazioni gli cambio i connotati >> continuò irritato grattandosi la nuca. << Devo andare >> disse poi disgustato guardandosi da capo a piedi, in effetti i vestiti da principe azzurro non gli piacevano molto. Pff,Per me era bello comunque. Sgranai gli occhi a quel pensiero e proprio in quell'istante il ragazzo dagli occhi verdi si girò. << Oh.. Ciao.. Ehm Tini >> sussurrò imbarazzato buttandosi a sedere su un divanetto e agitando nervosamente le gambe. Cautamente mi sedetti al suo fianco facendolo indietreggiare fino il lato opposto. Perché si allontanava? << Che ti prende Yoyi, solitamente sono io quella agitata non tu >> scrollò le spalle << C'è una prima volta a tutto >> sussurrò rocamente. << Perché proprio oggi? >> gli domandai facendolo deglutire << Perché nello spettacolo di oggi ho una certezza che fino a ieri non avevo >> << Sarebbe? >> domandai curiosa << Che mi sono innamorato di te >> sputò fuori tutto d'un fiato mentre io deglutii seriamente. << Jorge se è uno dei tuoi scherzi non mi va di giocare, eh! >> sbottai agitando nervosamente le mani. << E CHE CAZZO MARTINA, PER TE IO SCHERZO SEMPRE. POSSO SCHERZARE SU TUTTO MA NON SU COSE COSÌ SERIE >> sbottò alzandosi di scatto e piantandosi di fronte a me guardandomi negli occhi. << Ma io.. >> << TU CHE COSA? >> prese a respirare faticosamente << Oh mio Dio che testa di cazzo che sono, Scusami ti sto mettendo ansia prima del concerto. No no >> agitò le mani in aria dando un pugno contro il muro e passandosi gli avambracci sul volto in modo da coprirlo, mentre le mani erano piazzate tra i suoi capelli arruffati e spettinati che gli davano quell'aria da BAD BOY. Deglutii a vuoto stringendo forte le mie gambe e vedendo attraverso uno spazio la sua mascella serrata, mi alzai di scatto. Non potevo essere una fifona, non quando quel che aspettavo da una vita stava diventando realtà. Camminai lenta mentre sentivo il suo respiro affannato, conoscendolo bene era arrabbiato e anche se sapevo che non era il caso di punzecchiarlo in quel momento una parte di me mi diceva che quella sarebbe stata la mia occasione. << Pensi di impressionarmi con un pugno contro la parete e le tue nocche insanguinate? Oh Blanco, che cattivo ragazzo che sei >> ridacchiai mentre lui scostò via le mani dal viso guardandomi in un modo agghiacciante. Ad un tratto divenni seria anch'io e i nostri occhi si scontrarono dicendosi le parole che non riuscivano ad uscire dalle nostre labbra. << Ti Amo Jorge, da prima di Stephie, da prima di Peter, da prima di Tutto >> annuii decisa << Sei riuscito a riempire il vuoto che mi porto dentro >> posai una mano sul suo petto alzandomi sulle punte (Si, nonostante indossassi un tacco alto lui era molto più alto di me) e facendo sfiorare le mie labbra con le sue. << Voglio essere tua >> soffiai a debita distanza (certo, come no). I suoi occhi divennero limpidi, trasparenti e potei leggerlo dentro. Era la persona più pulita e pura che avessi mai conosciuto. Catturò le mie labbra in un avido, disperato, intenso ma ugualmente dolce bacio. Le nostre lingue danzarono a stretto contatto e ci staccammo solo per mancanza di fiato, sentii la sua bocca scendere fino a baciarmi mandibola e il mio punto debole (da quel momento): il collo. Gemetti paurosamente sentendolo graffiare con i denti quella parte di me più sensibile. Tremai aggrappandomi ai suoi bicipiti (ehi, non sono mica stupida). Ritornò alle mie labbra lento e doloroso. Doloroso perché io volevo di più. << JORGE, MARTINA MANCANO 10 MINUTI >> urlò qualcuno del backstage facendoci sobbalzare. Mi allontanai da lui spaventata lasciandogli la mano. << Allora, a dopo >> << Ci vediamo in scena Tinita, io sarò quello vestito da principe azzurro >> sorrisi alle sue parole ripetendo le parole lette sul twitter di una ragazza: << Mi principe no es azul, es Blanco >> gli lasciai un bacio a fior di labbra ondeggiando nei corridoi timorosa stavolta. Entrai nel camerino cominciando a fare avanti e dietro. << Sei andata a tranquillizzare Jorge e adesso sei tu quella nervosa? Qualcosa è andato storto >> ero nervosa, agitata, tesa e lo fui di più quando lo sguardo di Alba seguito da quello sconvolto delle ragazze si posò sul mio collo. << Ma quello è un succhiotto >> avvampai di colpo coprendomi il collo e ridendo nervosa. << No >> << Si e non ce lo avevi prima di raggiungere il Messicano >> << Cazzo ma allora fra 9 mesi ci ritroveremo con dei piccoli Jortini sui palchi dei nostri spettacoli? >> << Non ancora >> sbottai arrossendo alle mie stesse parole e notando che fossero passati già 8-9 minuti. Mi diedi un'ultima sistemata salendo sul palco e sorridendo come mai avevo fatto in vita mia. Jorge rispose al mio sorriso e non lasciò mai andare i miei occhi. Facemmo l'amore, con gli occhi, ma facemmo l'amore. Il fatto che quella notte accadde l'inaspettato ed io è lui ci rotolammo tra le coperte non so quante volte è un'altra storia. Un'altra storia grazie alla quale ha davvero avuto inizio la nostra storia, un'altra storia in cui io mi ritrovo a 40 anni felicemente appagata con 7 splendidi figli che mi regalano sorrisi come il loro papà che tuttora continua ad amarmi e a dimenticare il momento imbarazzante in cui mi ha chiesto di sposarlo. Beh, diciamo che anche se non è molto romantica una proposta di matrimonio fatta durante la composizione di una nuova canzone per il nostro album mentre io ero spettinata e stanca con chissà quanti litri del caffè ingurgitati nelle ultime ore.. Non mi lamento affatto, soprattutto perché lui continua ad essere un dolce marito/padre di giorno, è un fuoco di notte.

Jortini o LeonettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora