A me basta il tuo amore

379 11 0
                                    

Osservo la catenina che ritrae i miei genitori da ragazzini. Sorrido al loro ricordo per poi racimolare le mie vesti e scendere ad aspettare la carrozza che mi porterà a vivere dagli zii. Saluto Mirta, la mia governante e confidente abbracciandola forte mentre lei piange a dirotto. Mi affaccio dalla carrozza guardandola sempre più lontana. Ad accogliermi sulla soglia non c'è nessuno. Le mie cugine non sapevano del mio arrivo e i miei zii saranno indaffarati a sbrigare faccende. Entro in casa affacciandomi e trovando in cucina Lucia. La governante delle mie cugine. Sorrido e corro ad abbracciarla. << Mio Dio Signorina, siete fatta più bella di quanto ricordassi >> la guardo con un'espressione contrariata << Martina, Lucia, voglio essere chiamata così. Dammi del tu, dannazione, mi hai cresciuta con Mirta >> sorride carezzandomi i capelli. << Devo correre al mercato per acquistare delle verdure, ti preparo un bagno così puoi rilassarti >> annuisco dolcemente e lei prepara il tutto per poi uscire con quelle buste. Tolgo di mezzo le mie vesti sparendo nell'acqua calda della vaschetta. Sospiro per la temperatura rilassandomi per poi cominciare a massaggiare la mia pelle delicatamente. Mi risciacquo, asciugandomi per rivestirmi. Mentre sono intenta ad aggiustare il mio corpetto la porta della mia camera si apre. Mi volto convinta che sia la zia ma ritrovo un ragazzo che avrà all'incirca 17 anni che mi squadra da capo a piedi. Mi copro come mi è possibile guardandolo male. << Non vi hanno mai insegnato le buone maniere? >> domando acidamente facendolo sorridere << Che bella donzella, che ci fate a castello? >> << Sono Martina la nipote di Ezequiel e Clara e voi siete uno scostumato. Uscite dalle mie stanze! >> lo caccio via indicandogli la porta. Sembra un uomo affascinante e forse anche importante ma è inaudito che entri in una stanza senza bussare, soprattutto se si tratta della camera di una fanciulla. Abbandono i miei tentativi per allacciare sola il mio corpetto e corro di sotto per chiedere aiuto a Lucia. Mi sistemo ancora ringraziandola per poi vedere entrare gli zii con le mie cugine. Le due mi saltano al collo sorridendo. Ed io ridacchio guardandole. La zia e lo zio si contengono. << Benvenuta Martina >> sorridono dolcemente e calorosamente. Il ragazzo di prima entra in cucina squadrandomi ancora ed io mi sento come spogliata, trafitta da quegli occhi verdi smeraldo . << Hai trascorso una buona giornata? >> << Si se non fosse per il maleducato che è entrato nelle mie stanze senza bussare >> lo indico mentre i quattro sbiancano e lui sorride divertito. Mi volto a guardare Lucia e anche lei è sbiancata. << Che succede? >> << Hai dato del maleducato al Re >> sussurra Candelaria mentre questa volta sono io a sbiancare. Sapevo che la nostra Regina fosse morta di crepacuore poco dopo la morte del nostro Re ma non pensavo che loro figlio fosse così giovane. << Re? >> la mia voce vacilla << Si Martina, io sono il vostro Re >> si avvicina con ancora quello sguardo divertito << La cosa vi reca qualche problema? >> << Assolutamente >> scuoto il capo.  << Bene >> sorride andandosene.

Quella notte mi reco a dormire mentre mille pensieri divulgano nella mia mente. Sono nel mio letto cercando di prendere sonno quando un urlo disumano proveniente dalla camera degli zii mi fa svegliare. Mi alzo velocemente correndo in direzione della loro camera quando una mano mi tira via di lì coprendomi la bocca. Mi dimeno tirandogli una gomitata. << Dannazione Martina non agitatevi, sono Jorge. Calmatevi >> mi lascia andare ed io mi volto a guardarlo. << Cosa volevate fare? >> mi guarda minacciosamente << Sire ho sentito un urlo proveniente dalla camera degli zii credo che qualcuno si sia fatto male dovremmo controllare >> lui sembra sconvolto. << Credete davvero a quello che dite? >> << Non avete sentito quell'urlo di dolore? >> domando arrabbiata. Insomma non mi invento le cose. << Non era di dolore ma di piacere Martina. Sono sposati e come ogni notte consumano il loro matrimonio mi sembra evidente >> sbotta mentre io arrossisco violentemente. Sospira. << Volete qualcosa di caldo? >> annuisco e lui mi prende la mano << Andiamo a bere una tisana allo zenzero >> << Ma Lucia dorme non possiamo svegliarla >> << La farò io >> scrolla le spalle << Perché,voi sapete farla? >> domando estrefatta e lui ridacchia divertito. << Credete che solo perché sono il Re io non sappia prepararmi niente da solo, non è così? >> abbasso lo sguardo sul pavimento. << Sire?! >> lui rotea gli occhi << Chiamatemi Jorge Martina e gradirei che ci dessimo del 'tu' insomma abbiamo solo 16 e 17 anni >> annuisco << Jorge non dovrei essere con te >> arriccio il naso, mi fa strano parlargli così << E
perché? >> << Ho solo la mia camicia da notte addosso >> lui mi guarda da capo a piede << Non vedo dove sia il problema. Non sei la prima donna che vedo così. So come è fatta una donna >> << Si ma non sai come sono fatta io >> sbotto da perfetta impertinente. Dannazione a me e alla mia lingua biforcuta. << Oh Fidati che lo saprò, così come tu saprai come son fatto io >> avvampo guardandolo intento a versare la tisana nelle tazze. << No, non è vero. Non voglio sapere come siete fatti voi uomini >> lui inarca un sopracciglio << Prima o poi dovrai saperlo. Dovrai sposarti e a parte il fatto che dovrei mettere al mondo degli eredi è necessario che consumi il matrimonio >> lo guardo male << Non capisco perché questo sia necessario. E poi se non potessi avere figli? >> << Sei magra Martina ma hai dei fianchi che potrebbero mettere al mondo mille eredi >> ridacchia mentre rivolge lo sguardo altrove. Oddio credo di essere rossa. << I miei fianchi sono così larghi? >> domando storcendo il naso ed il suo sguardo si posa di nuovo su di me. Scuote il capo. << Sono piccoli ma tu sei fin troppo magra, questo vuol dire che sei ben predisposta ad avere dei figli >>

Jortini o LeonettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora