Prologue

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È una calda e soleggiata giornata di inizio settembre, precisamente il 1, dove la tranquillità di un semplice verde quartiere periferico di Londra viene interrotta solo dal suono delle cicale, che esercitano le loro ultime melodie che con l'arrivo dell'inverno sarebbero cessate del tutto, e dalle poche macchine che passano. Questa zona è poco trafficata inoltre essendo mattina presto di estate, intorno alle 8.30, non vi è grande movimento.

La stessa tranquillità si avverte in una piccola casa fino a quando il ticchettio della sveglia si trasforma in un suono assordante, tanto che dopo poco mi alzo per spegnerla. Sento mia madre che mi richiama dal piano di sotto, incitandomi ad andare a fare colazione. Sbuffo, infastidita dal fatto che anche d'estate mi debba alzare presto, e soprattutto non capendo il motivo di questa sveglia così mattutina.
Stropiccio gli occhi con le mani, mettendo a fuoco l'ambiente circostante. È tutto come ogni mattina, la camera è ordinata, gli scaffali pieni di libri di misure e colori diversi, la scrivania divisa in scompartimenti, con fogli, quaderni e porta matite, le pareti della camera rosa tenue, con qualche polaroid che le riempie, la valigia pronta da giorni e difronte a me un calendario. Mi avvicino ad esso, un cerchio rosso risalta la data di oggi:

1 settembre

Ora capisco la fretta della mia famiglia e la sveglia così presto, oggi è il giorno d'inizio del mio 3^ e ultimo anno al college. Ricordo il primo giorno che sono arrivata lì, avevo 16 anni, non ero poi tanto diversa da adesso, il viso è rimasto lo stesso, forse solo più maturo e cresciuto, così come il fisico, diventato più alto e snello. Il carattere non è mutato per niente, la solita ragazza con la voglia di apprendere, di non immischiarsi nelle malandrinate, educata, attenta, sincera, con la risposta sempre pronta e con un forte orgoglio.
È il college più illustre e famoso di tutto il Regno Unito. È un antico castello, che in precedenza era di proprietà della famiglia reale, situato fuori Londra, fra i boschi, la selva, e le montagne dell'Inghilterra, nonostante ciò è facilmente collegabile attraverso un treno alla capitale londinese.
Non nego lo stupore che ho provato la prima volta messo piede lì, la Grande Sala dove si consumano i pasti, i corridoi con antiche arcate, le sculture e i dipinti dell'epoca, le ampie aule attrezzate, la biblioteca, la piazza, i giardini e i campi per lo sport che si aprivano davanti al castello, la sala della confraternita, allestita con soffici divani, tv, giochi e intrattenimenti per passare il tempo fra quelle pareti del proprio colore, i dormitori con i nostri comodi letti a baldacchino. Questo è diventato ormai parte integrante della mia vita, perché passare 9 mesi per 2 anni in questo regno non sono facili da dimenticare.
Ammetto che appena arrivata - ma ancora oggi - ogni volta che cammino in quei corridoi con i libri in mano, la mia mente fa un balzo nel mondo di Harry Potter, facendomi ricordare le avventure di Harry Ron ed Hermione, e forse illudendomi che sfortunatamente - o fortunatamente dipende da come lo vedete - non sarebbero mai accadute fra queste mure avventure e pericoli pari ai loro.

Scendo di corsa le scale con un sorriso sulla labbra e con la divisa in mano, per poi, dopo un frettoloso saluto a mia madre e a mia sorella, chiudermi in bagno, per rilassare il mio corpo sotto una doccia calda.
Appena esco, ancora gocciolante, mi guardo allo specchio. Questo raffigura una ragazza di 17 anni, non troppo alta, all'incirca 1,65, con un fisico snello, i capelli biondi mi ricadono morbidamente lungo le spalle, la pelle chiara, sempre poco abbronzata, risalta il colore blu dei miei occhi vispi e attenti e le labbra rosse sottili. Infilo l'uniforme di scuola, le calze scure, la gonna nera, la camicia bianca, la cravatta gialla e rossa, la giacca nera, sul taschino della quale è ricamato un grifone, ovvero lo stemma della propria confraternita, affianco a quello del college.
Il primo anno, appena arrivati tutti i giovani devono svolgere un particolare test, al termine del quale grazie ai risultati si viene suddivisi nelle varie confraternite, con le quali si trascorre la maggior parte della giornata. Infatti ogni confraternita ha una propria sala dove ci si può rilassare, fare i compiti, guardare la tv, chiacchierare, oppure se si preferisce vi sono i dormitori.
Le confraternite sono quattro:
I Grifoni
Le Serpi
I Corvi
I Tassi

Ognuna ha caratteristiche specifiche che si ritrovano nei ragazzi che ne fanno parte: è infatti in base a questo criterio che si viene smistati in queste confraternite.
Con il tempo diventa una vera e propria famiglia e ci si deve impegnare per rispettarla e non distruggere i rapporti che si creano. Le buone azioni fanno prendere punti, al contrario quelle cattive ne fanno perdere altrettanti. A fine anno sola una si aggiudicherà la coppa finale.

Con le mani sistemo la giacca e raddrizzo la piccola spilla dorata con su incisa una C, che indica la nomina a caposcuola. Ogni anno infatti tra i ragazzi più in gamba, intelligenti e responsabili, vengono scelti due caposcuola per ogni confraternita che hanno il compito di controllare il regolare comportamento degli alunni, e hanno la possibilità di togliere e aggiungere punti e assegnare punizioni.
Quest'anno per le ragazze dei Grifoni sono stata scelta io, sono orgogliosa ed emozionata di rivolgere una carica così importante, nonostante sappia che è una grande responsabilità mentre non vedo l'ora di sapere chi sarà il mio compagno e gli altri
caposcuola.

Scendo le scale e vado a fare colazione con il sorriso sulle labbra, pronta per questo ultimo fantastico anno.

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