Chapter 12

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Il tavolo dei Grifoni è gremito di persone che urlano a squarciagola < James, James >. Già il fatto che ci sia il nome di Carter in queste grida mi da ai nervi, per di più il nome del ragazzo non è mai, e ripeto mai, inserito in un contesto positivo, ma si tratta sempre di qualche guaio. Questo mi sprona ancor più ad alzarmi e cercare di mettere a tacere questo baccano, quando una mano mi afferra il braccio.

< Stavo per iniziare a raccontarti per filo e per segno come ho progettato il nostro appuntamento a Brighton, e tu vuoi andartene? >

Sto per ribattere dicendo che il compito dei prefetti e dei Caposcuola è effettivamente quello di calmare la folla urlante, e essendo caposcuola , dovrebbe essere anche il suo di compito.

< Carter, c'è un motivo valido per il quale mezzo tavolo dei Grifoni grida il tuo nome? > domando cercando di mantenere un tono pacato.
La risata fastidiosa di Carter che mi giunge all'orecchio sta a significare che è sul punto di sparare una delle sue odiose, stupide e perverse battute. Il suo respiro è sul mio collo ed io desidero così tanto potergli tirare un pugno che non mi accorgo nemmeno dello sguardo divertito di Alice.

< Vorresti anche tu urlare il mio nome, vero?
Solo in una situazione più... intima > chiede beffardo il ragazzo.

< Cosa vuoi Carter? >

< Uscire con te a Brighton >

Faccio roteare gli occhi esasperata. Possibile che ancora non si è deciso ad arrendersi. Questa storia sta diventando assurda e insopportabile.

< Non uscirò con te a Brighton, Carter >

< Vuoi andare da un'altra parte, Evans? > Il sorriso di Carter si allarga, mentre incrocia le braccia.

< Non so cosa non capisci della frase "Non uscirò con te né adesso, né mai". E poi non so come dirtelo - lancio uno sguardo al tavolo delle Serpi - ci vado con Mark, devo svolgere un compito per Wolfe insieme a lui >
Sento il suo sguardo su di me, questo mi spinge a guardarlo in viso. Il suo sorrisetto sembra essere scomparso, almeno solo per qualche secondo.

< Ti piace proprio l'unto Evans > Lo sguardo passa su Manuel, che annuisce ghignando.

< Sai cosa non mi piace proprio, Carter? > Lui alza le spalle, e io scendo dalla panca per posizionarmi di fronte a lui, o almeno ci provo ad arrivare alle spalle, in quanto è parecchio più alto di me. I tavoli circostanti sembrano zittirsi mentre io punto il dito verso il suo petto.

< Non mi piace il tuo perenne sorriso sghembo, i tuoi occhi sempre pronti a giudicare. E odio così tanto il tuo comportamento irrispettoso e infantile. Il tuo solito passarti una mano tra i cappelli, pensando di essere bello e di essere al centro dell'attenzione, come se tutti avessimo sempre gli occhi puntati su di te, e che dire del tuo continuo disturbare ogni essere vivente del college? Tu non mi piaci, Carter >

Per la prima volta credo di averlo colpito. Carter non risponde, sembra perso nei suoi pensieri, quando con un'alzata di spalle mi fulmina con lo sguardo.

< Evans, sono James Carter e tutti mi amano. Non posso non piacerti >

Socchiudo le labbra, non so se lo faccia a posta ad essere così egocentrico e fastidioso o gli viene proprio naturale.

< La prossima volta ci penserò di persona a picchiarti > dico per poi mettere sotto il suo naso il giornalino scolastico.

"James Carter colpito da Mark Scott. Che quest'ultimo sia scivolato sulla scia di sporco e sia cascato sopra al pupillo della scuola?", recita il giornalaio.

COLLEGEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora