< Spero che quei due deficienti abbiano smesso di litigare > sbuffo entrando nella Sala Comune, accompagnata da Alice, la mia migliore amica.
Osservo lo spazio che mi circonda: finalmente Casa. Mi è mancato tutto, i divani soffici, le pareti ricoperte di libri, i tavolini di legno, i quadri antichi, i tappeti rossi.
La mia mente viene disturbata da terribili voci e mi volto subito in direzioni di queste, sapendo già a chi a partengono: James Carter e Manuel Collins erano corsi nella Sala avvolti da festoni e bandiere dei Grifoni, acclamati dai ragazzi ad eccezione di me.
< Carter > lo riprendo. Lui in risposta mi prende e mi trascina in mezzo alla sala, costringendomi a ballare.
< Mi concede un ballo?> chiede con far da cavaliere.
< Carter mollami subito e finiscila con queste scemenze > cerco di liberarmi dalle sue braccia che mi tengono ben salda.
< Allora esci con me >
< Puoi scordartelo >
< Esci con me Evans, e giuro che non te ne pentirai >
< Carter io non uscirò con te ne ora né mai > dico cercando di far fronte a tutto il mio autocontrollo
< Eddaiii, ti prego, ti prego >
< ti ho detto di no >
< Ti prego LILYYY >
< Ho detto di no basta > la vena sul collo ha iniziato a pulsare e mi è scoppiato un terribile mal di testa, non ho la forza di discutere ed urlare con questo infantile ragazzino.
James si gira con un sorriso verso la folla.
< Beh la porterò a fare in giro nei giardini del college, poi a Londra, poi in un romantico Bar >< SMETTILA! > urlo
< Fattene una ragione io non uscirò mai con te Carter e adesso lasciami stare > dico sbattendo la porta della Sala per poi uscire.POV'S JAMES
Sono rimasto per una volta senza parole, in silenzio, immobile al centro della Sala.
Mi rimbombano in testa quelle frasi:Non uscirà mai con me.
Sono sei anni che rifiuta i miei inviti, e la cosa è diventata scocciante. È l'unica ragazza che ancora non è caduta ai miei piedi, e si sa io non perdo mai.
Eppure qualcosa quest'anno è cambiato: certo adoro ancora stuzzicarla, ma questi suoi rifiuti hanno iniziato a fare male infondo al cuore.Non ce la faccio più ad aspettare che lei ceda; James Carter ottiene tutto e subito.
E la Evans mi stava facendo aspettare troppo.
È diventata un chiodo fisso: devo trovarmi dove si trova lei, per guardarla, per torturarla, stuzzicarla, parlargli, chiederle i compiti, chiederle di uscire.
E quando la vedo nei corridoi con le sue amiche, devo per forza parlarle, sentire la sua bella voce, se pur per farmi ricoprire di insulti, vedere i suoi occhi blu profondi come il mare.Quindi, quando ho sentito la porta sbattere, ho stretto i denti, deluso e arrabbiato per l'ennesima sconfitta.
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POV'S LILY
La testa non smette di pulsarmi. Il dolore inizia alle tempie per poi scendere fino agli occhi, rendendoli stanchi e deboli.
Sapevo che non era solo mal di testa, ma questo si era fuso con il rimpianto, la stanchezza e l'amarezza.
Da quando mio padre se n'è andato non riesco più a vivere.
Non ce la faccio più, e sicuramente Carter non aiuta.
Lui e quel suo modo arrogante, il sorrisetto sghembo e beffardo sulle labbra, la consapevolezza di essere superiore a tutti.
Se mi chiedessero mi vorrei eliminare dalla faccia del pianeta, sarebbe solo un nome:
James Carter: La persona che mi tormenta e che ancora non sono riuscita ad allontanare.
Ci ho provato in tutti i modi: insulti, urla, ma niente.
Il ragazzo non si è mai arreso. Anzi ogni hanno si carica sempre di più, convinto che io molli.

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COLLEGE
Teen FictionLui: Capelli scuri arruffati, perennemente in disordine, occhi nocciola sempre vispi e luminosi, qualche lentiggine su un viso che ha già fatto troppe conquiste, sorriso splendente a trentadue denti, anche quando non c'è nulla di divertente, ma ghig...