7- SCOPERTA

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POV HANEUL

Sgranai gli occhi confusa dalle parole dello zio, e lui vedendo la mia espressione sorrise leggermente, e senza muoversi di un millimetro mi spiegò.

Zio- I tuoi poteri si sono definitivamente risvegliati e questo fa di te una Dea. Come tua madre fai parte della generazione. Fai parte della famiglia di Divinità, mentre noi lupi siamo i vostri servitori. Però, cara Haneul, tu non solo sei una Dea, ma hai anche la forma di lupo. Hai preso anche da tuo padre essendo lui lupo alpha ti ha tramandato il suo gene. Sei una divinità, ma anche una creatura del buio, per cui  Benvenuta vostra altezza nel mondo umano.-

In quel momento capì le sue parole. Il sangue da lupo si era mischiato col sangue Divino creando così un ibrido. Una metà Divina e una metà lupo. Una creatura... rara. Troppo rara. 

Sgranai gli occhi quando compresi le sue parole e con uno scatto mi alzai dal divano. I miei occhi vagavano per la stanza alla ricerca di qualcosa. Quand notai l'oggetto da me desiderato mi avvicinai a esso specchiandomi nel vetro dello specchio.

Notai i miei occhi azzurri come il ghiaccio, erano strani. I miei capelli bruni erano leggermente spettinati mentre ricadevano lisci sulla schiena. 

Alzai una mano iniziando poi a fissarla.

Sulla mia mano si creò del fuoco.

Poi dell'acqua.

Poi del vento.

Poi dei fulmini.

E il ghiaccio.

Uno dopo l'altro si crearono sulle mie mani tese verso lo specchio che rifletteva la mia immagine.

Abbassai la mano facendo sparire quelle fiammelle. Riportai lo sguardo sullo specchio notando che ora i miei occhi erano nuovamente marroni.

Mi girai verso lo zio e mi avvicinai a lui sedendomi poi sul divano e poggiando la testa sulla spalla dello zio dopo che lo obbligai asedersi con me. Chiusi gli occhi beandomi del silenzio presente in casa e lentamente mi addormentai.

Aprì gli occhi trovandomi immersa nel buio, mi girai su quello che credevo fosse un divano ma quando sentì la comodità sotto il mio corpo capì che qualcuno mi aveva portato nel letto.

Rimasi sdraiata non so per quanto ma appena notai dei piccoli e deboli raggi solari illuminare parzialmente la camera mi alzai dal letto e andai in bagno a prepararmi, quando finì scesi in cucina dove trovai un bigliettino che mi avvisava che anche lo zio se ne era andato e che i miei genitori erano a lavoro.

Presi lo zaino, il cellulare e le cuffie e uscì di casa incamminandomi verso la scuola. E quando arrivai davanti l'immensa struttura sentì gli sguardi di tutti posati su di me. Ignorai le loro occhiate e presi a camminare fino a quando una mano mi prese delicatamente il polso, mi fermai girandomi verso la persona che mi aveva bloccato e trovai un Lin Chong mal ridotto.

I suoi capelli bruni erano spettinati, il suo labbro spaccato, un grosso livido sulla guancia e il sopracciglio destro tagliato. Guardai le sue mani e notai che aveva le nocche distrutte e del sangue oramai incrostato su esse.

Alzai lo sguardo puntandolo in quello di Lin Chong che mi guardava con preoccupazione. I suoi occhi  cercavano di leggermi dentro, mi sentivo come... nuda, come se lui sapesse ogni mio singolo segreto, come se con uno sguardo potesse leggermi dentro e la cosa mi spaventava. Avrebbe capito quanto io vivo nel buio, una ragazza che vive con le bugie. Una ragazza bugiarda.

Lin Chong parlò, e la sua voce mi giunse come un sussurro.

Lin Chong- Come stai?-

Quella semplice frase mi fece venire i brividi su tutto il corpo mentre una scarica mi attraversò la schiena.

IL MEGLIO DI MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora