💫jungkook💫

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La reazione di Jimin mi lasciò spiazzato. Lo vidi che cercava di non ricambiare il mio sguardo. Ma, perché? Appena se ne fu andato sentii Namjoon ridacchiare, seguito a ruota da Jin. Mi innervosii.
“Che hai da ridere?” Namjoon mi guardò ghignando.
“Dovevo accertarmi di una teoria e come pensavo era valida.” Ero confuso. Guardai Namjoon, aspettando che mi dicesse quale fosse la sua teoria, ma cambiò completamente discorso.
“Non portare Hoseok da te. Un caffè ci sta. Chiarisciti le idee, vedi cosa vuoi.” Anche Jin parlò e con quello che disse, non fece che farmi essere ancora più confuso.
“Non saltare a conclusioni affrettate. Non focalizzarti solo su Hoseok, solamente perché è il più voluto della scuola. I tesori più belli, sono quelli difficili da scovare.”


Rimasi con le parole dei miei hyung nella testa per tutta la durata della scuola. Ormai chiunque aveva capito che non ero più interessato a Hoseok, o almeno, non come prima. Tornai a casa. Mi cambiai mettendomi qualcosa di comodo. Guardai l’orologio e mi accorsi che si erano ormai fatte le quattro. Mi diressi con calma verso il bar in cui ci eravamo dati appuntamento. Appena arrivai, lo vidi seduto lì, ad uno dei tavolini, con le gambe accavallate e il cellulare tra le mani. Appena alzò lo sguardo mi vide e mi sorrise. Mi avvicinai.
“Hey…sei qui da molto?” chiesi.
“Sono appena arrivato tranquillo.”
Parlammo del più e del meno per almeno una buona mezz’oretta. Finchè non cacciò l’argomento “Jimin&co”.
“Ho notato che continui a stare con Jimin e il suo gruppo di idioti.” Mi disse, un po’ irritato.
“Non vedo dove sia il problema.” Risposi calmo. “ Alla fine, sono miei amici, non tuoi.”
“Si ma, insomma li hai visti?” era visibilmente in difficolta. “Nessuno se li fila!”
A quella risposta mi innervosii parecchio, e sganciai la bomba.
“A dire il vero ho saputo che Jimin è stato fidanzato non molto tempo fa. Non lo sapevi?” chiesi, sorridendo falsamente. Sbiancò, preso in contro piede.
“M-mi sarà sfuggito.”
Mi scappò una risatina beffarda.
“Sul serio? Io so tutt’altro.”
Spalancò gli occhi. E iniziò a sbraitare.
“Lo sapevo! Sapevo che quella piccola puttana mi avrebbe screditato! In mia difesa, mi chiese lui il numero! E voleva mollare Jimin da un po’ di tempo!”
“E questa credi sia una giustificazione al fatto che tu sia andato a letto con un ragazzo ancora fidanzato?”
Rimase in silenzio. Continuai.
“E’ stata l’unica volta mentre stava con Jimin?” non rispose. Rimanemmo in silenzio per un po’, lui incapace di parlare, io che cercavo cosa dire.
“Da quanto tempo hai chiuso con Link?”
Lo vidi confuso. Non sapeva chi fosse Link. E questo, bastò per farmi decidere di andare. Presi la giacca dalla sedia e mi alzai.
“Aspetta!” disse alzandosi anche lui. “Dove vai?”
“Ho da fare.” Risposi, senza guardarlo. “Ci vediamo in giro.”
Non gli diedi il tempo di replicare. Mi voltai e me ne andai. Lontano da lui. Lontano dalle sue bugie.
Controllai l’orario. Erano da poco passate le cinque e mezza. Decisi di andare all’Accademia.
Quando entrai, rimai fuori la sala a osservarlo ballare.
Lo osservai in tutto il suo essere. Mentre sorrideva ai compagni. Mentre si concentrava per assimilare un pezzo della coreografia. Mentre il maestro si complimentava con lui gonfiava le guance se sbagliava un passo e sorrideva soddisfatto quando riusciva a eseguirlo correttamente. Era il più bravo. Si muoveva con grazia, differenziandosi da tutti. Ad un certo punto rimase l’unico al centro della sala e tutti gli altri si spostarono ai lati. Incominciò a ballare. Era perfetto. Si muoveva con un’eleganza e una bravura tale, da far rimanere senza fiato chiunque. Al fine della coreografia, partì un applauso generale. Al che sorrisi spontaneamente, quasi senza accorgermene. Forse il primo vero sorriso della giornata. Vidi Jimin sorridere imbarazzato e accorgersi finalmente di me attraverso il riflesso dello specchio. Mi sorrise sincero. Il sorriso più bello che avessi mai visto. 
La lezione finì pochi minuti dopo. Lasciai passare i ragazzi che mi salutarono curiosi di sapere chi fossi, ma senza realmente chiederlo.
“Jimin, chiudi tu anche stasera?” chiese il maestro di Jimin.
“Si maestro. Ci vediamo lunedì!” rispose.
“A lunedì caro.”
Il maestro uscì fuori dalla sala e per rispetto feci un leggero inchino. Mi sorrise benevolo e mi poggiò una mano sulla spalla.
“Trattalo bene. Quel ragazzo merita il mondo.” Disse, e capii senza troppi giri di parole a chi si riferisse.
“Lo farò. Arrivederci.” Dissi sorridendogli.
“Arrivederci ragazzo.”















































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𝑑𝑜 𝑦𝑜𝑢 𝑤𝑎𝑛𝑛𝑎 𝑑𝑎𝑛𝑐𝑒? ➵𝑗𝑖𝑘𝑜𝑜𝑘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora