Le aveva dette. Tre vocali e due consonanti per rendere finalmente tutto più limpido. Due parole, all'apparenza così semplici ed insignificanti, che accostate tra loro aprivano le porte al più puro e devastante dei sentimenti. Parole dolci che nessuno gli aveva mai sussurrato, ma che Jimin aspettava invece di sentirsi dire da tutta la vita. Sconvolgenti, letali, al punto tale da azzerargli il fiato e mandarlo in apnea, da resettargli il cervello e renderlo incapace di elaborare altre immagini che non fossero le sue labbra pronunciare quella frase a ripetizione, ogni volta sempre più adagio. Anche il cuore gli si fermò, Jimin lo sentì smettere di battere nel momento esatto in cui Jungkook aveva poggiato con frenesia la bocca sulla sua.
"Dillo ancora" mormorò.
"Ti amo" ripeté il minore tra i baci, il sorriso evidente inarcato tra le fossette segnate.
Jimin gli cinse le braccia attorno al collo, socchiudendo gli occhi dalla felicità dettata da quel momento e beccandogli pigramente le labbra "Ti ... amo Jungkook" confessò a sua volta, "Così tanto"
"Credo di essermi innamorato di te nell'esatto momento in cui mi hai rovesciato quella stupida zuppa di pesce addosso" ridacchiò.
"Bugiardo" il biondo nascose imbarazzato il viso nel suo collo, "So che mi hai profondamente odiato quel giorno"
"No, in realtà pensavo invece non mi avresti mai guardato ..."
"Sarebbe più credibile il contrario"
"Perché ?"
"Perché tu sei tu" rispose Jimin accarezzandogli con i palmi il petto definito "Bello, affascinante, sexy. Mentre io —"
"Mentre tu —" lo interruppe Jungkook, "— Sei la persona più bella su cui io abbia mai posato gli occhi" disse con dolcezza "Non importa quanto siano differenti i nostri ruoli fuori la soglia di questa casa, Jimin-ah . . . a me importa soltanto di te, di noi"
Brividi attraversarono di tutta risposta la schiena di Jimin, portando il biondo ad arrossire, le gote infiammate per parole che in quel momento risuonarono nell'aria come la più bella delle canzoni, "Mi piace sai" mormorò giocando con i primi bottoni della sua camicia.
"Cosa ?" sussurrò Jungkook con un sorriso sghembo, uno di quelli di chi sapeva perfettamente - con falsa ingenuità - di cosa l'altro stava parlando.
"Quel noi, è bello"
Jungkook gli sollevò il mento con le dita, premendo un bacio sulla bocca prima di lasciare che la lingua si insinuasse senza obiezioni tra le sue labbra già dischiuse. Non appena carezzò la sua, soffice ed umida, delle inebrianti ondate di calore lo invasero procurandogli piacevoli languori al basso ventre; il moro sentì l'inguine dolergli e i pantaloni farsi pian piano sempre più stretti, il desiderio perforargli lo stomaco come un proiettile, quella bruciante urgenza di farlo suo che non riusciva oramai più a controllare. Lo attirò a sé per la vita stretta, sentendo la gola emettere un gemito e stringendosi contro il suo petto minuto mentre le mani si mossero avide e possessive al di sotto della maglia ad incontrare le pelle tesa del suo addome delineato.
Aveva detto di amarlo, lo aveva fatto per davvero, e Jimin, nonostante avesse sentito quanto il cuore di Jungkook batteva forte in quel momento, non riusciva ancora a realizzarlo. Sembrava quasi che tutti gli episodi della sua vita avessero preso improvvisamente il giusto incastro: tutti gli appuntamenti rifiutati, i drink declinati, tutte quelle speranze vane di avere una relazione, l'avevano condotto verso quell'unico e magico momento. Avrebbe giurato che quella era il genere di cosa che accadevano soltanto nei film ma Jungkook invece si rivelò reale, lì davanti a lui, e lo stava baciando, vivendo. Lo stava amando.
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You got the Best of Me ✧ Jikook
RomancePark Jimin lavora come cameriere in uno dei ristoranti più ambiti di tutta Seoul. La sua è una vita stabile, circondata da amici, divertimento ed un grande sogno nel cassetto: quello di diventare un ballerino professionista. Tutto cambia quando inco...