Jimin scese dall'autobus dirigendosi a passo svelto verso la piccola – ma accogliente – caffetteria posta a qualche isolato di distanza dalla propria accademia. Non era un caso che avesse deciso di incontrare Jungkook proprio lì, in quel piccolo locale. Quando le mattine erano frenetiche e i loro rispettivi lavori non disponevano di eccessivo tempo libero da trascorrere insieme, i due ingannavano spesso la monotonia della loro pausa pranzo in quel posto, consumata fra risa e baci rubati, sguardi fugaci e dita intrecciate timide sotto il tavolo. L'ambiente era fresco, le torte erano deliziose e il caffè ... beh il loro caffè era il preferito di Jungkook.
Non appena arrivato, Jimin spinse la porta a vetri ed entrò nel locale facendo tintinnare appena le campanelle poste sull'uscio. Un odore propagato nell'aria di muffin al cioccolato e di yakgwa appena sfornati invase presto le sue narici provocandogli un leggero brontolio di stomaco, il rosa si guardò intorno ispezionando i tavoli uno ad uno e trovando, solo nell'ultimo in fondo la sala, Jungkook seduto ad aspettarlo. Il giovane avvocato indossava un trench nero accompagnato al di sotto da una semplice camicia bianca aperta sul petto di due bottoni. Jimin restò per una manciata di secondi fermo ad osservarlo, la testa china sul suo stesso cellulare e le dita frenetiche sullo schermo che sapeva erano intente nel superare un livello di quello stupido gioco che tanto adorava. Jungkook era in anticipo rispetto l'orario prestabilito ed era ... bello ... così bello che Jimin quasi parve dimenticarlo.
Il rosa lo avvicinò piano, avvertendo solo allora il cuore tremargli in sincrono con i battiti dei suoi passi. "Ciao ..." mormorò arrossendo.
Jungkook distolse lo sguardo dal cellulare e spalancò gli occhi non appena lo vide, alzandosi goffamente dalla sedia quasi portando le ginocchia a sbattere contro lo stesso tavolo, "Hey!" esclamò.
"Scusa se ti ho fatto aspettare" disse lui sopprimendo una leggera risata.
"Non importa" rispose il moro risiedendosi e porgendogli un bicchiere caldo a due mani "Ho ... ho preso qualcosa anche per te, spero non ti dispiaccia"
"No, è okay ..." Jimin scoperchiò il bicchiere ed abbozzò un sorriso alla vista del contenuto: americano al caramello, Jungkook non l'aveva dimenticato. "Come stai ?" chiese poi bevendone un sorso.
Uno schifo, avrebbe voluto dire, "Bene" invece rispose "Ti trovo ... in splendida forma"
"Grazie" arrossì.
"I tuoi capelli ..." Jungkook si indicò la testa "... sono diversi"
"Già ... " limitò passandosi una mano fra questi "Avevo bisogno di cambiare"
"Ti donano molto"
Jimin giocherellò per qualche attimo con l'orlo della manica del maglione, abbassando lo sguardo incapace di reggere, senza che il suo cuore facesse tumulti di capriole, la bellezza di quegli occhi grandi e dolci che in quel momento aveva dinanzi a se. "Sono ... Sono contento che tu sia venuto ieri"
Jungkook sollevò le sopracciglia sorpreso "Sul serio ?"
"Sì, è stato . . . carino" titubò.
"Non sapevo fossi tornato a Seoul" spiegò poi Jungkook "Se in qualche modo ti ho messo a disagio, sappi che . . . è stata un'idea di Jin e —"
"Lo immaginavo" rispose il rosa con leggera saccenza, "Hoseok mi ha detto che vi siete frequentati spesso in quest'ultimo periodo".
"Hobi è un bravo ragazzo"
"Lo è davvero"
Jimin si inumidì appena le labbra "E Taehyung ?" chiese poi con coraggio, gli occhi che stavolta incontrarono il terrore dipinto in quelli di Jungkook. "Come sta ?"
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You got the Best of Me ✧ Jikook
RomancePark Jimin lavora come cameriere in uno dei ristoranti più ambiti di tutta Seoul. La sua è una vita stabile, circondata da amici, divertimento ed un grande sogno nel cassetto: quello di diventare un ballerino professionista. Tutto cambia quando inco...