Pain But You Don't Know How React

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"Se vi cacciassero, verrei via anche io"
E nessuno può immaginare quanto Taehyung si sentì toccato da quelle parole. Gli sorrise sistemando la frangia biondina sulla fronte.
Ancor prima che potessero aggiungereu qualcosa, la porta si aprì, rivelando il corpo di Jeongguk, ora avvolto in una tuta grigia.
"È tornato Namjoon-hyung. Deve dirci una cosa"
Poi si spostò d'un lato, per far passare Jimin e accostarsi a Taehyung per prendergli la mano
Gli diede un bacio sulla guancia ma lui si scostò un po', quasi a cercare di evitarlo. Cosa che lo confuse
"Tutto bene?"
L'altro chiuse gli occhi annuendo un po'
Namjoon stava iniziando ad attaccare discorso con le solite frasi
"Qualsiasi cosa succeda va bene, non cadete nel baratro della paura, della tristezza e della solitudine. Ci siamo l'un l'altro, lo sapete che basta bussare alla mia porta" e cose del genere che voleva andare a tranquillizzarli.
Avevano preso questa abitudine già Yoongi, Hoseok e Namjoon, quando erano ancora soli nel dormitorio. Quella di fare discorsi a fine mese. Come un'assemblea di classe.
"Che hanno detto gli altri? Avete parlato anche di quello?"
Talmente abituati a sottintendere che nemmeno facevano caso al fatto che nessuna telecamera gli fosse puntata sul naso
"Sì, ora dico tutto. Però voi volete dire qualcosa?" Tutti si voltarono verso i due, seduti vicini. Lo fecero contemporaneamente, come leggendosi nel pensiero a vicenda
"Le scuse non servono a niente, no?- fece giusto per far sentire in colpa il coinquilino- quindi non so che dire" parlò Jeongguk senza nemmeno un filo di sentimento che trapelava dagli occhioni, carattere dominante del viso minuto che si ritrovava.
Taehyung non provò nemmeno a dire qualcosa, ancora tremendamente in colpa. Solo scosse la testa abbassandola rifugiandosi il viso nelle ginocchia. Non pianse nemmeno. Jimin gli passò la mano nei capelli, accarezzandone la nuca. Hoseok andò ad accarezzargli la mano "per passare la mia energia positiva" si era giustificato. Al che anche il minore alla sua sinistra (che alla fine è anche un po' la destra, è questione di prospettiva) consolato dalle pacche di Jin al suo fianco. Si sistemò meglio a gambe incrociate sul divano 
"Parla presto per favore" mormorò il maggiore
"Sì, scusate- disse- in realtà ho cercato di prendere tempo fino ad ora. Abbiamo parlato per ore, ve lo giuro, dovete credermi, mi sono battuto fino allo stremo. Ci ho provato. Dovete lasciarvi"

Come spiegare la sensazione in quel momento? Ci sono parole ad esprimere quel dolore? E anche se riuscissi a trovare, ne varrebbe davvero la pena? Sarebbero davvero vicine a tutti? Perché ci sono state reazioni totalmente diversi, emozioni così intense che parevano scoppiare. E scoppiare in cosa sarebbe una domanda interessante. Lacrime, urla, violenza, alcool. Erano tutte cose possibili. Il primo a cadere avrebbe lasciato sprofondare tutti gli altri. E ognuno in quella stanza lo sapeva. Quindi ognuno si guardava in faccia, come dei rapitori davanti ad un corpo già morto. Tutti sconvolti, che aspettano il più coraggioso che inizi a reagire. In qualsiasi modo, ma reagire. E per chi lo creda, assolutamente no, non era facile o da poco. Ci sarebbe voluto un mese a questo.

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