Blushing

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"E' tutto?" 
Jeongguk stava sperando di andare subito in camera sua a riprendersi, stava scoppiando
"Io non voglio dirvi tutto quello che ci siamo detti a così poca distanza l'una dall'altra ecco. Capisco che sia difficile da accettare, da assemblare ma queste basilari devo farlo subito. Mi hanno detto che dovete evitarvi, come fosse malati- si pentì immediatamente delle parole che aveva usato, il contesto non era adatto, ma proseguì accelerando sperando che non si soffermassero su quella parola- insomma stare lontani. Almeno finché le acque si calmano, avevo pensato. Ma no, intendono per sempre. Lasciarvi per sempre. Io mi sono opposto, l'opzione possibile è lasciare il gruppo. Il contratto sta scadendo, ha un margine di escursione di qualche mese ed entro qualche mese potrete uscire." 
"Fanculo" strinse i denti Jimin. Lui stava reagendo in modo completamente diverso dagli altri. Lui era furioso, non era triste o razionale e nemmeno deluso. Era un vulcano pronto a eruttare. 
"Se posso dire la mia, fate quello che vogliono: cercate di iniziare a parlare di uscire dal gruppo. Parliamo di carte, di avvocati e robe simili. Magari alla fine uscite pure dal gruppo ma caleremo a picco senza di voi, siete centrali. Quindi oltre ai soldi per il processo perderanno altri soldi da altre parti. Approfitterete di questo momento di stallo per fare coming out. Una volta in bancarotta, verranno a chiamarvi in ginocchio e allora potrete avere le due cose" 
"Grazie, possiate scusarmi, davvero. Un attimo, devo pensare un secondo" 
E una delle pochissime volte entrò nella sua stanza. Era quasi inabitata. Solo piena di cartacce, cibo e tantissime cose inutili ammassate. Salì sul suo letto a due piazze posto in alto, a castello, e si sistemò fra le coperte sfatte e fredde. Aveva riposato lì forse l'ultima volta due mesi prima.
Come ho detto prima, nessuno aveva il coraggio di muoversi, quindi namjoon iniziò. Entrò immediatamente in camera di Jeongguk e salì sul suo letto. Aveva bisogno del suo supporto, lo sapeva. Il moro si asciugò le lacrime che stava versando, si vergognava di farlo davanti alla persona che stimava più di tutte. Tirò su col naso il più possibile, almenl agli occhi del maggiore voleva sembrare forte
"Non devi" disse quello, come se gli leggesse nella testa "non devi essere forte gguk. Sei un umano, non vergognarti di essere fragile. Sii orgoglio della tua sicurezza di poter piangere. È tutto ok" cercò di sorridere al massimo davanti a lui mentre gli accarezzava il volto con entrambe le mani
"Mi vergogno di piangere di fronte a te, hyung. Non mi vergogno di essere fragile"
Oramai con le lacrime agli occhi, parlò di nuovo il leader "Non ne hai motivo. Va bene così" poi aggiunse "Piangere è più facile con qualcuno che ti stringe" e si fece più accanto a lui, tenendogli il capo sulla spalla. Gli carezzò la schiena e lo cullò un po' mentre la disperazione faceva largo nel suo cuore. I singhiozzi si fecero meno contenuti e anche Namjoon versò le sue lacrime silenziose. "Andrà tutto bene. Andrà tutto bene, Jeongguk. Ci sono io qui, è tutto ok" sussurrava che non era abituato a sentire quelle cose quanto a dirle. "Hyung ho paura. Ho tanta paura, io..."
"ne ho anche io, ma troveremo una soluzione, te lo prometto"
Jeongguk strinse la presa sulla maglietta dell'altra. Con balbettii per le lacrime urlò "Non me lo merito cazzo, hyung è da quando avevo 14 anni che mi impegno. Non me lo merito, io non merito tutto questo, mi sono impegnato tanto per questo, non è giusto"
"Lo so, lo so. Non è giusto. Ma avrai giustizia, te lo giuro Jeongguk, te lo giuro col cuore in mano. Fidati di me, non ti ho mai mentito, lo sai"

Aveva cercato tanto di calmarsi con quelle parole. Erano inutili, gli lasciavano un vuoto spaziale nel petto. Eppure ci fece l'abitudine. Alla fine abituarsi al freddo è un po' come scaldarsi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 12, 2020 ⏰

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