Secondo piano [19]

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I minuti sembrano non passare mai, e alla fine arrivano come un colpo di pistola dritto al cuore, "lei ha un carcinoma nel seno sinistro e uno più piccolo in quello destro. Con il destro possiamo esportarlo con un intervento, mentre l'altro, bisogna fare delle sedute di chemio."
Angie si fa' piccola tirando verso se le ginocchia, non dice una parola, io l'avvicino a me, "quando iniziamo tutto questo?"
"L'intervento possiamo farlo domani mattina, mentre la chemio iniziamo una settimana dopo l'intervento, in modo che si riprenda un'attimo dall'anestesia."
"Ok, poi ci parlo io con la madre. Che ora è meglio che stia a casa con il marito visto lo shock."
"Assegneremo una stanza alla ragazza il prima possibile però a Rimini che li sono specializzati in oncologia. E oggi la facciamo tornare a casa così prepara la valigia."
"Quindi noi possiamo andare?"
"Si, esca hanno dei fogli da farle firmare e lasci due numeri di telefono così possiamo chiamarvi appena sappiamo la disposizione."
"Ok, grazie."
Firmo e usciamo, Angie ancora non parla e non posso dargli torto.
Arriviamo a casa sua, la madre è in cucina con una sigaretta e una tazza di thè davanti, il marito gli sta di fianco, e appena mi vede gli faccio cenno che andiamo di sopra, lei si siede sul bordo del letto, gli faccio la valigia e metto all'interno anche il portatile e i suoi libri preferiti, anche se forse non lo utilizzerà.
"Vieni qui." Mi dice Angie con gli occhi lucidi, mi siedo di fianco a lei, "dimmi piccola."
Avvicina il suo viso al mio, e mi bacia, appassionatamente, e con una mano partendo dal petto scende fino alla zip dei pantaloni, mi stacco e gli fermo la mano,"perché lo vuoi fare ora?"
"Perché voglio che ti ricorderai sempre di me, anche quando non ci sarò più."
"Non dire ste cazzate, tu ce la farai!"
Mi mette un dito sulle labbra, e mi continua a baciare, salendomi sopra a cavalcioni, inizia a muovere il bacino da sopra i jeans, i baci si mischiano alle lacrime salate e tra le coperte tanti sono i  "ti amo" detti.

Ormai stanchi rimaniamo a letto a coccolarci con sempre quella sottile linea di malinconia che ci ha seguito dall'ospedale. Il mio telefono squilla, e quell'aria che prima riuscivo a respirare si faceva veramente pesante, rispondo, e dall'altra parte una ragazza mi avvertiva che Angie era stata assegnata alla stanza 8 del secondo piano. Angie chiusa la chiamata mi guarda, "qual è la stanza?"
"Stanza 8 secondo piano."
"Bel numero l'8."
Ci alziamo entrambi ci vestiamo e ci dirigiamo alla porta, la madre ci ferma,"ragazzi, tenete 50 euro, e fate qualcosa prima di ritornare là."
Angie la guarda, l'abbraccia "mamma stai tranquilla, torno a romperti presto." e poi si avvia verso la mia macchina, "Franco e Giulia appena si tranquillizza tutto venite su."
"Certo." Dice Franco. "Ricordati che tra un po' è il suo compleanno, anche se non posso farci niente che lei sarà in ospedale, ti prego rendila felice almeno tu."
"Stia tranquilla è in buone mani."

Eravamo in viaggio da circa quindici minuti, "ma se ci fermiamo al MacDonald prima delle befane ?"
"Come vuoi tu tesoro."
"Si ok che ho due tumori però sono la tua ragazza non tua figlia, mi più trattare da tale?"
"Ehm, ok. Ma non capisco a cosa ti riferisci."
"Ti comporti già in modo diverso, voglio che mi tratti come sempre, le frecciatine, le mani che non controlli mai neanche in presenza di genitori, non voglio che cambi tutto...già non è facile il solo pensiero di questa merda immagina quando starò veramente male."
Ci fermiamo al Mac, mi giro verso di lei,"non finiranno mai le cose che hai elencato. Quindi vieni andiamo a sbaghinare."

Dopo un'ora e mezza usciamo,  e ci dirigiamo verso l'ospedale, "sei pronta?" Dico quando ci troviamo davanti alle porte di entrata, "no, però con te forse ci posso provare."

"È veramente brutta sta stanza."
"Be' è una stanza di ospedale, come dovrebbe essere?"
"Va be' al massimo ci attacco i miei disegni."

La mattina la portarono in sala operatoria e tre ore dopo esce, dopo mezz'oretta di sveglia dall'anestesia, mi guarda dritto negli occhi e mi tende la mano verso di me che ero seduto su una sedia di fianco al letto,
"Come ti senti?"
Mogugna e scuote la testa sue e giú accompagnato da un sorriso, prendo la mano e la bacio teneramente.

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