Così cominciò tutto

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<<Ciao a tutti ragazzi e benvenuti a un nuovo video di Great beyond>> La classica apertura che ogni youtuber dà ai suoi video. Quello di Niccolò era un canale di un certo fascino, bisogna riconoscerlo, e non perché parlasse di cose che nessuno aveva il coraggio di trattare in rete, tutt'altro. Semplicemente, il ragazzo, ci sapeva fare. Studente di antropologia, interessato sin da ragazzino alle scienze umane, Niccolò, da un po' di tempo, qualche anno appena, si era spinto oltre, verso il grande oltre, da qui il titolo del suo canale, cominciando a investigare l'universo dell'occulto, del mistero. La pagina contava poco più di trecentomila iscritti. Un bel numero, senza dubbio. Ogni settimana proponeva qualcosa di nuovo, avvincente, con costanza. In internet si documentava, bramava vicende che potessero intrattenere e interessare i suoi utenti abituali e agganciarne di nuovi. Il format, a causa della sua staticità, pubblicazione dopo pubblicazione, lo aveva spinto verso quell'oltre che sembrava ossessionarlo, investigando su fatti che avessero più delle solite informazioni legate a leggende del luogo. Il vero, la realtà era la fonte a cui voleva attingere, dato che riteneva che la realtà superasse la fantasia. Dalla prima l'uomo trae ispirazione per creare qualcosa di nuovo, di diverso, di unico. Fu così che, in questa continua ricerca, si imbatté in modo del tutto casuale in un fatto di cronaca: due adolescenti, in diversi mesi dello stesso anno, sparirono nei pressi di un quartiere della città in cui anche Niccolò viveva. Le videocamere di sorveglianza di quella zona, li avevano immortalati entrambi mentre si inoltravano nel medesimo vicolo cieco. Uno dei due ragazzi, visibilmente ubriaco e che a stento riusciva a stare in piedi, era addirittura in compagnia di quattro amiche, anch'esse stordite dai fumi dell'alcol. Le lasciò per un momento (dissero alla polizia, in seguito, rilasciando le loro testimonianze degli eventi di quella notte) perché volle appartarsi per urinare, lontano da occhi indiscreti dei passanti che, nonostante l'ora tarda, insistevano a transitare per quella strada, popolata da locali di vario genere. Il giovane si infilò nel viale e nessuno lo rivide mai più. La storia aveva dell'affascinante. Il pericolo che si trattasse di una fake news sembrava essere stato scongiurato dal fatto che le notizie delle sparizioni erano state riportate da giornali importanti e soprattutto: mai smentite da alcuno. Era pane per Niccolò, quel che cercava, non la solita creepypasta. Si recò sul posto, senza perdere tempo. Il sole batteva forte nonostante fosse tardo pomeriggio di fine settembre. A vederlo dal vivo, quel luogo non sembrava così terribile! Il ragazzo aveva davanti a sé un muro alto e dai lati, palazzi: uno di tre e l'altro di quattro piani. Questi mostravano delle porte piuttosto vecchie, chiuse, che davano in ambienti vuoti e sudici. Oltre a dei bidoni dell'immondizia, fissati alle pareti con delle catene spese, corte e arrugginite. Sul palazzo a ovest del muro, nell'angolo, lo studente non poté non notare una strana macchia sui mattoni dello stabile. Doveva averla presa in considerazione anche chi aveva fatto le indagini, perché per terra, tutto intorno, c'era il nastro che la polizia usava per delimitare delle aree in cui è accaduto qualcosa e dove non si può accedere. Questo era consumato dal tempo, sbiadito e a stento restava fissato alla grondaia alla quale era legato. La macchia scura aveva immortalato il negativo di una figura dalle fattezze umane, come se, per puro gioco, un tizio avesse fatto uno scherzo a un amico, gettandogli addosso della vernice nera, centrandolo in pieno e lasciando attorno gli schizzi, stampati contro la parete. Particolare bizzarro, indubbiamente. Oltre ciò, nient'altro che potesse attirare l'attenzione dello youtuber. Niccolò non era un investigatore. Veniva spinto alla scoperta di misteri, al loro approfondimento, più che altro, per pura passione. Necessitava di basi solide per sapere come muoversi nell'intricato mondo delle indagini. Tornò quindi sui suoi passi. Stava per lasciare definitivamente il vicolo quando venne trattenuto da un sussurro. Si voltò di scatto, ma non c'era anima viva dietro di sé. Giustificò quella sensazione ammettendo che potesse essere stata causata dalla suggestione di quanto avvenuto in quel luogo. Nel suo inconscio, però, aveva immortalato qualcosa che gli era sfuggito al primo, rapido e superficiale  sguardo. Fece qualche passo verso il muro. Lì, tra vari pezzi di carta appallottolati e sporcizia, un biglietto da visita sbiadito, logorato dalle intemperie: L T AGH   A OR. Le uniche lettere che ancora si potevano leggere. Niccolò non sapeva perché, ma, d'istinto, prese il bigliettino e se lo mise in tasca, dopodiché abbandonò quel quartiere.

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