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"Merda"sbuffo ed esco dalla piscina insieme a Mak.
"Mamma!" le sorrido e le vado incontro "non mi abbracciare sei tutto bagnato! Piuttosto andate a cambiarvi che stasera usciamo, io devo tornare in ufficio, alle 7 tutti in limousine" guarda di sfuggita Mak e se ne va.

"Beh questa è mia madre..." le dico e lei annuisce "avrà avuto problemi al lavoro" dice alzando le spalle "no, è sempre così" ammetto e lei non dice niente.

"Paul dí a tutti che la festa è finita, noi andiamo a cambiarci" dico al mio amico per poi salire di sopra con la mia ragazza.

"Che ne dici di farci una doccia insieme?" le chiedo trascinandola in bagno con me "finalmente!" sorride e chiudo la porta a chiave.

"Sei veramente bella" le dico per poi baciarla e sbatterla contro il muro del box doccia "questo costume però è un po' scomodo" sorride mentre le slaccio il pezzo sopra "due giorni di astinenza con te sono veramente troppi" dico frustrato "anche te non scherzi" dice giocando con l'elastico del mio costume "mi sei mancata" sussurro per poi aprire la doccia e baciarla molto appassionatamente.

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"Mak sei pronta?" chiedo da fuori la sua stanza "non ho niente da mettermi! I miei vestiti fanno pena" si lamenta facendomi ridere "apri, fammi vedere" le dico e due secondi dopo mi apre Mak.

Indossava un vestito rosso con dei ricami neri e bianchi di fiori e foglie, gli stivali neri alti fino al ginocchio e i suoi mille anelli e braccialetti portafortuna.

"Sei veramente bellissima" dico guardandola "si, forse per un appuntamento sull'isola, qui siamo a New York e io sembro..." la zittisco baciandola "sei bellissima" le dico e sorride "grazie" si tranquillizza e mi guarda "non ti ho mai visto con una camicia così elegante" mi sistema il colletto sorridendo "si, preferivo quelle con i fiori in effetti" ride e si pettina i capelli.

"Signor Miller, signorina Makaila, la limousine è pronta!" ci chiama Robert "merda!" Mak si guarda allo specchio e noto il succhiotto sotto la clavicola "ah ops..." dico e lei mi fulmina con lo sguardo "se tua mamma si accorge io ti sotterro" dice nel panico coprendolo con il fondotinta.

"Dai muoviamoci" la prendo per mano e scendiamo di sotto.

Andiamo verso la limousine dove mio padre in smoking, mia madre in un tubino blu lunghissimo e mio fratello maggiore George, ci stavano aspettando.

"Ciao papà, mamma" abbraccio i miei genitori e poi saluto George con il nostro saluto speciale.

"Lei deve essere l'hawaiana" dice mia mamma con finto entusiasmo "piacere Makaila" sorride Mak e porge la mano che solo mio fratello e mio padre stringono.

"Bel vestito, molto...Hawaii" commenta mia madre prima di salire in limousine.

"Mi dispiace davvero tanto per mia moglie, è solo molto stressata" la difende mio padre e Mak sorride annuendo.

Saliamo tutti in macchina e io prego che non inizino a fare gli stronzi come loro solito.

"Allora Makaila è un nome molto insolito..." dice mio padre sorridendo "si era il nome di mia mamma" risponde lei ricambiando il sorriso.

"Perché tua mamma ti ha chiamata come lei? Si chiama egocentrismo questo" commenta la mia di madre, la fulmino con lo sguardo.

"È morta durante il parto, io vivo con i miei nonni che mi hanno chiamata come lei" risponde Mak sempre sorridendo.

Le stringo la mano e guardo male mia madre che alza le spalle.

"Alla cena di stasera ci saranno anche gli Spenser, vedi di essere educato, hai già fatto soffrire loro figlia" mi rimprovera mia madre.

"Mamma tra noi non c'è mai stato niente, ci siamo parlati una volta e poi sono partito, basta con questa storia" sospiro e guardo George in cerca di aiuto.

"Mak come vi siete conosciuti te e Jason?" chiede "io lavoro come cameriera nel bar sulla spiaggia, l'avevo già visto a scuola, ma non ci avevo mai parlato, fino a quando un giorno non mi ha rovesciato il bicchiere di limonata addosso. Poi è diventato molto amico con il fratello della mia migliore amica e da lì..." sorride e io annuisco.

"Cameriera mh? Magari sei anche una surfista" mia mamma scoppia a ridere "si, amo fare surf" risponde la mia ragazza e mia madre ridendo dice "Che cliché"

"Oh siamo arrivati!" mio padre imbarazzato esce dalla limousine. Una volta fuori guardo Mak e le chiedo scusa per mia madre "non ti preoccupare, capisco di non essere il tipo di ragazza che si aspettava" sorride e mi da la mano.

Entriamo nel ristorante dei miei nonni, uno molto lussuoso e rinomato a Manhattan.

Ci andiamo a sedere al tavolo nel giardino insieme agli Spenser.

Lisa dopo avermi salutato si risiede ignorando Mak che si siede vicino a me, davanti a lei.

Iniziano tutti a parlare di lavoro e cose noiose inserendomi in qualche discorso qua e là e notavo che Mak si sentiva molto a disagio.

"Scusate, devo chiamare mio nonno" dice alzandosi e camminando velocemente lontano dal tavolo e dalle persone "se mi volete scusare..." la seguo e la sento parlare al telefono.

"Ciao nonno...

Si anche tu mi manchi un sacco...

Qui tutto bene, è bellissima la casa...

Non gli piaccio molto, penso che tornerò prima del dovuto...

Certo, saluta tutti gli altri, ciao" attacca e quando si gira e mi vede finge un sorriso.

"Mi dispiace" le dico e lei scuote la testa "non è colpa tua, sono io che sono fuori posto" dice "no, tu sei perfetta, sei bellissima, lasciali stare, non li vedrai molto in questi due mesi" le prendo le mani e la avvicino a me per rassicurarla "volevo piacerli però" sospira e io rido "Mak a me tu piaci lo stesso, non mi interessa di quello che pensano loro" la abbraccio e le accarezzo i capelli.

"Jason é arrivato il dessert" mia madre scocciata ci richiama al tavolo "andiamo dai" mi sorride e torniamo ai nostri posti.

"Makaila giusto?" chiede il signor Spenser "tuo padre che lavoro fa? Non penso di averti mai vista a nessun gala" dice curioso "oh, io sono delle Hawaii, è la prima volta che vengo a New York" dice sorridendo "ah, che isola?" le chiede stupito "Molako" intervengo io "e state insieme da quanto tempo?" chiede sua moglie "sei mesi, ci ho messo un po' per dichiararmi" io e Mak ridiamo "si e non sei stato te, ma io" mi corregge e tutti rido eccetto Lisa e mia madre.

"Siete proprio carini insieme, è vero il detto gli opposti si attraggono" la signora Spenser ci sorride e noi ci guardiamo contenti.

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