"Dai Jason voglio vedere New York!" mi lamento mentre cerco di alzarmi dal letto. Sono tre giorni che stiamo sempre chiusi in casa, mi sono stancata.
"Ma perché non rimaniamo ancora un po'?" infila la mano sotto la mia maglietta e io gliela tolgo ridendo "JJ dai ti prego, voglio vedere la città" insistito e mi metto seduta cercando di staccare il suo braccio intorno ai miei fianchi.
"Ma io voglio stare solo con te" mi trascina sopra di lui "Jason per favore" faccio il broncio e lo guardo, alza gli occhi al cielo e annuisce "vatti a vestire dai" dice e io lo bacio a stampo "grazie" sorrido e corro in camera mia.
Dopo aver fatto una doccia fresca indosso dei pantaloncini di jeans un po' strappati, una canottiera azzurra e un copri spalla azzurro con fiori rosa e neri stampati.
Prendo i miei stivaletti hippie con poco tacco e dopo aver sistemato i capelli scelgo gli accessori.
Prendo la borsa di pelle marrone ed esco, scendo di sotto e quando arrivo in salotto vedo Olly e Paul sul divano con Jason.
"Dove pensi di essere, nel farwest?" subito la battutina simpatica di Olly mi rallegra la giornata.
"Ti dispiace se vengono anche loro?" chiede Jason e io scuoto la testa sorridendo.
Certo che però una volta tanto potrebbe dire di no anche a loro, sono sempre io quella che ci rimette alla fine.
E così la mia giornata da turista con il mio ragazzo si è trasformata in una giornata di merda. Ho visto solo i negozi più costosi della città, dove già pensare di comprare qualcosa era troppo, e mi sono dovuta sentire umiliare tutto il tempo.
"Dai torniamo a casa sono esausta!" Olly con mille borse in mano sbuffa e si ferma davanti la sua limousine "io vado a fare un giro, voglio vedere la città" dico scocciata "vengo con te" Jason mi si avvicina ma Paul lo ferma "dobbiamo parlare di quell'affare" gli dice a bassa voce e Jason inaspettatamente dice "oh si, il numero di Robert lo hai? Appena hai fatto chiamalo"
Lo guardo colpita dal suo comportamento e mi giro camminando verso non so dove.
Cammino per un'oretta finché non decido di fermarmi in un bar, mi siedo e ordino un frappé.
"Scusi lei sa per caso dove è l'Empire State Building?" chiedo alla cameriera "certo, devi continuare dritto per qualche minuto, poi svolti a destra e il palazzo più alto davanti a te è l'Empire" mi sorride gentilmente.
"Perfetto grazie mille" pago tutto ed esco.
Verso le otto di sera esco dal meraviglioso palazzo e chiamo Jason.
Nessuna risposta.
Chiamo Robert ma mi dice numero inesistente. Suo madre è una grandissima stronza. Non ci credo! Mi ha dato il numero falso!
Decido di sedermi su una panchina ed aspettare, l'unico problema era però il buio, stava diventando notte.
Mi alzo e mi incammino verso dove eravamo arrivati con la limousine, chiamo due o tre taxi ma nessuno si ferma.
Merda.
Mi siedo sul marciapiede e aspetto.
Un'ora dopo finalmente mi squilla il cellulare, stavo per rispondere quando un tipo vestito di nero passa e me lo tira via dalle mani per poi iniziare a correre."No ti prego! Aspetta!" urlo e nessuno mi aiuta, che città di merda.
Che andassero tutti a fanculo.
E adesso come cazzo faccio?
Un ragazzo dall'aria molto gentile si ferma davanti a me "hai bisogno di una mano?" chiede e io annuisco disperata "mi hanno rubato il telefono, non so dove devo andare per tornare a casa..." dico e lui mi sorride "ti va di prendere qualcosa da mangiare e poi pensiamo a come farti tornare a casa?" chiede e io alzo le spalle.Tanto ormai...
Arriviamo davanti un baracchino che faceva hot dog è ne ordiniamo due.
"Suppongo che tu non sia di qui" dice e io scuoto la testa "sono delle Hawaii" dico semplicemente "e ci voglio tornare subito" aggiungo.
"Wow! Non ci sono mai stato, ma devono essere bellissime" dice e io annuisco "te invece cosa fai in questa città?" gli chiedo "niente, sono venuto per trovare un lavoro, faccio da segretario ad un editore fallito" sorride e io mi metto a ridere.
"Ecco questo è Central Park" entriamo in questo enorme parco e ci sediamo su una panchina per mangiare i nostri panini.
Rimaniamo lì a chiacchierare per un po', fino a che non vedo Robert.
"Oddio quello è l'autista del mio ragazzo!" mi alzo di scatto "Robert!" urlo e lui appena mi vede chiama qualcuno e corre verso di me, arrivano lui è Jason che appena mi vede mi abbraccia preoccupatissimo.
"Perché cazzo non rispondi al telefono?" dice arrabbiato "me lo hanno rubato" dico molto distaccata "chi è questo?" guarda Louis, il mio nuovo amico "Louis, mi ha tenuto compagnia mentre cercavo un modo per tornare a casa" spiego e Louis sorride.
"Dai andiamo, eravamo tutti in pensiero per te!" mi prende per mano, ma io la tolgo.
"Grazie di tutto Louis" sorrido al ragazzo e seguo Robert "si può sapere cosa hai?" Jason mi affianca incazzato "niente, solo che il mio ragazzo mi ha lasciato da sola a girare la città, mi hanno rubato il telefono, i taxi non si fermano e che voglio tornare a casa!" dico l'ultima parte molto convinta "perfetto ti prenoto il biglietto stasera, domani tornerai a casa" sbuffa ed entra in macchina.
Ah rinuncia così facilmente? Bene...
"Hai parlato con i tuoi genitori dei tuoi progetti?" gli chiedo una volta soli "no, non capirebbero" incrocia le braccia.
"Quindi non tornerai più" sussurro tra me e me "Mak puoi capire che non è così facile per me? Sono la mia famiglia!" alza la voce "lo so Jason! Ma è anche il tuo futuro! Se non vuoi fare una cosa dillo e basta" lo guardo.
"Io non sono come te, non riesco a prendere posizione con loro!" ammette "hai ragione, non hai abbastanza palle per farlo" mi sposto verso il finestrino e appoggio la testa contro di questo.
"Puoi smetterla di fare la bambina!" sbuffa e io spalanco gli occhi "io la bambina?"
"Si, ha ragione mia mamma, non sei pronta per questo mondo perché sei troppo immatura per capire come realmente funzione la vita. Non siamo alle Hawai Mak, questo è il mondo vero, fatto di amici falsi, egoismo e soldi" Robert si ferma davanti a casa.
"Perfetto! Se questo è il vero mondo preferisco stare a casa mia, nella mia stupidità!" esco e velocemente entro in casa dove i suoi genitori ci stavano aspettando "congratulazioni, vi siete liberati di me" sorrido alla madre e corro in camera mia chiudendomici dentro.
"Mak apri" Jason dopo qualche minuto bussa, dalla sua voce sento che si vuole scusare, ma non mi interessa.
"Mak ti prego aprimi" ripete e io apro la porta "voglio tornare a casa, puoi prendermi il biglietto per favore?" chiedo senza guardarlo negli occhi "è quello che vuoi?" chiede e io annuisco.
"Mi dispiace per quello che ho detto..." inizia a scusarsi "no, hai ragione te, buonanotte" chiudo la porta e inizio a fare la valigia.
