12

13 0 0
                                    

"Che film guardiamo?" urla Jason dalla mia camera "dobbiamo finire di vedere C'era una volta" dico pensando alla nostra serie TV.

A lui fa schifo, ma l'abbiamo iniziata insieme e insieme la dobbiamo finire "non l'hai finita?" chiede mentre infilo i pantaloncini leopardati del pigiama "no, aspettavo te" dico ridendo e infilando pure la canottiera coordinata.

"Grazie" dice ironico, esco dal bagno e mentre mi faccio la coda altra mi butto sul letto vicino a lui.

Gli squilla il telefono e risponde "Paul dimmi" che palle!

"Andate al mare, non lo so, oggi sono con Mak" sorrido "no oggi no, inventati qualcosa dai" risponde e attacca.

"Vieni qui" mi tira verso di se e mi metto in posizione semiseduta appoggiata alla sua spalla mentre mi accarezzava la pancia.

"Quanto sei bella" mi da un bacio sulla guancia "Mh, tanto" sorrido e lo abbraccio "che presuntuosa!" si mette sopra di me e mi blocca le mani sopra la testa tenendola con una mano.

"Si abbastanza" rido e lo guardo.

All'improvviso inizia a farmi il solletico con la mano libera e io non riesco a stare ferma, inizio a ridere in modo isterico e cerco di liberarmi "ti prego lasciami" dico tra le risate "no" continua lui "Jason per favore" insisto provando a mandarlo via inutilmente.

"Sei bellissima quando ridi" dice continuando "giuro che quando smetti ti uccido" dico continuando a ridere "mi fai una gran paura scricciolo" dice e smette.

Si toglie e io lo guardo.

Cosa posso fargli?

I capelli.

Prendo la sua testa sotto l'ascella e gli spettino tutti i capelli, come si fa con i bambini "sei una stronza" si lamenta e mi lancia il cuscino "povero amore mio si è rovinato i capelli" lo abbraccio buttandomi sopra di lui a peso morto.

"Come mi hai chiamato?" chiede.

Merda.

"Non...non mi ricordo" fingo e lui sorride "come mi hai chiamato?" ripete sorridendo "boh, non mi ricordo" insisto imbarazzata "dai" insiste e sbuffo "amore mio" dico e sorride "ridillo" mi guarda.

"Amore mio, basta però" sospiro e lui ridendo mi abbraccia "amore mio" dice e mi bacia la spalla.

"Sei il mio piccolo grande amore Makaila" mi prende il viso tra le mani per guardarmi "perché piccolo?" chiedo triste "perché sei minuscola, bassa e piccolina" sorride e io alzo gli occhi al cielo "allora tu sei il mio grande grande amore" gli dico e lo bacio.

"Ti amo, ti amo più di qualsiasi altra cosa" dice e sento il mio cuore scoppiare "ti amo anche io" sorrido e riprendo il bacio.

"Mak!" Sarah improvvisamente spalanca la porta seguita da Lola "oddio scusateci" dicono e io e Jason si stacchiamo.

Ci mettiamo seduti e guardo Sarah palesemente preoccupata.

"Ho un ritardo Mak" si siedono sul letto con noi "un ritardo di quanto?" chiedo spaventata.

"Penso di dover andare via..." dice Jason ma Sarah lo ferma "no mi serve un parere maschile anche" Jason scocciato resta vicino a me.

"Quindici giorni" dice e io la guardo "è regolare di solito il tuo ciclo? Dan non ha usato il preservativo l'ultima volta?" chiedo in ansia "si è regolare e non mi ricordo, non lo usiamo sempre..." dice.

Sbagliano cazzo.

Però non è il caso di dirglielo, penso che sia già abbastanza in ansia di suo.

"Ho il test" tira fuori una scatoletta rosa "lo faccio e poi decidiamo cosa fare" dice decisa alzandosi "io ancora non capisco perché sono ancora qui" commenta Jason "perché in caso fosse incinta devi aiutarla a capire come dirlo a Dan" gli spiega Lola.

Sarah si chiude in bagno e noi rimaniamo ad aspettare.

Esco con il test in mano e si siede per terra.

"Quindi?" chiede Lola "aspetta, ci vogliono due minuti" risponde e io prendo la mano di Jason.

"Negativo" dice e io sospiro sollevata "hai avuto nausee? Perché potrebbe anche essere un falso negativo" subito dice Lola, la razionalità in persona.

"No" risponde e Lola le lancia un cuscino "sei una scema cazzo! Mi hai fatto venire un infarto!" Si alza incazzata "credimi anche io avevo paura" dice lei ridendo "fatemi andare via o la picchio, ciao tesoro" mi saluta con la mano Lola e se ne va "aspetta! Grazie Mak e scusate" Sarah le corre dietro e io e Jason ci mettiamo a ridere.

"Che sceme" sospiro e mi stendo sopra il mio ragazzo "come te" risponde lui sorridendo "con tuo padre ho visto che hai chiarito" dice e io annuisco "spero, ho deciso di dargli una seconda possibilità, è pur sempre mio padre" spiego e lui sorride "sei contenta?" chiede e io sorrido "molto, finalmente è tornato"

"Giusto in tempo per i tuoi diciotto anni" dice e io mi ricordo che tra due settimane avrei compiuto diciotto anni.

"Potrò fare il ballo padre e figlia" dico entusiasta. È una tradizione qui da noi, ed è una cosa che io potevo solo sognare, ora invece diventa realtà.

"La mia piccolina farà diciotto anni" mi abbraccia Jason "abbiamo solo cinque mesi di differenza scemo" dico ridendo per poi baciarlo.

"Merda il vestito! Lo devo trovare" mi alzo di colpo "dobbiamo andare alla boutique, mi serve Sissi" lo prendo per mano e lo faccio alzare.

Sissi è la signora che mi fa i vestiti, i vestiti più belli, posso sceglierli io, lo stile, i colori, Sissi è la migliore.

"Proprio adesso dobbiamo andare" si lamenta mentre scendiamo di sotto "si assolutamente" usciamo e mi fermo quando in giardino vedo mio padre con una signora e due bambini piccoli.

Un maschietto che avrà avuto cinque anni e una bambina di due o tre anni in braccio a mio padre.

Quando si gira mi sorride "Mak vieni" Jason mi da la mano e ci avviciniamo "Mak lei è mia moglie Lucille, lui è nostro figlio Jonah e lei la piccola Lisa" sorride dando un bacio in fronte alla bambina.

"Piacere" forzo un sorriso "tu devi essere Jason" guarda il mio ragazzo "si, è un piacere rivederla signore" dice in modo molto educato.

"Si fermeranno qui qualche settimana"  no ti prego.

"Bene" rimango con lo sguardo perso trattenendo le lacrime.

Sono la famiglia che io non ho mai avuto, hanno il padre che avrei voluto avere io, ma ha preferito loro.

"È stato un piacere conoscervi, ma dobbiamo andare, abbiamo un impegno" Jason vedendomi persa mi porta via.

Salgo sulla sua macchina e fisso un punto davanti a me.

"La sua famiglia" dico e lui mi stringe la mano "ha un'altra famiglia. Sai per un po' me ne ero dimenticata" dico e lui mi abbraccia "piangi, sfogati" dice e io lo guardo "non posso più piangere per mio padre. L'ho fatto per undici anni, ora basta" dico e metto la cintura "ora alla Boutique, veloce" gli sorrido e lui incerto inizia a guidare.

Hawaian girl Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora