Mio padre dopo 11 anni era davanti a me.
L'uomo che ho sempre aspettato è qui.In piedi davanti a me c'è il mio papà.
Avevo aspettato anche troppo. Velocemente lo abbraccio e scoppio a piangere. Il mio papà.
"La mia bambina" lo sento dire con voce spezzata mentre mi accarezzava i capelli.
"Quanto sei cresciuta..." dice una volta che mi sono staccata "come stai?" gli chiedo asciugandomi le lacrime "felice di rivedere mia figlia" ci sediamo tutti e tre, compreso il nonno, a tavola.
"Le mie lettere ho saputo che sono state perse, non ti sono mai arrivate perché avevano sbagliato nome dell'isola" dice e io annuisco.
"L'importante è che sei qui" gli sorrido e gli prendo la mano.
Ho aspettato tanto questo momento. Io e il mio papà eravamo migliori amici, lui mi ha insegnato a surfare, lui mi ha insegnato ad amare quest'isola.
Poi però ha avuto dei problemi con gli affari e le truffe ed è stato arrestato.
"Stavo andando in acqua?" chiede indicando la muta "si, vuoi venire con me?" gli chiedo e sorride.
"Vado a cambiarmi, te intanto prendi la mia tavola" dice alzandosi "ormai è la mia" sorrido "allora dammi quella gialla" ridendo sale di sopra e io guardo nonno Maui che non sembrava molto contento invece.
"Cosa c'è?" chiedo e lui si alza "niente, vai a divertirti tesoro" mi da un bacio sulla fronte ed esce.
Strano.
Prendo il telefono e chiamo subito Jason.
"Mak.." risponde "non ci crederai! Ti devo dire una cosa" non mi lascia finire di parlare che mi ferma "sono a vedere l'hotel con i miei, ti chiamo dopo" dice "ok" sbuffo e attacco.
Scendo in garage e prendo le due tavole.
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"Ti sei arrugginito" rido rientrando in casa "beh a New York non ci sono le onde" dice e io lo guardo confusa "c'è una cosa di cui ti devo parlare, però prima mi vado a cambiare, e tu fai lo stesso" assume un'aria più seria.
Preoccupata senza dire niente, salgo in camera mia e infilo un vestito giallo corto, sciolgo i capelli e scendo in salotto.
Lì c'era sia il nonno che mio padre.
Mi siedo sulla mia poltrona con Kai, il mio cane.
"Allora perché New York?" chiedo seriamente "io non sono uscito adesso di prigione" inizia e già sento che non mi piacerà quello che mi dirà.
"Sono uscito otto anni fa, ma non potendo andare via dalla città perché ero ai domiciliari, sono rimasto lì altri tre anni, dove ho conosciuto una donna, con cui mi sono sposato, con cui ho due figli"
Non volevo piangere, ma non riesco a controllare le mie emozioni.
"Volevo trovare un lavoro prima di tornare da te" si giustifica, ma io non capisco "e l'hai trovato?" chiedo "si" sorride e io mi asciugo una lacrima "il tuo lavoro ero io" dico seriamente.
"Non pensi che mi meritassi di essere cresciuta da mio padre? Mia madre era morta e tu non hai pensato che io stessi male?" mi alzo dalla poltrona incazzata e anche molto ferita.
"Mak..." si alza anche lui ma io scuoto la testa "ho bisogno di stare da sola" dico ed esco di casa.
Richiamo Jason.
"Ehi" risponde "puoi venire da me? Ho bisogno di parlarti" dico cercando di non far capire che stavo piangendo "facciamo stasera? Oggi pomeriggio i ragazzi volevano andare a fare shopping" sospiro "si certo, nessun problema" dico delusa e attacco.
Vado a fare una passeggiata in spiaggia e decido di andare a vedere la riserva delle tartarughe, tra poche settimane dovrebbero iniziare a deporre le uova e allora ci saranno dei turni di guardia, perché quando si schiuderanno le aiuteremo ad arrivare in mare senza che i gabbiani le mangino.
Jackson's pov
"Finalmente hai finito" sbuffo salendo in macchina con i miei amici "non c'era niente di decente" si giustifica Olivia "volete andare in spiaggia o a casa?" chiedo "mare!" esclama James e io sorrido "io devo andare da Mak" li avviso.
Arriviamo e mentre loro vanno in spiaggia, io vado a casa di Mak, suono il campanello e mi apre un uomo, biondo con i capelli un po' lunghi, stesso viso di Mak...il padre.
"Tu devi essere Jason" mi guarda e io annuisco "dove è Mak?" chiedo "ah non risponde al telefono da due ore, se la riesci a trovare faccelo sapere" chiede e arriva nonno Maui "tu sai dove è, vai" mi guarda e io annuisco.
Corro verso la riserva delle tartarughe e la trovo stesa sulla sabbia.
"Ho visto tuo padre" mi avvicino e non si muove "non è più mio padre" commenta rimanendo ferma "cosa è successo?" le prendo la mano ma la toglie e si mette seduta davanti a me "ha un'altra famiglia"
Non l'ho mai sentita così fredda.
"Cosa ti succede?" le chiedo preoccupato "niente ho solo bisogno di non pensare a mio padre" dice, non so se devo crederle.
"Mak dimmi cosa succede" insisto conoscendola "avevo bisogno di te" finalmente mi guarda "lo so, ma non potevo"
"Non potevi lasciare da soli i tuoi amici. È un'isola cazzo, non si possono perdere!" Sbotta "Mak sono i miei amici, sono in vacanza" le spiego.
"Mio padre era tornato, ha un'altra famiglia e tu devi stare con i tuoi amici perché sono in vacanza. Scusami" il suo sguardo deluso mi fa ancora più male di quello arrabbiato.
"Mak ti prego non fare le scenate da ragazza gelosa e possessiva!" forse non avrei dovuto dirlo.
Non mi ha mai fatto scenate.Si alza e prima di andarsene urla "beh avvisami quando se ne vanno e potrò riavere il mio ragazzo"
