8. Non È Un Bene

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La villa è piena zeppa di gente, tutte persone che non conosco ma sembra che loro conoscano me.
La cosa che mi sta dando un fastidio tremendo? Cristian mi presenta hai suoi "amici" come se fossi un trofeo da  esporre in pubblico.
Come se avesse vinto e qualcun altro invece ha perso.

Sembrano tutti così cordiali, ma leggo nei loro occhi che sono pronti ad attaccarmi se solo facessi un passo falso, mi dimostro fiera di me senza alcuna paura, sperando che la ragazza che poco prima si trovava nella mia stanza sia riuscita ad uscire da questa villa incolume.

So di aver detto che probabilmente conoscere la mia vita prima dell'incidente non mi interessa, ma nel petto ho quella sensazione, pesante, che invece mi dice che devo ricordare e fare ammenda dei miei ricordi.

-Ti senti bene, sei strana stasera. -
Cristian sembra preoccupato per il mio silenzio, la gente mi sorride mi parla e l'unica cosa che faccio e rispondere a mono sillabi.
-Sto bene, ma sono veramente stanca Cristian, la gara è avvenuta alle otto e tu hai deciso di organizzare questa festa così all'improvviso. -
Guardo l'orologio in legno affisso accanto alla colonna che mostra il dipinto di cristo con le braccia aperte come se fosse pronto ad abbracciarti e consolare i tuoi malesseri.
-Sono le due del mattino e la festa e solo all'inizio, non avresti dovuto organizzarla. -
Le mie parole sembrano intristirlo.
-Volevo solo festeggiare la tua vittoria, il tuo ritorno da regina dopo l'incidente. -

Vedere i suoi occhi tristi mi fanno capire che probabilmente ho sbagliato a dirgli quello che penso.
-Lo so e ti sono veramente grada per tutto quello che tutti i giorni fai per me, ma la prossima volta aspetta il giorno dopo per festeggiare. -
Lo bacio in modo leggero, sfiorandoci mentre tutti gli occhi della gente sono su di noi.
-Hai ragione la prossima volta chiederò a te. -
Mi bacia anche lui chiedendo un contatto maggiore, dal quale non posso sottrarmi.

Gente che mi circonda che mi parla di argomenti che non comprendo, mi sembra quasi che parlino un'altra lingua. Bevo champagne come se fosse acqua, ma dopo tre calici capisco di non essere una che mantiene molto l'alcool così deciso, in modo silenzioso, di nascondermi in una delle infinite stanze per riprendermi un po'.

Entro nella prima stanza che trovo aperta, deve essere lo studio di Gregor, non appena metto piede nella stanza vedo seduto dietro la scrivania un ragazzo che sicuramente non è il mio futuro sposo.
-Chi sei? Questa stanza è off limits per gli invitati. -
La testa un po' mi gira ma mi mantengo  forte davanti questo estraneo.
-Io non sono un invitato, più che altro un imbucato. -

So che la cosa giusta sarebbe chiamare le guardie di Cristian ma non mi muovo dal mio posto, non ho alcuna paura del ragazzo davanti a me.
-Che cosa cerchi. -
-Prove per dimostrarti che l'uomo che vuoi sposare è un mostro. -

Lo guardo bene, e mi ritengo una stupida a non esserci arrivata prima.
-Un altro fratello di Jennifer? -
-Ti sei ricordato di me? -
Quasi c'è speranza nella sua voce. Scuoto la testa.
-Ho notato la somiglianza, anche lei stasera ha pensato bene di farmi visita. -

E ha lo sguardo di tutti gli altri quando dico di non ricordarmi di loro.
-Lo so e ti ringrazio di averla fatta tornare a casa sana e salva. -
Annuisco, senza parlare ma ancora desiderosa di capire che cosa vuole anche lui.
-Non mi hai detto come ti chiami. -
-Mi chiamo Paolo. -
Lo guardo e devo dirlo non ha la faccia di uno che si chiama Paolo.

-Vorrei il tuo vero nome. -
-Prova a ricordarlo. -
Non posso credere che stia facendo questo gioco con me.
-Che cosa cerchi precisamente nella scrivania di Cristian. -
Non farò il suo stesso gioco.
-Te lo detto prove che lo portino lontano da te e che ti permetta di ricordarti che noi siamo i buoni e lui è il cattivo. -

Sorrido alla sua sfacciataggine.
-Qualunque cosa tu troverai non mi importa, Cristian c'era quando voi che vi ritenete la mia famiglia non c'eravate e poi dove sono i miei genitori. Quali genitori manderebbe un gruppo di ragazzi a cercarmi invece di venire qui personalmente. -
Non gli do il tempo di rispondermi e vado via, ormai ho sbollito i tre calici di champagne ne necessito di un altro.

Sorrido ad estranei, parlo con donne che sembrano interessate solo e soltanto a sposarsi con uomini ricchi per i loro soldi. E non ho bisogno dei miei ricordi per sapere che certa gente non mi piace.

La festa finisce esattamente alle 5 del mattino e ci metto veramente tanto a convincere Cristian a non seguirmi in camera. Tutto quello che desidero e dormire e mettere a riposo il cervello.
Entro nella mia stanza la luce del mio PC acceso mi porta ad accendere la luce velocemente.
-Possibile che alla tua famiglia piaccia intrufolarsi in camera mia? -
-Non avrei rischiato di farmi beccare se non fosse una cosa importante. -
Gira il portatile verso di me fino a mostrarmi grafici che a primo impatto non capisco.
-Ho trovato le prove che mi servivoni per provati che Cristian non è l'uomo che credi. -

Guardo lui il portatile e poi di nuovo lui che esce dalla mia stanza in silenzio com'è entrato, senza aggiungere nulla.

Sono le cinque e mezza dovrei mettermi a dormire ma stranamente il sonno mi è passato.

Devo iniziare a capire chi tra tutti mi dice la verità, chi mente, chi mi ama e chi invece mi sta usando. Forse rinunciare ai miei ricordi non è stato un bene.

Angolo Autrice
Scusate per gli errori.
Come sempre spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero che mi lascerete un commento per dirmi tutto quello che desiderate.

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