7. Ricordo Doloroso

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Ho la testa che mi esplode, pensieri e flesh di quei ricordi che si accavallano   e mi squotono come se mi trovassi in una centrifuga.

La corsa, quei due ragazzi, le infinite domande di Cristian tutto nella mia testa vortica senza lasciarmi tregua, se poi ci aggiungiamo il fatto che proprio all'ultimo momento Cristian abbia deciso di organizzare una festa alla villa per festeggiare la mia vittoria di certo questo non mi semplifica le cose.

Indosso il suo abito grigio anche se quello che realmente vorrei e indossare il mio pigiama è dormire.
Ma come "padrona di casa" non posso mancare.
Nel momento in cui sono intenta a truccarmi e sistemare i miei capelli una ragazza dai lunghi capelli neri entra nella mia stanza con il terrore di essere scoperto negli occhi.

Quegli occhi mi sono così famigliari...
Ed eccolo un'altra flesch, un altro ricordo che sale a galla e si mischia insieme agli altri, amalgamando e confondendomi ancora di più.

Prendo un vestito color panna con il pizzo e glielo mostro.
-Pensi che possa andare bene?-
-Si, se ci abbini una giacca di pelle per renderlo più trasgressivo.-
Il suo giudizio per me e importante per questo l'ascolto e faccio come mi dice, non mi sento convinta della scelta ma lascio perdere.
Dopo essermi finita di sistemare con trucco e parrucco, mi guardo allo specchio. Devo ammetterlo sono una vera bomba sexy. È veramente raro che io mi consideri tale, ma devo ammettere che questo vestito mi sta proprio bene. Peccato che non sia adatto per la situazione. So esattamente come ci si veste per una corsa. So esattamente che vestendomi così avrò gli sguardi di tutti addosso e non sarebbe una cosa buona. Per niente.
Mi cambio incosso degli jeans strappati al punto da avere le gambe completamente scoperte, insieme ad un top nero e delle scarpe basse, ed infine la giacca di pelle. Ora va decisamente meglio.

Suona il clacson della macchina due volte, prima che io scenda velocemente le scale ed esca di casa. Non appena mi vede, Jessica mi guarda dalla testa ai piedi.
-Pensavo che avresti indossato i il vestino di pizzo.-
-Si ma è una corsa, non era adatta secondo me.-
Mi guarda e mi sorride mentre Selena accanto a lei sembra mangiata dalla rabbia e, se mi posso permettere, anche dall’invidia.
Senza aggiungere altro entro in macchina e ci dirigiamo verso vecchie strade di campagna.

-Perdonami Azzurra.-
Jessica mi ferma e mi guarda, non capisco che cosa intende. Di cosa si deve scusare.
-Selena mi ha chiesto di metterti alla prova. Di farti vestire come volevi tu. In modo da farti fare una figuraccia.-
Non capisco pensavo di potermi fidare di lei.
-Perché lo hai fatto Jessica? Me lo aspettavo da Selena, ma pensavo che tu saresti stata dalla mia parte.-
Mi guarda sembra dispiaciuta ma continua a sorridermi.
-Ed è quello che farò. Ma dovevo metterti alla prova. L’ho fatto con Rose e Selena e ho dovuto farlo anche con te. E come vedo non sei cosi sfigata come pensavo.-
Mi guardo intorno poi guardo lei. Se non fossi già stata in un posto come questo, non avrei mai passato la sua stupida prova.

Il flesch e lungo, forse uno dei più lunghi che io abbia mai avuto.
-Chi sei-
So chi è, grazie al ricordo so dare un nome al suo volto, ma fingo per poter constatare meglio la situazione.
-Non abbiamo molto tempo prima che venga qualcuno a prenderti per portarti alla festa. -

Si avvicina a me, ma io rimango immobile sulla mia, il mio cuore dice che io posso fidarmi di lei ma i miei ricordi mi impongono di rimanere ferma sulle mie e indossare quella maschera che ormai sto iniziando a portare come una seconda faccia.

-Io sono Jennifer la sorella dello scemo che stasera ha pensato bene di intrufolarsi nella tua auto. -
La guardo attentamente fino a riconoscere sul suo volto i lineamenti del fratello.

-Immagino che tu come lui mi conosca. -
La mia voce e tagliente, non capisco perché tutte queste persone che dicono di conoscermi si presentino ora e non prima agli inizi, prima di rassegnarmi che nessuno mi cercava e mi voleva se non Cristian.

-Si ti conosco, come tu conosci me e sto facendo veramente uno sforzo enorme a non buttarmi tra le tue braccia. -

E stranamente anche il mio corpo necessita di un suo abbraccio amichevole, mi sento come se lei fosse una parte importante della mia vita, ma non posso abbassare la testa e fingere di ricordarmi di lei, quando di questa ragazza ho ricordi che la rendono hai miei occhi un cattivo soggetto.

-Non so chi tu sia e ti chiederei gentilmente di andartene. -
Ho già troppi pensieri per la testa e non me la sento di accavallare il tutto e fare di tutta questa storia un disgustoso minestrone pieno di incertezze. -
Vedo come mi guarda sicuramente si chiede perché una persona che ha perso la memoria non si sforza di ricordare. Non voglio ricordare se tutti i miei ricordi sono come questi pochi flesch che ho avuto.

-Non puoi fare sul serio, non puoi non desiderare di ricordare la tua vita con noi. -
Mi innervosisco quando le persone si fanno le sapientone su questioni che non hanno provato sulla propria pelle.
-Sai cos'è successo non appena sei entrata nella mia stanza? Ho ricordato, ho ricordato te e altre due ragazze che mi mettete alla prova. Ho ricordato il momento in cui tu mi convinci ad indossare un cortissimo abito per partecipare ad una corsa, con l'intento di mettermi in imbarazzo davanti a tutti. -

È immobile come una statua di ghiaccio, dai suoi occhi posso benissimo vedere che non si aspettava questa mia risposta schietta.

-Era un test, Azzurra, test che hai passato e azione che mi hai perdonato tanto tempo fa. -
Uno stramaledetto test, e questa la sua patetica scusa?
-E l'unico ricordo che ho di te è mi basta. -
Mi avvicino alla porta per sbatterla fuori, mi sono stanca di tutta questa farsa.
Ma nel momento in cui sono pronta ad aprire la porta sento dei passi avvicinarsi, velocemente butto un occhiata sul orologio le dieci esattamente l'orario in cui Cristian mi ha detto che sarebbe venuto a prendermi.
Devo inventarmi qualcosa.

Per quanto non mi fidi molto della ragazza dietro di me sento che non mi perdonerei mai se le succedesse qualcosa di brutto a causa mia.
La prendo per un braccio e la porto nel bagno, lo vedo il terrore nei suoi occhi. La paura che io la possa buttare tra le grinfie di Cristian.

-Io andrò via e tu uscirai dalla villa nello stesso modo in cui sei entrata. E non farai mai più ritorno -
Annuisce e la vedo la speranza nei suoi occhi che l'Azzurra che conosce possa tornare.

-Non so chi sei ma ho la sensazione che se ti succedesse qualcosa, non me lo perdonerei mai e poi mai. -

Chiudo la porta ed esco dalla stanza trovandomi davanti Cristian con il suo elegantissimo abito.
-Sei pronta regina a conoscere il tuo nuovo popolo? -

Annuisco e sorrido in modo tirato senza dire mezza parola, ma con la speranza nel cuore che quella ragazza riesca ad uscire da questa villa, viva.

Angolo Autrice
Scusate per gli errori

Spero che anche questo capitolo vi piaccia, non dimenticatevi di lasciare un commento e una stellina.

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